Battaglia del Mediterraneo: differenze tra le versioni

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[[File:Royal Air Force Operations in Malta, Gibraltar and the Mediterranean, 1940-1945. C3902.jpg|thumb|left|Un convoglio italiano sotto attacco da parte di velivoli britannici]]
 
Nonostante alcune gravi perdite come quelle del convoglio del 16 aprile e del ''Conte Rosso'', nel corso del primo semestre del 1941 i collegamenti tra Italia e Libia erano stati mantenuti sostanzialmente stabili, con una punta in luglio del 95% del materiale inviato giunto felicemente a destinazione<ref>{{cita|Da Frè|p. 486}}.</ref>. Senza più la pressione delle forze aeree tedesche, tuttavia, Malta era tornata a essere una sicura base per gli aerei e i sommergibili britannici, affiancati in ottobre da un contingente di incrociatori leggeri e cacciatorpediniere (Force K). Tra agosto e dicembre 1941, in concomitanza che le operazioni britanniche tese a liberare Tobruk dall'assedio [[Assedio di Tobruch|impostole a maggio]], il traffico navale per la Libia fu nuovamente oggetto di attacchi, con un picco registrato tra ottobre e novembre quando 44 mercantili furono affondati. Tra gli episodi più sanguinosi, l'affondamento dei transatlantici ''Neptunia'' e ''Vulcania'' operato il 18 settembre dal sommergibile ''Upholder'' (con 384 soldati uccisi)<ref>{{cita|Bragadin|p. 169}}.</ref> e il 9 novembre la [[battaglia del convoglio Duisburg]]: la Force K colò a picco due cacciatorpediniere e sette tra piroscafi e petroliere senza subire perdite, nonostante la protezione a distanza fornita da una divisione di incrociatori italiani sotto il [[contrammiraglio]] [[Bruno Brivonesi]], poi deferito a un tribunale militare per l'episodio<ref>{{cita|Giorgerini|pp. 483-487}}.</ref>. Seppur pagati con perdite significative (nel corso di tutto il 1941 la Royal Navy perse dieci sommergibili nel Mediterraneo oltre a un battello greco e uno della Francia libera<ref>{{cita|Bragadin|p. 155}}.</ref>), questi successi portarono i britannici a interrompere per la prima volta i collegamenti navali tra Italia e Libia, obbligando infine le forze italo-tedesche di Rommel ad abbandonare la Cirenaica e ripiegare in [[Tripolitania]]. La situazione era peggiorata al punto che la Regia Marina dirottò incrociatori leggeri e cacciatorpediniere a missioni di trasporto di carburante, ma tale tattica si rivelò controproducente: il 13 dicembre, nel corso della [[battaglia di Capo Bon]], tre cacciatorpediniere britannici e uno olandese sorpresero gli incrociatori leggeri {{nave||Alberto dadi Giussano|incrociatore|2}} e {{nave||Alberico da Barbiano|incrociatore|2}} in rotta per Tripoli e li affondarono entrambi, provocando la morte di circa 900 marinai<ref name=DF488>{{cita|Da Frè|p. 488}}.</ref>.
 
[[File:HMS Barham explodes.jpg|thumb|La santabarbara della ''Barham'' esplode, dopo il siluramento effettuato da un sommergibile tedesco]]