Giorgio Visintin: differenze tra le versioni

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}} comandante della [[Divisione Garibaldi "Natisone"]].
 
Ad egliGli è stato dedicato un libro a cura dell'Istituto Friulano del Movimento di Liberazione, curato nel 1999 da Luciano Patat<ref>[http://www.anpi.it/uomini/fantini_mario.htm Biografia di Mario Fantin]</ref>
 
== Biografia ==
=== La famiglia ===
Giorgio Visintin viene alla luce nel quartiere proletario dei [[Cantieri Riuniti dell'Adriatico]] (CRDA). Il padre Giuseppe, è tecnico elettromeccanico al cantiere, si interessa soprattutto di alpinismo e sarà fra i fondatori del [[Club Alpino Italiano]] di [[Monfalcone]], mentre la madre Maria Emma Fantin è una coraggiosa libertaria: i suoi parenti sono militanti dell'[[antifascismo]] giuliano più deciso; lo zio da parte di madre [[Camillo Donda]] è un comunista che verrà catturato dall'OVRA il 1º giugno [[1934]] subendo una condanna a 18 anni di carcere mentre il prozio di Giorgio Visintin, cioè lo zio della madre, è un dirigente socialista e deve nascondersi in casa Visintin perché i [[fascisti]] gli danno la caccia, il fratello della madre Mario<ref>[http://www.anpi.it/uomini/fantini_mario.htm Biografia di Mario Fantin o Fantini al comandante partigiano ''Sasso'' è stato dedicato un libro a cura dell'Istituto Friulano del Movimento di Liberazione, curato nel 1999 da Luciano Patat ''Mario Fantini "Sasso" comandante della divisione "Garibaldi Natisone"'', Mario Fantin è anche [[File:Valor militare silver medal BAR.svg|100px]] Medaglia d'argento al valor militare]</ref> assumerà il nome di battaglia ''Sasso'' e sarà il comandante, durante la [[Resistenza italiana|guerra di Liberazione]], della Divisione d'assalto Natisone<ref>[http://www.antiwarsongs.org/canzone.php?lang=it&id=1212 La versione italiana del canto della Divisione d'assalto Natisone, ripresa da "La musica dell'Altraitalia", in quanto la canzone nasce da una canzone dei partigiani [[sloveni]]]</ref> operante nella zona dell'[[Isonzo]] e in [[Slovenia]]. Anche la zia paterna Rosina Visintin Gasser avrà un ruolo di spicco nella [[Resistenza italiana|Resistenza]]. Il cognato di "Sasso", [[Mario Modotti]]<ref>[http://www.anpi.it/uomini/modotti_mario.htm biografia di [[Mario Modotti]] da [[ANPI]], il nome di Battaglia fu ''Tribuno'' e [[Luigi Cominesi Raimondi]] nel [[2002]] gli ha dedicato un libro, ''Mario Modotti "Tribuno". Storia di un comandante partigiano.'']</ref>, sarà al comando della Brigata Garibaldi - [[Osoppo]] "[[Ippolito Nievo]]" riuscendo a unire la corrente politica comunista e quella azionista, alla base della formazione, verrà fucilato il 9 aprile [[1945]] dopo esser stato preso durante una un'azione partigiana.
 
=== La formazione antifascista ===
Giorgio Visintin incomincia a formarsi politicamente già nell'infanzia e nel [[1939]], in quinta elementare a [[Panzano (Monfalcone)|Panzano]], assiste ad una vivace diatriba fra il padre, che da "austriacante" ha qualche simpatia per i tedeschi, e lo zio Giovanni in quel momento ospite dei Visintin per non esser preso dai [[fascisti]]. Quando nel [[1941]] la [[Germania]] invade la [[Jugoslavia]] e l'Italia occupa la [[Slovenia]], Giorgio è un ragazzino di 12 anni e con la famiglia nell'estate si reca a San Daniele sul [[Carso]] presso Giuseppina Furlan, che ricopre l'incarico di segretaria del [[fascio]] del paese per quanto concerne la sezione femminile.
 
=== L'incontro con Stojan Furlan ed i suoi compagni ===
Ma Giuseppina Furlan è anche la madre di [[Battaglia di Gorizia (1943)|Stojan Furlan]]<ref>Sarà uno dei comandanti e fondatori con [[Camillo Donda]] [http://www.anpi.it/uomini/donda_camillo.htm biografia di Donda da [[ANPI]]] e Ferdinando Marega della [[Battaglia di Gorizia (1943)|Brigata Proletaria]] costituita di circa 1000 operai di [[Monfalcone]] la cui staffetta era [[Ondina Peteani]]</ref> che diciassettenne studia da seminarista ed è comunista e nella vicenda della Resistenza della zona di [[Gorizia]] sarà una delle anime principali.
 
