Franco Martinengo: differenze tra le versioni

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Quando l'ormai attempato ''Pinin'' decise di attenuare gradualmente il suo ruolo aziendale, iniziando il trasferimento delle responsabilità dirigenziali al figlio e al genero, affidò la direzione del Centro Stile a Martinengo, incarico che egli ricoprì ininterrottamente dal [[1952]] al [[1970]].
 
Sotto la direzione di Martinengo e la supervisione artistica di ''Pinin'', sempre più libero da gravami imprenditoriali, il Centro Stile Pininfarina diviene una sorta di [[falansterio|falansterio estetico]] in cui si muovono giovani e talentuosi disegnatori del calibro di [[Aldo Brovarone]], [[Tom Tjaarda]], [[Paolo Martin]] e [[Leonardo Fioravanti (designer)|Leonardo Fioravanti]], le cui idee progettuali, affinate da un lavoro collettivo, si trasformeranno in capolavori del ''design'' automobilistico, come nel caso dei modelli [[Alfa Romeo Giulietta Spider]], [[Fiat 124 Sport Spider]] e [[Fiat Dino|Dino Spider]], [[Ferrari Dino 206 GT|Ferrari Dino 206]], [[Ferrari Dino 246|246]], [[Ferrari 365 Daytona|365 Daytona]] e [[Ferrari Modulo|Modulo]], e molti altri.
 
L'ultima opera nata dalla collaborazione tra ''Pinin'' e Martinengo, su disegno di quest'ultimo, fu il [[prototipo]] dell'[[Alfa Romeo Spider (Duetto)|Alfa Romeo "Duetto"]], esposto al [[Salone di Ginevra]] del [[1966]], poche settimane prima dell'improvvisa morte del grande carrozziere torinese. Dopo la scomparsa di ''Pinin'', Martinengo continuò a dirigere il Centro Stile Pininfarina, ma giunto ad aver maturato l'età pensionabile, preferì lasciare spazio ai giovani, seguendo l'esempio del suo mentore. Forse non è un caso il nuovo prototipo presentato al Salone di Ginevra del [[1973]] fosse denominato proprio "[[Autobianchi A112 Pininfarina Giovani|Pininfarina Giovani]]".