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=== L'apertura al turismo "elitario" borghese (1933-1960) ===
 
Negli [[anni Trenta]] il [[governo fascista]] realizzò sul monte Terminillo un imponente progetto di valorizzazione turistica, che portò la montagna a diventare una vera e propria [[stazione sciistica]] con moderne infrastrutture di accesso e di ricettività; pubblicizzata e propagandata come la "montagna di Roma", in breve divenne un punto di riferimento per l'alta [[borghesia]] romana e per l'intera [[Italia centrale]].
Fu negli [[anni Trenta]] che il Terminillo venne lanciato turisticamente.
 
Nella narrazione //La retorica del [[regimeRegime fascista|regime]], fu esaltatoesaltò il ruolo di [[Benito Mussolini]], nellaadditandolo sceltaa e"scopritore" nelladel valorizzazioneTerminillo turisticae del Terminillo.suo Secondopotenziale turistico:<ref name="facoltosi" /> secondo [[Maria Scicolone]], [[Benito Mussolini|Mussolini]] avrebbe "scoperto"deciso ildi Terminillovalorizzarlo durante un viaggio in aereo da [[Forlì]] a Roma, chiedendo al comandante [[Attilio Biseo|Biseo]] che montagna fosse quella che stavano sorvolando.<ref>{{Cita libro|autore=[[Maria Scicolone]]|titolo=A tavola con il Duce: ricette e racconti inediti di casa Mussolini|editore=Gremese Editore|anno=2004}}</ref> In realtà ilalla progettorealizzazione fudel possibileprogetto graziecontribuirono aldiverse contributopersonalità die diversevari personalitàfattori.<ref name="facoltosi">{{Cita news|url=http://www.ilciclismo.it/2009/?p=2249|autore=Mauro Facoltosi|titolo=Terminillo: storie di fascismo, sci e ciclismo|pubblicazione=ilciclismo.it|data=16 maggio 2010|accesso=24 luglio 2018}}</ref>
Non è ben chiaro in che modo il [[governo fascista]] abbia abbracciato l'idea dello sviluppo del Terminillo.
Nella narrazione // retorica del [[regime fascista]], fu esaltato il ruolo di Mussolini nella scelta e nella valorizzazione turistica del Terminillo. Secondo [[Maria Scicolone]], [[Benito Mussolini|Mussolini]] avrebbe "scoperto" il Terminillo durante un viaggio in aereo da [[Forlì]] a Roma, chiedendo al comandante [[Attilio Biseo|Biseo]] che montagna fosse quella che stavano sorvolando.<ref>{{Cita libro|autore=[[Maria Scicolone]]|titolo=A tavola con il Duce: ricette e racconti inediti di casa Mussolini|editore=Gremese Editore|anno=2004}}</ref> In realtà il progetto fu possibile grazie al contributo di diverse personalità.<ref name="facoltosi">{{Cita news|url=http://www.ilciclismo.it/2009/?p=2249|autore=Mauro Facoltosi|titolo=Terminillo: storie di fascismo, sci e ciclismo|pubblicazione=ilciclismo.it|data=16 maggio 2010|accesso=24 luglio 2018}}</ref>
 
La necessità di facilitare l'accesso alla montagna si era affermata innanzitutto tra gli alpinisti e i montanari del luogo, visto il consistente numero di visitatori che già si registrava e che cresceva di anno in anno.<ref name="sentiero planetario storia" /> Inoltre, già da diversi anni, spingevano per lo sfruttamento turistico del Terminillo anche le autorità cittadine di [[Rieti]], nell'ottica di ampliare la platea dei turisti e garantire alla città un maggiore sviluppo economico:<ref name="palmegiani" /> tra questi, il [[Podestà (fascismo)|podestà]] [[Alberto Mario Marcucci]], il principe [[Ludovico Spada Veralli Potenziani|Ludovico Potenziani]] e il vescovo [[Massimo Rinaldi (vescovo)|Massimo Rinaldi]] (grande appassionato di montagna, soprannominato "il vescovo scarpone").
All'inizio degli [[anni Trenta]], visto il numero sempre maggiore dei visitatori, si era ormai affermata l'idea che fosse necessaria la costruzione di una strada carrozzabile che permettesse di facilitare l'accesso alle piste da sci.<ref name="sentiero planetario storia" /><ref name="palmegiani" />
 