Stojan è molto deciso, è già in contatto con [[Albania|albanesi]], che gli raccontano i soprusi compiuti dagli invasori italiani. Frequentando Stojan Furlan incontra numerosi antifascisti [[Sloveni]] che hanno tutta l'intenzione di organizzare bande partigiane per contrastare i [[nazifascisti]]. Fra questi conosce anche il ventunenne [[Giovanni Premoli]], già ufficiale dell'[[Esercito Italiano]], futuro animatore della Resistenza organizzata sul [[Collio (territorio)|Collio]] dopo l'insurrezione di [[Gorizia]].
 
Il giovanissimo Visintin apprende dai suoi amici i rudimenti del [[marxismo]] e assiste anche alle discussioni su ipotesi di formazione di bande armate antifasciste, da cui le prime azioni di guerriglia nella [[regione Giulia]]. Stojan Furlan il 3 febbraio [[1942]] guiderà la ''prima Compagnia d'assalto slovena'' che porterà ingenti danni alla più lunga galleria del Carso sabotando i binari mentre i fascisti tenteranno fino all'estremo di nascondere l'azione partigiana onde non servisse da innesco ad una rivolta generale nella zona.
 
=== Giorgio Visintin va con la guerriglia ===
Giorgio Visintin appena tredicenne esce da scuola cantando canzoni libertarie assieme ad un suo amico di nome Sies ed a quel punto intervengono studenti [[fascisti]], ma il ragazzo estrae la pistola di tasca e li mette in fuga sparando colpi in aria. Subito dopo viene catturato, ma la cosa viene interpretata come atto di bullismo. All'inizio del [[1944|'44]] abbandona la scuola e comincia a portare attacchi ai nazifascisti assieme ad altri compagni utilizzando il nome di battaglia dello zio, ''Sasso'', o ''Tempesta'' (quando è aggregato alla brigata Garibaldi - Trieste) o ''Lupo'' (quando combatte con la Divisione Garibaldi-Natisone)<ref>{{citazione|All'indomani dell'8 settembre 1943 si costituisce sul Collio il Battaglione "[[Giuseppe Mazzini|Mazzini]]", il germe di quella che, nell'estate del 1944, diventa la Divisione garibaldina "Natisone" che, con i suoi oltre 5.000 combattenti e 1.500 morti, è la più grande formazione partigiana della [[Resistenza italiana]]. [[Mario Fantini]] "Sasso" ne è il carismatico comandante, il combattente generoso che, con grande coraggio ed insospettate doti di tattica e strategia militari, riesce a guidare i propri uomini in due anni di duri combattimenti in [[Italia]] ede in [[Slovenia]]. Decorato di medaglia d'argento al valor militare, nel dopoguerra viene più volte incarcerato per la sua attività politica e continuamente minacciato dai [[fascisti]]. Dopo aver trascorso un anno e mezzo in carcere ed essere stato assolto con formula piena da ogni responsabilità per l'[[eccidio di Porzûs]], si ricostruisce una nuova vita con un piccolo commercio di elettrodomestici e di bombole del gas. Presidente del Comitato provinciale dell'[[ANPI]], si dedica con grande passione all'opera di valorizzazione della [[Resistenza italiana|Resistenza]] e di divulgazione delle imprese di cui sono stati protagonisti i partigiani della "Natisone"}}[http://www.ifsml.it/pubquad.htm Istituto Friulano per la Storia del Movimento di Liberazione] {{webarchive|url=https://web.archive.org/web/20081002173504/http://www.ifsml.it/pubquad.htm |data=2 ottobre 2008 }}</ref>. Viene ferito e curato di nascosto nell'ospedale di [[Monfalcone]]; catturato 5 volte, per ben 5 volte gli riesce la fuga.
 
Il quarto arresto lo subisce nei dintorni di [[Opicina]] (luogo tristemente noto per una strage dei nazifascisti) ed è il servizio di sicurezza germanico chiamato [[Sicherheitsdienst]] (SD) che si occupa della sua cattura, ma ancora riesce a sfuggire alla fucilazione. Scappato da [[Sesana]] qualche giorno dopo si riunisce alla banda partigiana operante a [[Ranziano-Voghersca]]. Quando ormai la resa dei fascisti è cosa fatta e la lotta armata sembra conclusa, si presenta assieme al padre nella Scuola Magistrale di [[Gorizia]] dove dovevano esser depositate armi, ma è una trappola a cui riesce a sfuggire grazie allo zio Mario Fantin. Quest'ultimo riesce a far liberare anche diversi miliziani partigiani presi come prigionieri dai partigiani [[Slovenisloveni]]. Fra questi vi era pure il padre di Giorgio che, pur non essendo partigiano combattente, era stato catturato quando il figlio era andato a depositare le armi.
 
