Emilio Salgari: differenze tra le versioni

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Verso la fine del 1897, l'editore Anton Donath, con cui aveva iniziato a collaborare, lo convinse a trasferirsi a Genova e la famiglia si sistemò a Casa Rebora, nel quartiere di Sampierdarena. Durante il soggiorno ligure scrisse ''[[Il Corsaro Nero (romanzo)|Il Corsaro Nero]]'', pubblicato nel 1898 e considerato il capolavoro di Emilio Salgari. Qui strinse anche amicizia con Giuseppe Garuti, in arte Pipein Gamba, che fu uno dei primi illustratori dei suoi lavori.
===La vita a Torino===
 
Nel [[1900]], larichiamato famigliadall'editore Speirani, Salgari si trasferì, con moglie e figli, definitivamente a [[Torino]], in Corso Casale, prima al civico 298 e poi al 205. Da qui Salgari poteva facilmente raggiungere in tram la [[biblioteca civica centrale]], dove trovava mappe e racconti di viaggi esotici che costituivano la base e lo spunto per le sue storie. Tra il 1892 e il 1898 pubblicò circa una trentina di opere. Nel solo triennio 1894-1896, sempre con Speirani, pubblicò ben cinque titoli: ''[[Il tesoro del presidente del Paraguay]]'', ''[[Le novelle marinaresche di Mastro Catrame]]'', ''[[Il re della montagna]]'', ''[[Attraverso l'Atlantico in pallone]]'' e ''[[I naufragatori dell'Oregon]]''. Il motivo di tutto questo lavoro erano i debiti che Salgari continuava ad accumulare, e infatti nel 1896 lo scrittore firmò un altro contratto con l'editore genovese [[Donath Editore|Donath]] e nel 1906 anche con il fiorentino [[R. Bemporad & figlio|Bemporad]].
 
Il 3 aprile 1897, su proposta della regina d'Italia [[Margherita di Savoia]], Salgari venne insignito dalla Real Casa del titolo di "Cavaliere dell'[[Ordine della Corona d'Italia]]"<ref>«[...] a 34 anni cavaliere su proposta di S. M. Margherita», Emilio Salgari a Luigi Motta, cartolina postale manoscritta, Torino, 14 dicembre 1904, Fondo Luigi Motta Milano</ref><ref>«[...] questo genere di lettura che istruendo con diletto giustamente si è meritato il favore del pubblico» lettera di Margherita di Savoia a Emilio Salgari. Lo scrittore, riconoscente degli elogi della Regina, contraccambiò inviandole la prima copia di ogni sua opera; citato in {{Cita|Arpino e Antonetto}}</ref>. Ciononostante la sua situazione economica non migliorò, anzi a partire dal 1903 - quando la moglie iniziò a dare segni di follia - si moltiplicarono i debiti che fu costretto a contrarre per poter pagare le cure. Nel 1910 la salute mentale della donna peggiorò ulteriormente e nel 1911 venne rinchiusa in [[ospedale psichiatrico|manicomio]].