Autorità internazionale dei fondali marini: differenze tra le versioni

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* Il Federal Institute for Geosciences and Natural Resources (Germania)
 
Tranne una, tutte la aree attuali di esplorazione sono nella zona Clarion-Clipperton, nell'Oceano Pacifico a nord dell'equatore, a sud e sud-est delle Hawaii. L'altra area la sta esplorando l'India, e si trova nel Bacino Centrale Indiano dell'Oceano Indiano.<ref>{{cita web |1=http://www.isa.org.jm/en/scientific/exploration |2=Aree di esplorazione, dal sito dell'International Seabed Authority. |3=07-05-2009 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20070915123021/http://www.isa.org.jm/en/scientific/exploration |dataarchivio=15 settembre 2007 |urlmorto=sì }}</ref>
 
Ogni area è limitata a 150.000&nbsp;km<sup>2</sup>, e metà di quest'area deve essere ceduta di nuovo all'ISA dopo otto anni. Ogni contraente deve fare un rapporto annuale sulle attività condotte nell'area assegnatagli. Sino ad oggi, nessuno ha manifestato il serio intento di iniziare uno sfruttamento commerciale.
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Nel [[2008]] l'ISA ha ricevuto due nuove richieste, provenienti per la prima volta da ditte private con sede nel Pacifico in nazioni insulari in via di sviluppo, per l'autorizzazione a ricerche di noduli polimetallici. Le ditte in questione, finanziate dai rispettivi governi, sono la Nauru Ocean Resources Inc.<ref>{{cita web|http://www.isa.org.jm/files/documents/EN/14Sess/LTC/ISBA-14LTC-L2.pdf|Richiesta di autorizzazione della Nauru Ocean Resources Inc. per un progetto di esplorazione, 21 aprile 2008|11-05-2009}}</ref> e la Tonga Offshore Mining Limited.<ref>{{cita web|http://www.isa.org.jm/files/documents/EN/14Sess/LTC/ISBA-14LTC-L3.pdf|Richiesta di autorizzazione della Tonga Offshore Mining Limited per un progetto di esplorazione, 21 aprile 2008|11-05-2009}}</ref> Tuttavia, in assenza del consenso necessario su complicati problemi tecnici sollevati da queste richieste, la Commissione Legale e Tecnica dell'Autorità ha deciso di rimandare la decisione al 2009.<ref name="isa.org.jm">{{cita web|http://www.isa.org.jm/files/documents/EN/14Sess/Cncl/ISBA-14C-11.pdf|Relazione del Presidente del Consiglio dell'ISA sui lavori del Consiglio durante la quattordicesima sessione, 5 giugno 2008|11-05-2009}}</ref>
 
La principale realizzazione legislativa dell'ISA ottenuta sinora è stata l'adozione, nel [[2000]], di regolamenti di controllo dell'esplorazione dei noduli polimetallici.<ref>{{cita web |1=http://www.isa.org.jm/en/documents/mcode |2=Codice per l'estrazione mineraria dell'ISA. Regolamenti per la prospezione e l'esplorazione dei noduli polimetallici |3=11-05-2009 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20080522100957/http://www.isa.org.jm/en/documents/mcode |dataarchivio=22 maggio 2008 |urlmorto=sì }}</ref><ref>{{cita web |1=http://www.dundee.ac.uk/cepmlp/journal/html/vol10/vol10-2.html |2=Articolo di Michael W. Lodge, capo dell'ufficio legale dell'ISA, sul sito web del ''Centre for Energy, Petroleum and Mineral Law and Policy'' dell'Università di Dundee (U.K.) |3=11-05-2009 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20080219043004/http://www.dundee.ac.uk/cepmlp/journal/html/vol10/vol10-2.html |dataarchivio=19 febbraio 2008 |urlmorto=sì }}</ref> Queste risorse, conosciute anche come [[noduli di manganese]], contengono quantità variabili di [[manganese]], [[cobalto]], [[rame]] e [[nichel]]. Si tratta di masse della dimensione di una patata, distribuite su tutti i fondali oceanici, ma principalmente nell'[[Oceano Pacifico]] centrale, e con alcuni depositi anche nell'[[Oceano Indiano]].
 
