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Eccezion fatta per il fondovalle, tutto il territorio è collinare e montuoso, solcato da valli impervie e boscose (Val Chioda, Val Porca, Val Savina). Monte Cavalletto (m. 1230) e Cima Fonti (m. 1518) sono i punti più panoramici.
La parte meridionale è attraversata dal torrente [[Astico]] che riceve, prima di entrare nel territorio di [[Lugo di Vicenza|Lugo]], le acque del Chiavona (''Ciaona'' in dialetto locale), torrente di modesta portata, ma che in tempo di piena si ingrossa trascinando rovinosamente a valle ghiaioni e macigni. Nell'Ottocento, durante una grande alluvione, la piena travolse il cimitero e l'antichissima pieve<ref>Antonio Brazzale, ''Dall'Astico all'Altopiano …
Il clima è mite nella parte esposta a sud, dove si coltivano viti, granoturco e foraggio, più fresco e rigido nella zona di montagna, dove crescono faggi, carpini, castagni - l'essenza più importante della zona - e ebeti<ref name = CCalvene >[http://www.comune.calvene.vi.it/index.php?option=com_content&view=article&id=54&Itemid=61 Sito del Comune di Calvene]</ref>.
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Nel 1337, durante la dominazione [[scaligeri|scaligera]], il territorio di Calvene fu sottoposto, sotto l'aspetto amministrativo, al [[Storia del territorio vicentino#I Vicariati civili|Vicariato civile]] di [[Thiene]] e tale rimase sino alla fine del XVIII secolo<ref>{{Cita| Canova, 1979|p. 25}}</ref>.
Verso il 1390 le comunità rurali di [[Lugo di Vicenza|Lugo]] e di Lonedo, soggette a quella di Calvene, si separarono da essa per diventare comunità autonome. Nel 1500 anche Serra e Volpente vennero cedute a Lugo<ref>Antonio Brazzale, ''Dall'Astico all'Altopiano …
=== Epoca moderna e contemporanea ===
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In quegli anni, inoltre, Calvene fu collegato a Marostica con una ferrovia che aveva il capolinea in località Val Savina-Vignola: qui e nei campi della vicina contrada Triboli erano sistemati enormi depositi di munizioni. Una teleferica partiva dalla campagna Pasin, vicino ai depositi, passava sul Pian del Toto e arrivava a Castagnaroli e a Serona. Un’altra portava direttamente a Granezza, dove erano acquartierate le retrovie del fronte. Venne anche aperta la "Strada della Salvezza", percorso di 18 km. che permetteva un collegamento rapido con l’Altopiano, di vitale importanza proprio nei momenti più critici del conflitto.
In questa guerra - alla quale subentrarono l'epidemia di febbre spagnola ed episodi di colera - si ebbero 40 caduti, ricordati nel parco della rimembranza<ref>Antonio Brazzale, ''Dall'Astico all'Altopiano …
Anche la seconda guerra mondiale, non meno dura per i sacrifici, i lutti e le rappresaglie, lasciò tracce sanguinose. Calvene, per il suo aspetto impervio e montagnoso, fu centro importante della Resistenza; nel suo territorio operò la Brigata Mazzini.
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=== Architetture religiose ===
'''Chiesa Arcipretale di Santa Maria dell’Annunciazione''', nel capoluogo
:Come altre pievi dell'Alto Vicentino, anche quella di Calvene è molto antica: probabilmente prima della donazione di Berengario era legata alla diocesi di Vicenza (lo testimonierebbe la dedicazione a Maria Annunciata, intitolazione eguale a quella della cattedrale e frequente nel Vicentino); era ancora pieve nella prima metà del X secolo, alla cui epoca si fa risalire il maestoso battistero romanico ancora conservato. Nel corso dei secoli diverse chiese dei dintorni dipesero da questa pieve o si staccarono da essa<ref>Antonio Brazzale, ''Dall'Astico all'Altopiano …
:Ristrutturata e ampliata nei primi decenni del Cinquecento, subì danni irreparabili durante l’alluvione del 1850, insieme con l'annesso cimitero. Fu ricostruita in stile neoclassico ad una sola navata negli anni 1850-52, in una zona più elevata della precedente. Vi si possono ammirare: il battistero paleocristiano romanico del X secolo, una terracotta di San Pietro martire del Quattrocento, un crocifisso ligneo gotico - rinascimentale, l'antica statua della "Madonna della cintura" preesistente nell'antica chiesa e dispersa durante l'alluvione, l’organo (un Zordan datato 1871; tra le tele la pala dell'altare maggiore "Annunciazione" del [[Maganza]], "San Pietro martire" di [[Jacopo da Ponte]]).
'''Chiesa di San Bellino''', nella frazione Monte
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Caratteristici e suggestivi sono alcuni agglomerati di piccole costruzioni ormai in rovina - come Costalamare, Prà del Giglio, Piani - che si incontrano salendo da contrada Monte verso la zona di montagna, lungo la panoramica "strada della salvezza".
Interessante il "mulino della Teodolinda" che sorge sul torrente Chiavona, del 1767 e ristrutturato di recente, situato nella parte meridionale del paese. È uno dei pochi esemplari a coppello ancora funzionanti nell’Alto Vicentino. Come i numerosi mulini di un tempo è costruito ancora tutto in legno duro, dotato di due grandi ruote esterne che ricevono acqua da una lunga tramoggia regolabile dall'interno, ora per la macinazione del sorgo ora per quella del frumento. All'interno sono ancora visibili gli alberi di trasmissione, la serie di ingranaggi in legno, le mole, i buratti rotanti, oltre che antichi strumenti come tamisi, bilance e sessole<ref>Antonio Brazzale, ''Dall'Astico all'Altopiano …
Di notevole interesse sono il Cimitero Inglese in Val di Fonte ed il ponte ad arcata unica, sul torrente Astico, in località Maglio - Pralunghi<ref name = CCalvene />.
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Durante il medioevo fu fiorente l'arte della lana. per sfruttare la forza motrice dell'acqua del torrente Chiavona furono costruiti alcuni mulini che macinavano cereali o battevano il ferro. Tra il XV e il XVI secolo si sviluppò anche l'industria dell'estrazione e della lavorazione della pietra; un artigianato tipico oggi estinto fu quello delle trecce e dei cappelli di paglia.
A Calvene non si è sviluppata una zona industriale moderna, pertanto la manodopera locale deve trovare lavoro nei paesi vicini<ref>Antonio Brazzale, ''Dall'Astico all'Altopiano …
== Amministrazione ==
Nel secondo dopoguerra i Sindaci furono: Lino Pellegrini, Bonifacio Dalla Costa, Bortolo Bonaguro, Bortolo Pasin, Giuseppe Brazzale, Lino Pellegrini, Roberto Sartori<ref>Antonio Brazzale, ''Dall'Astico all'Altopiano …
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