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La '''Ghost Box''' è un'[[etichetta discografica]] indipendente, con sede nel Regno Unito.
Venne inaugurata nel 2004 da Julian House e da Jim Jupp. Fra i vari artisti contrattati dalla Ghost Box vi sono Belpury Poly, The Focus Group, Advisory Circle, i Broadcast e John Foxx.
L'estetica distintiva dell'etichetta attinge a fonti culturali britanniche obsolete ed esoteriche del dopoguerra, tra cui musica elettronica e [[musica per sonorizzazioni|library music]], film di pubblica informazione, risorse educative, storie occulte e programmi di fantascienza della [[BBC]]. La Ghost Box è stata pertanto associata alla tendenza musicale degli anni 2000 nota come [[hauntology]].
== Storia ==
La Ghost Box è stata fondata a Londra nel 2004 dal produttore Jim Jupp e dal designer grafico dell'industria musicale Julian House.[1] È stata originariamente creata per diventare uno sbocco creativo per i propri esperimenti musicali, con l'idea che la confezione di ogni uscita avrebbe mostrato una simile sensibilità progettuale e alluso a un paesaggio immaginario condiviso; un mondo parallelo molto britannico di film di informazione pubblica e colonne sonore televisive, storie di orrore cosmico, musica da biblioteca vintage e sintetizzatori antichi, canzoni folk, programmi educativi, psichedelia inglese, storie occulte e folklore. [1]
Jupp e House hanno descritto l'etichetta come esistente in un passato immaginato o miserrember. Influenzati dai libri di testo scolastici e dalla rigida griglia di design dei libri in brossura di Penguin e Pelican, i dischi e i CD di Ghost Box erano sempre pensati per apparire e suonare come artefatti da un mondo parallelo, familiare, elegante, ma in qualche modo "sbagliato". È un mondo fuori dal tempo in cui i riferimenti culturali di un periodo di circa 20 anni (1958-1978) stanno accadendo tutti insieme. [2]
Il loro lavoro è stato descritto come un tentativo di evocare "una nostalgia per un futuro che non è mai accaduto, con una visione di una strana, alternativa Inghilterra, costituita dai rifiuti di riordino del periodo postbellico".[3]
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