Arbegnuoc: differenze tra le versioni

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Dopo la ripresa della guerriglia di Hailù Chebbedè nel Lasta, la rivolta degli ''arbegnuoc'' interessò rapidamente il [[Beghemeder]] dove gli uomini di [[Ghebrè Cassa]] e [[Asfau Boccalè]] sbaragliarono due colonne italiane, il Goggiam dove [[Belai Zellechè]] attaccò con successo reparti coloniali, l'Uolla, guidata da Mangascià Abuiè e Hailù Belau che attaccarono la residenza di [[Albucò]]. Entro il mese di agosto 1937 divennero sempre più numerosi e pericolosi i focolai di rivolta; la colonna del maggiore Liverani venne distruttà dai guerrieri di Destà Iscetiè; entrò in azione Haile Mariam Mammo, mentre nel [[Ancoberino]] gli ''arbegnuoc'' erano guidati da Abebe Aregai, Mesfin Scilesci, Zaudiè Asfau e la vedova di Aberra Cassa, Chebbedesh<ref>{{cita|Del Boca|vol. III, pp. 113-114}}</ref>. Haiulù Chebbedè soprattutto nel mese di agosto raggiunse importanti successi; i suoi ''arbegnuoc'' attaccarono e distrussero la residenza di Amba Uoc e annientarono numerosi altri presidi, mentre in settembre inflissero pesanti perdite ad un battaglione coloniale e devastarono il centro di comunicazioni di [[Quoram]] lungo la strada principale Asmara-Addis Abeba<ref>{{cita|Del Boca|vol. III, p. 117}}</ref>.
 
Il maresciallo Graziani, sorpreso e sconvolto dalle improvvise cattive notizie, sembrò incapace di controllare la situazione e si abbandonò a recriminazioni, soprattutto verso il generale Pirzio Biroli, e a un comportamento violento, ordinando una repressione brutale; il viceré affermò che "ogni falsa pietà è delitto" e richiese alle sue truppe "l'eliminazione di tutti i capi, impostori, stregoni, falsi profeti...non rimane che la legge del taglione"<ref>{{cita|Del Boca|vol. III, pp. 114-115}}</ref>. Le notizie della rivolta etiopica suscitarono viva emozione anche in Italia; Mussolini sollecitò il ritorno di Graziani ad Addis Abeba e inviò rinforzi, mentre il ministro Lessona autorizzò l'impiego di "ogni mezzo" contro i ribelli, "compresi i gas"<ref>{{cita|Del Boca|vol. III, pp. 117-118}}</ref>. Il 19 settembre il maresciallo Graziani riuscì finalmente a concentrare ingenti forze nel Lasta e diede inizio alla repressione contro le bande di Hailù Chebbedè che subirono attacchi dall'aviazione e lanci di iprite; gli ''arbegnuoc'' abbandonarono [[SocotàSocotá]] e furono accerchiati; Chebbedè dopo una dura resistenza venne infine catturato da bande irregolari il 24 settembre 1937 e brutalmente ucciso; il cadavere venne decapitato<ref>{{cita|Del Boca|vol. III, pp. 118-119}}</ref>.
 
Il maresciallo Graziani fece ritorno nella capitale il 3 ottobre 1937 ma, nonostante la fine della rivolta del Lasta, la guerriglia si stava diffondendo nel Beghemeder, nel Goggiam, nel [[Monti Semien|Semien]]; molti presidi e residenze isolate italiane vennero attaccate e distrutte; i capi Iman e Dagnò Tesselmà, [[Asfau Boccalè]] e Ghebrè Cassa guidavano la ribellione nel Beghemeder dove la residenza di [[Arbì Gherbià]] venne annientata, la residenza di [[Debre Tabor]] assediata e una colonna di soccorso quasi distrutta; il generale Pirzio Biroli non fu in grado di ristabilire la situazione<ref>{{cita|Del Boca|vol. III, pp. 119-120}}</ref>. Gli ''arbegnuoc'' ottennero importanti successi nel Goggiam sotto la guida di [[Negasc Bezabè]], Belai Zellechè e soprattutto di [[Mangascià Giamberiè]]; il 13 e 14 settembre vennero attaccati e accerchiati molti presidi italiani e il 3 novembre i capi della rivolta diffusero un proclama in cui affermavano che "tutta l'Etiopia è in rivolta per cacciare gli italiani"; i tentativi di Graziani di favorire la pacificazione facendo intervenire il collaborazionista ras Hailu fallirono completamente; Negasc Bezabè respinse bruscamente gli inviti alla resa<ref>{{cita|Del Boca|vol. III, pp. 120-121}}</ref>. Il 29 ottobre gli ''arbegnuoc'' riuscirono ad attaccare e distruggere un reparto italiano a [[Medani Alem]], nelle vicinanze della stessa Addis Abeba e il 7 novembre Gherarsù Duchì sbaragliò un'altra colonna nemica a [[Uolisò]], nei pressi della capitale<ref>{{cita|Del Boca|vol. III, p. 122}}</ref>.