Chiesa di Santa Maria della Neve (Pisogne): differenze tra le versioni
Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Recupero di 2 fonte/i e segnalazione di 0 link interrotto/i. #IABot (v1.6.2) |
m Bot: Correzione di uno o più errori comuni |
||
Riga 68:
Le pareti laterali sono affrescata secondo due registri: più in alto, ad occupare le grandi arcate gotiche, troviamo le scene finali della "Passione" (partendo dall'angolo a sinistra dell'arco e procedendo in senso antiorario, la ''Cattura di Cristo nell'Orto degli Ulivi'', l'''Ecce Uomo'', la ''Salita al Calvario'', la ''Crocifissione'' sulla controfacciata, la ''Resurrezione'', la ''Discesa al Limbo'' e l<nowiki>'</nowiki>''Ascensione''); sotto di esse in una zoccolatura di finto marmo troviamo altre scene della vita di Cristo (la ''Cena in casa del Fariseo'', ''Cristo davanti a Pilato'', ''Cristo flagellato'', ''Cristo coronato di spine'', l<nowiki>'</nowiki>''Ultima Cena'', la ''Lavanda dei piedi'' e l<nowiki>'</nowiki>''Ingresso in Gerusalemme''), raffigurate in scala più piccola dentro riquadri rettangolari che fanno pensare ad una galleria di quadri. I dipinti colpiscono per l'esecuzione sommaria e rapida delle figure, ottenuta dipingendo in prevalenza direttamente sull'[[intonaco]] fresco, senza l'aiuto di cartoni preparatori; le vesti dei principali personaggi mostrano colori serici, con panneggi fruscianti ottenuti grazie ad un uso sapiente di effetti luministici.
Il percorso meditativo proposto dal Romanino lungo le pareti della chiesa presenta alcune incongruenze rispetto al susseguirsi degli eventi narrati nei testi evangelici. Osserva a questo proposito Francesco De Leonardis:<br />{{Citazione|Questo apparente disordine è stato interpretato talvolta come un segno della bizzarria del Romanino, che non vincolato da committenti colti, avrebbe agito con ampia libertà anche nella scelta dei soggetti, dopo che gli era stato fissato il tema generale. Recentemente però Bruno Passamani ha dato una nuova convincente lettura di questo percorso iconografico che sarebbe da ricondurre alle pratiche devozionali di stampo teatrale di una confraternita di Disciplini o alla spiritualità dei Frati Minori dell'
Il punto culminante dell'intero ciclo è la grande drammatica scena della ''Crocifissione'' che occupa l'intera controfacciata della chiesa. Lo sguardo corre subito alla figura dolente del Cristo crocifisso ed a quella di una Maddalena dalle braccia e dal volto di contadina posta in primo piano ad abbracciare disperatamente la croce. Ai lati della croce di Cristo osserviamo le figure possenti dei due ladroni.<br />Sotto le croci la scena è riempita da una imponente calca umana: le pie donne sembrano voler stare in disparte sul lato sinistro della scena; sul lato opposto una soldataglia vociante si gioca ai dadi la tunica di Gesù (un trasparente messaggio pedagogico sulla necessità di non dividere la chiesa di Cristo). La folla si addensa al centro della scena attorno ai soldati romani a cavallo. In primo piano è la figura di [[Longino]], il centurione che trafisse con la lancia il corpo di Cristo, che si staglia pensieroso nella sua argentea armatura.
{{Citazione|la Crocifissione per Romanino non è solo una meditazione sul dolore nella tradizione medievale dello Stabat Mater, né un atto d'accusa contro la malvagità dell'uomo, carnefice del suo Dio. Maria, la madre dolorosa, e il gruppo delle donne sono spostate al margine sinistro della rappresentazione, si confondono nella calca e sembrano quasi cadere fuori scena; più rilievo assumono invece i soldati che si giocano ai dadi la tunica indivisibile di Cristo e richiamano il tema, in un'età di lacerante predicazione luterana, della Chiesa che non deve essere divisa. .|F De Leonardis, ''La via del Romanino dal Sabino alla Valcamonica'', op. cit.}}
|