Sofonisba (Mantegna): differenze tra le versioni

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L'opera fa parte di quella produzione di [[grisaglie]] che caratterizzò diverse opere del maestro padovano negli ultimi anni della sua carriera, dal [[1495]] circa fino alla morte. Tali opere rivaleggiavano con la scultura ed erano molto apprezzate nell'ambiente della corte, anche per la scarsità di grandi scultori attivi a corte e la difficoltà di procurarsi il marmo, che doveva essere importato da territori vicini con un certo esborso economico.
 
La tavola fa coppia con quella di ''[[Tuccia (Mantegna)|Tuccia]]'' nello stesso museo, che originariamente doveva avere misure identiche, e con due tele attualmente al [[Montreal Museum of Fine Arts]] (''[[Giuditta (Mantegna)|Giuditta]]'' e ''[[Didone (Mantegna)|Didone]]''), con le quali formavano il gruppo delle ''Donne esemplari dell'antichità''. Citate tutte e quattro nell'inventario ''port mortem'' dei beni dell'ultimo [[duca di Mantova]] [[Carlo Federico Gonzaga]] nel [[1542]], passarono attraverso [[Santi Rota]] nelle collezioni del maresciallo Schulenburg, venendo citate in un inventario del [[1738]]. Alcune incertezze nella ricostruzione storica sono date dalle misure che non combaciano, né con questa coppia né con quella di [[MontrealMontréal]].
 
Le due tavolette londinesi vennero battute a un'asta di [[Christie's]] il 13 aprile [[1775]], quando vennero separate dalle altre due, entrando nelle raccolte del Duca di [[Hamilton (Scozia)|Hamilton]] e venendo infine acquistate dal museo londinese alla dispersione di quelle collezioni nel [[1882]].