Letteratura vittoriana: differenze tra le versioni

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La seconda metà dell'[[XIX secolo|Ottocento]] si alimenta prevalentemente dei frutti delle conquiste coloniali, il cui aspetto brutale è denunciato da un lupo di mare [[Polonia|polacco]] naturalizzato inglese, [[Joseph Conrad]] in romanzi come ''[[Cuore di tenebra]]'', ambientato nel cuore dell'[[Africa]] nera: emblematica è la fine di Kurtz, il mercante-armatore senza scrupoli che scompare misteriosamente nella [[giungla]] per essere "conquistato" egli stesso dal suo fascino, diventando un feroce uomo tribale. Altri personaggi nei romanzi di Conrad subiscono altrettanto drammatiche trasformazioni o periscono durante le loro esplorazioni: il contatto con la natura esotica che il palazzo di vetro vittoriano aveva vanamente creduto di addomesticare e "contenere" si dimostra invece fatale per l'uomo bianco.
 
La reazione antivittoriana, come sono definiti gli ultimi anni dell'epoca, vede una progressiva distruzione del mito delle ''magnifiche sorti e progressive'' con il salto dell'uomo moderno in un buio di incertezze da cui emergono i fantasmi repressi dell'[[inconscio]]. Più prosaicoprosaica ma non meno significativa è l'opera di [[Thomas Hardy]] ([[1840]]-[[1928]]), che racconta con amarezza la storia di una povera ragazza sedotta e abbandonata (''Tess dei d'Urbervilles''): nel narratore non si smorza la critica feroce verso una società dalla doppia faccia, fatta di due pesi e due misure per ceti sociali diversi. Non vi è alcuna consolazione alla fine della storia.
 
Tess, una giovane ragazza innamoratasi perdutamente di un uomo è sedotta e abbandonata, diventando così lei paria della società, e il suo destino di capro espiatorio si realizza appieno solo alla fine, quando viene impiccata per avere ucciso il suo seduttore: non vi è più la fiducia che l'uomo sia artefice del proprio destino, ma solo vittima, e il romanzo è una tragedia dai toni cupi in cui si coglie l'eco degli antichi drammi greci.