Nel 1984 l'esercito messicano distrusse un enorme ranch in cui il cartello di Guadalajara coltivava marijuana, infliggendo all'organizzazione criminale un danno dida circa otto miliardi di dollari<ref name=":3">{{Cita libro|autore=Malcom Beith|titolo=L'ultimo narco}}</ref>. Dietro all'operazione c'era un agente della DEA infiltratosi nell'organizzazione di Félix Gallardo, Enrique "Kiki" Camarena. L'agente venne rapito il 7 febbraio 1985<ref name=":3" /> da uomini di Guadalajara. Il corpo di Camarena, martoriato dalle torture, venne ritrovato il 5 marzo<ref>{{Cita news|autore=Jerry Seper|url=https://www.washingtontimes.com/news/2010/mar/05/dea-has-25-year-burning-reminder/|titolo=Brutal DEA agent murder reminder of agency priority|pubblicazione=The Washington Times|data=5 marzo 2010}}</ref>. Matta-Ballesteros venne indicato dalle autorità americane come uno dei mandanti del rapimento<ref name=":1" />. Nel 1985 il narco honduregno venne individuato a [[Cartagena]], [[Colombia]]. Qui, su richiesta delle autorità americane, Matta-Ballesteros venne arrestato ed imprigionato in un carcere di [[Bogotà]]<ref>{{Cita libro|autore=Elaine Shannon|titolo=Desperados: Latin Drug Lords, U.S. Lawmen, and the War America Can't Win}}</ref>, riuscendo però ad evadere il 16 marzo 1986 rifugiandosi in [[Guatemala]] e, da qui, in Honduras<ref name=":0" />.