Nell'agosto 2002 il Consiglio dell'ISA iniziò a lavorare su un'altra serie di regolamenti concernenti solfuri polimetallici e croste di ferromanganese ricche di cobalto, materiali che, oltre al cobalto, sono ricchi di [[ferro]], [[zinco]], [[argento]] e [[oro]]. I solfuri si trovano attorno a sorgenti calde di origine vulcanica, soprattutto nell'Oceano Pacifico, mentre le croste di trovano nelle dorsali oceaniche e altrove in varie località di tutto il mondo. Nel 2006 il Consiglio decise di separare la regolamentazione dei solfuri da quella delle croste, dando priorità ai solfuri. La maggior parte delle sessioni del 2007 e 2008 sono state dedicate a questo argomento, ma molti problemi sono rimasti irrisolti. I principali sono: la definizione e configurazione dell'area da assegnare ai contraenti per l'esplorazione, la tassa di concessione da pagare all'ISA, e come affrontare eventuali casi di rivendicazione su aree comuni.<ref>{{cita web |1=http://www.isa.org.jm/files/documents/En/SG-Stats/StatesParties18.pdf |2=Intervento del Segretario Generale dell'ISA al diciottesimo incontro degli stati membri della Convenzione delle Nazioni Unite sul diritto del mare, New York, 16 giugno 2008 |3=11-05-2009 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20081201113034/http://www.isa.org.jm/files/documents/En/SG-Stats/StatesParties18.pdf |dataarchivio=1 dicembre 2008 |urlmorto=sì }}</ref> Nel frattempo, la Commissione Legale e Tecnica ha ottenuto progressi sulle croste di ferromanganese.<ref name="isa.org.jm"/>
 
Oltre al lavoro legislativo, l'ISA organizza incontri annuali su vari aspetti dell'esplorazione dei fondali marini, con particolare riguardo alle misure necessarie a proteggere l'ambiente marino da qualsiasi conseguenza dannosa. I risultati di questi incontri sono diffusi tramite pubblicazioni. Studi condotti per vari anni sull'area mineraria chiave del Pacifico Centrale hanno prodotto uno studio tecnico su biodiversità, gamma delle specie e migrazione dei geni nella zona abissale dei noduli del Pacifico, considerando in particolare come prevedere e affrontare le conseguenze dell'estrazione mineraria in fondali profondi.<ref>{{cita web|http://www.isa.org.jm/files/documents/EN/Pubs/TechStudy3.pdf|Studio tecnico No. 3 dell'ISA (2007): ''Biodiversity, species ranges, and gene flow in the abyssal Pacific nodule province: predicting and managing the impacts of deep seabed mining''|11-05-2009}}</ref> Un incontro tenuto a Manoa, Hawaii, nell'ottobre 2007 ha stabilito i principi giustificativi e le linee guida per costituire delle ''aree riserve di riferimento'' nella Zona Clarion-Clipperton, dove l'estrazione dei noduli sarebbe proibita per mantenere intatto l'ambiente naturale.<ref>{{cita web|http://www.isa.org.jm/files/documents/EN/14Sess/LTC/ISBA-14LTC-2.pdf|Documento ISBA/14/LTC/2 del 28 marzo 2008|11-05-2009}}</ref> Nel più recente incontro, svoltosi a Chennai, India, nel febbraio [[2008]], si è trattata la tecnologia di estrazione dei noduli polimetallici, con particolare riferimento allo stato attuale delle conoscenze e sfide future.<ref>{{cita web|http://www.isa.org.jm/files/documents/EN/14Sess/LTC/ISBA-14LTC-3.pdf|Documento ISBA/14/LTC/3 del 23 aprile 2008|11-05-2009}}</ref>
 
Nel [[2006]] l'ISA ha istituito un Fondo di Dotazione per sostenere ricerche scientifiche marine svolte in collaborazione nell'area dei fondali marini internazionali. Il Fondo permetterà a scienziati e tecnici esperti, provenienti da nazioni in via di sviluppo, di partecipare a ricerche organizzate da istituzioni nazionali e internazionali nelle profondità marine. Nel febbraio 2008 è stata lanciata una campagna per identificare i partecipanti, stabilire una rete di enti cooperanti, e cercare ulteriori finanziamenti per accrescere l'iniziale dotazione di 3 milioni di dollari fornita dall'ISA.<ref>{{cita web |1=http://www.isa.org.jm/en/efund/fund |2=Fondo di Dotazione dell'ISA |3=11-05-2009 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20090430125957/http://www.isa.org.jm/en/efund/fund |dataarchivio=30 aprile 2009 |urlmorto=sì }}</ref>
 
Contrariamente alle speranze iniziali che le estrazioni minerarie sui fondali marini avrebbero generato notevoli guadagni sia per le nazioni impegnate nello sfruttamento che per l'ISA, sinora non è stata sviluppata nessuna tecnologia per raccogliere minerali dai fondali marini a costi competitivi con l'estrazione mineraria sulla terraferma. Fino a poco tempo fa, l'opinione comune era che potrebbero essere necessari vari decenni prima di poter raccogliere minerali in modo economico dalle profondità oceaniche. Inoltre, gli [[Stati Uniti d'America|Stati Uniti]], che possiedono alcune delle tecnologie più avanzate in questo campo, non hanno ancora ratificato la [[Convenzione delle Nazioni Unite sul diritto del mare]] e quindi non sono membri dell'ISA.