=== Immediato dopoguerra ===
L'anno successivo alla [[Caduta della Repubblica Sociale Italiana|Liberazione]] vi sono manifestazioni per [[Gorizia]] italiana e Giorgio Visentin vi partecipa. Il primo congresso dell'[[ANPI]] del 1947 vede una spaccatura fra due anime delle brigate Partigianepartigiane ovvero fra l'[[ANPI]] e l'[[Associazione Partigiani Giuliani]] (APG), di tendenza filo -jugoslava per cui Giorgio Visintin e [[Ferruccio Bozzini]], di [[Gorizia]], e dopo, Giorgio Visintin e [[Ladi Dornik]]<ref>[http://www.anpi.it/patria_2002/11-02/XII_inserto_Ricordiamoli.pdf commemorazione [[Ladi Dornik]] vice presidente ANPI [[Gorizia]]] {{webarchive|url=https://web.archive.org/web/20060607164755/http://www.anpi.it/patria_2002/11-02/XII_inserto_Ricordiamoli.pdf |data=7 giugno 2006 }}</ref>, comandante partigiano, ripercorrono l'itinerario fatto durante la Resistenza da un paese all'altro per spiegare ai partigiani [[Jugoslavijugoslavi]] il perché è consigliabile che convergano nell'ANPI soprattutto visto il periodo storico ede i vicini trascorsi. Il lavoro è difficile ede occupa i mediatori per quasi 2due anni ma alla fine porta all'unificazione.
 
=== Il lavoro di documentazione del dopoguerra ===
Nel [[1951]] Giorgio compie il servizio di leva prima presso [[Centro Addestramento Reclute|CAR]] di [[Brescia]], poi alla Scuola “Cavalleria blindata” di [[Tor di Quinto]]. Negli anni seguenti la Liberazione si mette a scrivere un "diario" che per mole di documentazione ed immagini disponibili nel suo archivio privato è ritenuto di grossa importanza per la ricostruzione del periodo inerente all'occupazione dei nazifascisti. Vi son riportate prove documentali delle atrocità compiute dagli [[Ustascia]] di [[anteAnte Pavelić]] “[[führer]] dei croati”, amico e protetto da [[Benito Mussolini]], la condanna decisa del cardinale [[Eugène Tisserant]], in cui il cardinale li accusa dello sterminio di 350&nbsp;000 ortodossi serbi senza distinzione di sesso e età e di un gran numero di [[ebrei]], [[zingari]] e [[musulmani]] in un unico anno.
 
Nel prosieguo, Visintin ricostruisce e pubblica un video, la ''14ma Brigata d'assalto Garibaldi [[Trieste]]'', in cui viene spiegata la vita dei partigiani durante la Liberazione della Regione Giulia. Con il suo archivio fotografico contribuisce alla documentazione visiva, nel [[1970]], al volume ''[[Corpo Volontari della Libertà]]'', edito a cura del Comune di [[Milano]] nel [[1975]], presentato dal comandante partigiano [[Aldo Aniasi]] e da [[Antonio Greppi]], sindaco di Milano. Nel [[1985]] con gli ex partigiani Piero Grandi, Battista Guerrini, Ciro Lilloni, Bruno Golo<ref>{{collegamento interrotto|1=[http://www.anpigallarate.it/index.php/personaggi/71-locali/113-bruno-golo.html RICORDARE BRUNO GOLO nome di battaglia "MANLIO"] |date=marzo 2018 |bot=InternetArchiveBot }}</ref> (ex comandante della 181.ma Brigata Garibaldi), tutti con incarichi già in [[ANPI]], costituisce la sezione ANPI di [[Segrate]]. Qualche anno dopo Visintin è designato a svolgere l'incarico di Presidente della Vigilanza della Città di Milano, e rimane in carica fino al [[1992]]. La sua azione nell'ANPI prosegue ed importante è la sua posizione del [[2004]] relativamente al [[revisionismo storico]] per cui durante le celebrazioni del 59º anniversario della [[Caduta della Repubblica Sociale Italiana|Liberazione]] mette in chiaro quanto appurato storicamente sia a livello generale sia a livello particolare per l'invasione da parte dei nazifascisti in Jugoslavia ricordando il [[campo di concentramento di Gonars]], adesso sede di un "sacrario", dove morirono per stenti ed infezioni più di 500 in gran parte donne e bambini. Parla anche della foiba di [[Basovizza]] dove alcuni storici reputano che furono gettate circa 200 persone e della [[Risiera di San Sabba]] dove più di cinquemila [[antifascisti]] ed [[ebrei]] furono trucidati dai nazifascisti e fascisti dipendenti dall'Ispettorato Speciale di Polizia per la Venezia Giulia che funzionava dal 1942 {{citazione| Oltre alla “lotta antipartigiana” i membri dell’Ispettorato si occupavano anche di andare a prelevare gli Ebrei da deportare in Germania: gli agenti si presentavano in casa delle persone da prelevare, in genere in seguito a denunce di solerti vicini di casa o bottegai della zona (va ricordato che i nazisti ricompensavano con 10.000 lire – dell’epoca! – i delatori per ogni denuncia che portava ad un arresto), i prigionieri venivano poi portati in via Bellosguardo e di lì “smistati” in Risiera.}}<ref>[http://www.didaweb.net/fuoriregistro/leggi.php?a=6811 Gaetano Collotti]</ref> e che aveva come uomini di punta i torturatori [[Giuseppe Gueli]] e [[Gaetano Collotti]], quest'ultimo strettamente legato alla vicenda di [[Ercole Miani]].
 
== Opere ==