IlTuttavia il principale artefice della valorizzazione turistica del Terminillo fu [[Angelo Manaresi]], gerarca fascista che aveva notevole influenza su Mussolini, presidente nazionale del [[Club Alpino Italiano|CAI]] nonché comandante del [[10º Reggimento alpini]] e sottosegretario alla [[Ministero della guerra del Regno d'Italia|Guerra]].<ref name="facoltosi" /> Il 24 maggio 1932, nel corso di un comizio tenuto a [[Rieti]] nell'anniversario della vittoria, Manaresi promise ai montanari reatini reduci della [[Grande Guerra]] di salire con loro fino alla vetta del Terminillo.<ref name="facoltosi" /> L'escursione ebbe luogo il 21 dicembre; Manaresi rimase profondamente colpito dalla bellezza del luogo, e promise di sottoporre a Mussolini il progetto per realizzarvi una stazione turistica.<ref name="facoltosi" />
- Lo voleva la politica reatina di [[Rieti]]: il [[Podestà (fascismo)|podestà]], [[Alberto Mario Marcucci]], il vescovo [[Massimo Rinaldi (vescovo)|Massimo Rinaldi]], ecc.
A chiedere l'opera c'erano l'ambiente locale reatino, che aspirava ad ampliare la platea dei turisti per portare nella città di [[Rieti]] un maggiore sviluppo economico,<ref name="palmegiani" />
 
Il progetto non ebbe difficoltà ad essere accolto, perché era funzionale a dare applicazione a diversi principi dell'ideologia [[fascista]], come la [[Politica agraria del fascismo italiano|politica di valorizzazione delle realtà rurali]] e quella di [[Sport e fascismo|promozione dell'attività sportiva]]. Infine, l'iniziativa soddisfaceva le aspirazioni di [[villeggiatura]] coltivate dall'ambiente dell'aristocrazia e borghesia romana, che da tempo il regime stava cercando di risolvere: Il regime aveva l'esigenza di creare una "montagna di Roma" // dotare Roma di un luogo idoneo per la pratica degli sport alpinistici, in grado di competere con i più celebrati centri alpini, molto scomodi da raggiungere per gli sportivi dell'Italia centrale. Dare sfogo alle velleità della borghesia romana. Vennero prese in considerazione le località di [[Campocatino]], nel frusinate, e di [[Monte Zappi]], ma alla fine la scelta ricadde sul Terminillo.<ref name="facoltosi" />
Il principale artefice della valorizzazione turistica del Terminillo fu [[Angelo Manaresi]], gerarca fascista che aveva notevole influenza su Mussolini, presidente nazionale del [[Club Alpino Italiano|CAI]] nonché comandante del [[10º Reggimento alpini]] e sottosegretario alla [[Ministero della guerra del Regno d'Italia|Guerra]].<ref name="facoltosi" /> Il 24 maggio 1932, nel corso di un comizio tenuto a [[Rieti]] nell'anniversario della vittoria, Manaresi promise ai montanari reatini reduci della [[Grande Guerra]] di salire con loro fino alla vetta del Terminillo.<ref name="facoltosi" /> L'escursione ebbe luogo il 21 dicembre; Manaresi rimase profondamente colpito dalla bellezza del luogo, e promise di sottoporre a Mussolini il progetto per realizzarvi una stazione turistica.<ref name="facoltosi" />
 
Un progetto simile rispondeva a diverse necessità // battaglie del [[regime fascista]] politica rurale del regime fascista:
* [[Sport e fascismo|promozione dello sport]]
* valorizzazione della montagna e delle realtà rurali // [[Politica agraria del fascismo italiano|politica di "ruralizzazione" dell'Italia]]
Infine, l'iniziativa dava sfogo alle velleità coltivate dall'ambiente dell'aristocrazia e borghesia romana, che da tempo il regime stava cercando di risolvere:
Il regime aveva l'esigenza di creare una "montagna di Roma" // dotare Roma di un luogo idoneo per la pratica degli sport alpinistici, in grado di competere con i più celebrati centri alpini, molto scomodi da raggiungere per gli sportivi dell'Italia centrale. Dare sfogo alle velleità della borghesia romana. Vennero prese in considerazione le località di [[Campocatino]], nel frusinate, e di [[Monte Zappi]], ma alla fine la scelta ricadde sul Terminillo.<ref name="facoltosi" />
 
Nel gennaio del 1933 Mussolini si recò di persona sulla montagna, compiendo l'ascesa a dorso di mulo insieme a moglie e figli;<ref name="facoltosi" /> anche lui rimase «impressionato dalla bellezza del massiccio montuoso».<ref name="cartoline ventennio">{{Cita web|url=https://cartolinedalventennio.it/layout/il-tempo-libero/turismo/192-la-montagna-del-duce|autore=Giovanna Giannini|titolo=Terminillo, la montagna del Duce|sito=Cartoline dal Ventennio|accesso=23 luglio 2018}}</ref>