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== Biografia ==
Elena Emilia Aiello, terzogenita degli otto figli di Pasquale Aiello e Teresa Paglilla, crebbe in un ambiente esemplarmente cristiano. Rimasta orfana di madre nel 1905, maturò in seguito la decisone di abbracciare la vita religiosa, facendo il suo ingresso, il 18 agosto 1920, nell'istituto delle [[Figlie della Carità del Preziosissimo Sangue]] a [[Nocera dei Pagani]], in [[provincia di Salerno]]<ref>[https://www.riscossacristiana.it/il-sogno-profetico-della-beata-elena-aiello-di-don-marcello-stanzione/ Articolo di don Marcello Stanzione su "Riscossa Cristiana"]</ref>. Ma gravi malanni fisici, tra i quali interventi chirurgici e anche un tumore allo stomaco, la costrinsero a lasciare il monastero. Ma controContro ogni aspettativa giunse però la guarigione, che attribuì a [[Rita da Cascia|santa Rita]], e il 2 marzo 1923, secondo quanto riferisconi i suoi biografi, Elena ricevette le [[stigmate]], che si ripetevano ogni venerdì[[Venerdì santo]], scomparendo il [[sabato santo]]<ref>[http://www.santiebeati.it/dettaglio/91338 Da www.santiebeati.it]</ref>.
 
Trasferitasi a Cosenza insieme a un'amica, Luigia Mazza, anch'essa desiderosa di farsi religiosa, fondò con lei l'Istituto delle Suore Minime della Passione di Nostro Signore Gesù Cristo. Nella regola indicò come riferimenti spirituali la Passione di Gesù e la carità testimoniata da san Francesco da Paola<ref>[https://agensir.it/quotidiano/2018/6/18/vita-religiosa-si-concludono-domani-a-roma-i-solenni-festeggiamenti-in-onore-della-beata-elena-aiello/ Da "Agenzia S.I.R. (Servizio Informazione Religiosa)"]</ref>. Elena Aiello, conosciuta come la "''Monaca Santa''", dedicò la sua vita all'accoglienza, in particolare dei bambini abbandonati, istituendo per gli orfani alcuni istituti e aprendo un Istituto Magistrale per le ragazze che uscivano dall'orfanotrofio.