Cerro Veronese: differenze tra le versioni
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'''Cerro Veronese''' (''El Sèro'' in [[
== Geografia fisica ==
Cerro Veronese dista una ventina di chilometri da [[Verona]] e rispetto al [[Verona|capoluogo]] è collocato in posizione nordest. Il territorio comunale confina a nord con quello di [[Bosco Chiesanuova]] (distante 8 km), a sud e ad ovest con [[Grezzana]] (distante 12 km) e ad est con [[Roverè Veronese]] (distante 7 km).
Il paese giace sulla dorsale collinare tra la [[Valpantena]] e la [[Val Squaranto]]. È una delle prime località della [[Lessinia]] che si incontrano provenendo dalla città. Il territorio comunale, di dimensioni piuttosto modeste, si presenta tipicamente montagnoso e comprende i primi rilievi lessinici. Si possono trovare, inoltre, ampie zone verdi dedicate soprattutto ai pascoli di bovini e ovini. La casa comunale si trova a 730 m s.l.m. ed il grado sismico è basso. È collegato alla maggiore località sciistica della [[Lessinia]] ([[Malga San Giorgio]], distante circa 18 km in direzione nordest) dalla SP6 dei Lessini.
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== Storia ==
{{NN|storia|dicembre 2013}}
Cerro è detto “Veronese” per distinguerlo da Cerro Lambro (Milano), Cerro al Volturno (Campobasso), Cerro Maggiore (Milano), Cerro Tànaro (Asti),
È evidente quindi, che la zona di Cerro e la bassa Lessinia più in generale siano state soggette fin dall'antichità alla presenza di comunità umane di entità più o meno importante, fatto che smentisce l'idea secondo la quale questi territori siano stati spopolati fino ai secoli X e XI, ai quali risalgono tuttavia le prime testimonianze scritte di colonizzazioni da parte di popolazioni provenienti da altre regioni. È del 969 infatti un documento con il quale Ottone I (re di Germania ed Italia) concesse anche ad alcuni abitanti della Valpantena il diritto di usufruire dei boschi della cosiddetta “Selva hermannorum” o Frizzolana (nome di probabile origine preromana) che era già detta degli arimanni o waldemanni (boscaioli), popolazioni aventi il diritto al taglio dei boschi e al pascolamento “cum liberis hominibus qui vulgo herimani dicuntur” probabilmente già a partire dal terzo secolo. La gestione della Frizzolana passò poi al vescovo di Verona, che nel 1218 ne regolamentò l'utilizzo.
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