Cerro Veronese: differenze tra le versioni

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== Storia ==
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Cerro è detto “Veronese” per distinguerlo da Cerro Lambro (Milano), Cerro al Volturno (Campobasso), Cerro Maggiore (Milano), Cerro Tànaro (Asti), ecc. Eppure probabilmente nessuno di questi altri comuni può vantare un'origine più antica del Veronese, visti gli importanti ritrovamenti di oggetti preistorici sul Dosso Bertin e in altre zone del comune quali il Vajo Squaranto e la Nasa, testimonianti la remotissima colonizzazione abitativa del territorio dell'odierno Cerro. Le più importanti scoperte tuttavia, furono fatte al Còale del Mondo nel Vajo de la Busa negli anni tra il 1947 ed il 1953 grazie al lavoro degli studiosi del Museo di Storia Naturale di Verona, che diede luce ad un primo strato di sedimenti di età eneolitica (età del Rame, a partire dal 5000 a.C.) al quale seguirono altri più antichi fino ad un ultimo di età paleolitica superiore (40.000-10.000 a.C.) che rivelò agli archeologi una meravigliosa collezione di lame, abbozzi di schegge, raschiatoi su lame, bulini, punte di freccia e di giavellotto, lame denticolate ed altri manufatti che non si discostano da quelli ritrovati nel più importante sito del Ponte di Veja.
 
È evidente quindi, che la zona di Cerro e la bassa Lessinia più in generale siano state soggette fin dall'antichità alla presenza di comunità umane di entità più o meno importante, fatto che smentisce l'idea secondo la quale questi territori siano stati spopolati fino ai secoli X e XI, ai quali risalgono tuttavia le prime testimonianze scritte di colonizzazioni da parte di popolazioni provenienti da altre regioni. È del 969 infatti un documento con il quale Ottone I (re di Germania ed Italia) concesse anche ad alcuni abitanti della Valpantena il diritto di usufruire dei boschi della cosiddetta “Selva hermannorum” o Frizzolana (nome di probabile origine preromana) che era già detta degli arimanni o waldemanni (boscaioli), popolazioni aventi il diritto al taglio dei boschi e al pascolamento “cum liberis hominibus qui vulgo herimani dicuntur” probabilmente già a partire dal terzo secolo. La gestione della Frizzolana passò poi al vescovo di Verona, che nel 1218 ne regolamentò l'utilizzo.