Bruno Fanciullacci: differenze tra le versioni

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Partecipò a numerose azioni contro installazioni e uomini della [[Repubblica di Salò]] o ritenuti collaborazionisti, fino all'eclatante, quanto discussa, [[Uccisione di Giovanni Gentile|uccisione del filosofo Giovanni Gentile]], avvenuta il 15 aprile [[1944]] nel quartiere [[Salviatino]]. Per compiere quell'azione, Bruno Fanciullacci e Antonio Ignesti si appostarono verso le 13,30 nei pressi della villa dove era ospite il filosofo; allorché questi giunse in auto, gli si avvicinarono tenendo sotto braccio dei libri per camuffarsi da studenti; [[Giovanni Gentile]] abbassò il vetro per prestare ascolto e fu colpito da una raffica. Dopo appena sei giorni (21 aprile), in via Santa Maria, due gappisti ferirono Bruno Landi, un noto esponente fascista fiorentino<ref>{{cita|Francesco Perfetti, Assassinio di un filosofo|p. 88}}</ref> conosciuto come il "Pollastra", soprannome probabilmente dovuto al suo luogo di provenienza, sito nei pressi del torrente Pollastra-Nocella.
 
Gli autori dell'agguato sono rimasti ignoti, ma la ''vox populi'' del tempo indicava l'esecutore in Fanciullacci, probabilmente per il fatto che il ferimento era avvenuto nella stessa via ove abitava "Maurizio" (DECIDETEVI! MASSIMO O MAURIZIO? EDITED BY FRANCESCO MARIA PETRINI). Il 23 aprile, mentre passeggiava in [[Piazza Santo Spirito]], Fanciullacci venne affrontato da alcuni parenti del "Pollastra", capeggiati da un certo Lisi, intenzionati a chiedergli conto dell'atto a lui attribuito. Dopo un'animata discussione, Fanciullacci cercò di fuggire, ma venne raggiunto. Arrestato e condotto a [[Villa Triste]], fu sottoposto ad interrogatorio, dal quale uscì con numerose ferite di pugnale alla mano sinistra, alle natiche e ai testicoli.
 
Sommariamente medicato nell'infermeria di Villa Triste, il gappista fu ricoverato all'[[Ospedale Bonifacio|ospedale "San Gallo"]] e poi trasferito al "[[Ospedale di Santa Maria Nuova|Santa Maria Nuova]]", piantonato dai fascisti; i suoi compagni del "Gruppo B", con un colpo di mano, riuscirono a prelevarlo, trasferendolo in casa del pittore [[Ottone Rosai]], per la convalescenza. Bruno tornò presto in azione e il 9 luglio partecipò, con una decina di compagni, all'irruzione nel [[Ex monastero di Santa Verdiana|carcere femminile di Santa Verdiana]] che porterà alla liberazione di 17 detenute.