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La presentazione del progetto di trattato di pace con l'Italia (18 luglio 1946) mise a repentaglio la posizione italiana, giacché - come si venne poi a scrivere all'art. 45 del progetto definitivo, firmato da De Gasperi il 10 febbraio 1947 - in esso non si faceva più distinzione con i tedeschi, prevedendo quindi la consegna degli accusati ai paesi che li reclamavano. All'interno del governo italiano, pure il [[Ministero della giustizia|Ministro di Grazia e Giustizia]] [[PCI|comunista]] [[Fausto Gullo]] ritenne tale formulazione "aberrante". Il governo italiano presentò delle richieste di modifica al testo del trattato, nel contempo [[Palazzo Chigi]] sollecitò il [[Ministero della difesa|Ministero della guerra]] perché sollecitasse i lavori della Commissione di inchiesta. Poco dopo, lo stesso De Gasperi scrisse a Stone una seconda lettera, annunciandogli che la Commissione aveva individuato quaranta fra civili e militari italiani che erano "venuti meno ai principi del diritto internazionale di guerra e ai doveri dell’umanità" e pertanto passibili di esser posti sotto accusa<ref>{{cita|Commissione parlamentare 2006|pp. 112-114}}</ref>.
Il 23 ottobre 1946 - dopo due solleciti da parte britannica e jugoslava - il governo di Roma comunicò un primo breve elenco di presunti criminali di guerra individuati dalla Commissione d'inchiesta. Tale elenco si ampliò nei mesi seguenti: fra gennaio e maggio del 1947 il totale degli accusati passò a ventisei
== Le schermaglie politiche e diplomatiche degli anni successivi ==
Dopo che furono riallacciate le relazioni diplomatiche fra Italia e Jugoslavia (23 gennaio 1947) e fu firmato il Trattato di Pace (10 febbraio 1947) Palazzo Chigi comunicò ai governi di Stati Uniti, Francia e Gran Bretagna la propria "assoluta indisponibilità" a consegnare alla Jugoslavia i presunti criminali di guerra, chiedendo alle tre potenze di rinunciare unilateralmente all'applicazione dell'articolo 45. Gli stati Uniti accettarono formalmente a tale richiesta il 14 agosto 1947, mentre Parigi e Londra condizionarono il proprio sì ad un'effettiva azione punitiva dei tribunali italiani contro i criminali di guerra<ref>{{cita|Commissione 2006|p. 121}}</ref>.
==La sorte dei giudici==
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