Guido Nolfi: differenze tra le versioni

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Quando Guido tentò di gestire tutto in maniera equlibrata, cercò il sostegno dei padroni in controversia con i magistrati fanesi, mentre ai cittadini chiese di comportarsi in maniera dignitosa.
 
I cittadini, scontenti del comportamento di Guido, dichiararono che Nolfi fosse responsabile di tutti i loro mali, concludendo la collaborazione con l'avvocato diventando freddi nei suoi confronti; nonostante ciò quando nel [[1600]] il cugino Nolfo entrò a far parte dei priori, Guido riuscì ad ottenere la carica di gonfaloniere della città, rimanendo con un atteggiamento distaccato pur mostrando amore per la sua terra <ref>{{Cita libro|autore=Marco Belogi|titolo=L'eredità di Guido Nolfi da FANOFano - Giurista e mecenate allacorte dei papi|anno=2002|editore=Banca di Credito Coperativo|pp=61-64|capitolo=Guido, negoziatore della cose fanesi presso la Santa Sende|edizone=Edizioni Grapho 5}}</ref>.
 
Guido espresse inoltre il desiderio di creare il collegio Nolfi (un università dedicata alla sua famiglia), nato dopo la sua morte nel [[1628]] in casa del figlio addottivo Vincenzo.
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=== L'eremo di S.Onofrio e quello di Monte Giove ===
Per il giubileo del 1600, papa Clemente VIII fece lastricare la strada che portava dalla [[Porta Santo Spirito]] all' [[Chiesa di Sant'Onofrio al Gianicolo|eremo di S.Onofrio]] (dedicato all' [[Onofrio (anacoreta)|omonimo santo]]), con l'elemosina di alcuni fedeli tra cui Guido Nolfi.
 
 
 
Infatti il santo a cui era dedicato l'eremo, era particolarmete apprezzato da Nolfi, poichè come l[[Anacoreta|'anacoreta]], il mecenate era proiettato verso un esistenza ricca di interiorità disdegnando le attività mondane e i divertimenti; infatti la sua ricchezza fù adoperata costantemente per glorifcare la grandezza di [[Dio]].[[File:Trastevere - sant'Onofrio - chiostro esterno 3108-10.JPG|miniatura|297x297px|Chiesa di Sant'Onofrio al Gianicolo.]]
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Guido commisionò una cappella privata dedicata alla famiglia Nolfi, nel duomo di Fano, lo stesso luogo in cui era stato battezzato il pontefice e concittadino [[Papa Clemente VIII|Clemente VIII]].
 
Il vescovo di Fano, Tommaso Lapi<ref>Tommaso Lapi, fiorentino, familiare di Clemente VIII, fin da quando questi era cardinale, fu uomo di lettere e rinnomato dottore in legge ; prima nunzio, in spagna, nel 1603 fu nominato vescovo di Fano.
 
Curò particolarmente l'educazione dei giovani.
 
Diventato quasi cecocieco, per una grande malattia agli occhi, visse i suoi ultimi anni nella povertà piu completa per dare ai poveri.
 
morìMorì nel 1622 e trovò sepoltura nella cappella del sacramento in cattedrale.</ref>, famigliare di Clemente VIII, concesse una cappella del Duomo ai fratelli Guido e Cesare Nolfi , aiutati finanziariamente anche dal cugino Nolfo.
 
Guido si raccomandò affinche ai piedi dell' altare fosse posto lo stemma a colori della loro famiglia con il motto:
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Dopo i primi studi curati da Paolo Teofilo, si recò a Roma per completarli e dove prestò servizio presso la duchessa di [[Bracciano|Braccino]] di casa [[Orsini|Orsini.]]
 
Durante il suo soggiorno romano, ebbe un particolare rapporto di conoscenza e stima con lo zio Guido Nolfi, al punto che questi nel [[gennaio]] [[1624]] lo volle come figlio adottivo.<ref>Atto notoriale di adozine p145p. 145</ref>
 
Quando Vincenzo aveva ventinove anni, lo zio Guido gli diede in moglie la nipote della sorella maggiore (Giulia Nolfi) Ippolita Uffreducci che aveva diciannove anni.
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* venti scudi da distribuire ai più poveri della parrocchia, ai mendicanti e al curato di S. Pietro
* cinque scudi al [[Monte di Pietà]] di Roma o di Fano ( in base al luogo in cui l'avrebbe colpito la morte)
*cento scudi "ai putti del Letterato" <ref>nelNel 1582 Leonardo Cerusi da Carisi detto il "letteratoLetterato", nell' arcoArco dei bancoBanco poco distante dalla casa di Guido, iniziò l'apostolato verso i ragazzi abbandonati.</ref>
*cento scudi alle convertite
*cento scudi all' Ospedale Fateben Fratelli
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Se l'erede non evesse avuto figli maschi, le femmine in successione sarebbero entrate in possesso solo di un vitalizio istiuito da Guido il [[26 gennaio|26 Gennaio]] [[1624]], se tale scelta non fosse stata seguita, l'eredità serebbe passata direttamente a Raniero.
 
 
 
Istituì un bonifico alla cappella Nolfi e obbligò Vincenzo a controllarla costantemente, ordinò che l' erede e i suoi fiigli vivessero nella casa paterna di Guido senza vendere, impegnare, pignorare, costruire o demolire le strutture di questa, il suo podere nella corte di Saltara e le sue propietà in campagna (assicurandosi che non venisse abbattuto nemmeno un albero da frutto); se la casa non fosse stata abitata sarebbe passata di propietà all'Ospedale Santa Croce.<ref>{{Cita libro|autore=Marco Belogi|titolo=L'eredità di Guido Nolfi da Fano (1554-1627) - Giurista e mecenate la corte dei Papi.|ed=Edizioni Grapho 5|anno=2002|editore=Banca di Credito Cooperativo di Fano|pp=147-154|capitolo=Testamento di Guido Nolfi}}</ref>