[[File:Victor Adam - Battle of Castiglione - 1836.jpg|thumb|left|Ore 10 circa del 5 agosto 1796, [[battaglia di Castiglione (1796)|battaglia di Castiglione]]: sotto la guida di [[Napoleone Bonaparte|Napoleone]], [[Auguste Marmont|Marmont]] dispone l'artiglieria sul [[Monte Medolano]], mentre nella piana sottostante inizia l'attacco centrale della divisione di [[Pierre François Charles Augereau|Augereau]] (dipinto di [[Victor Adam]])]]
I francesi, terminata vittoriosamente l'incursione a sud, si riconcentrarono di nuovo attorno a Mantova, ma lo spettro di una pericolosa controffensiva austriaca proveniente dal [[Tirolo]] convinse Bonaparte a togliere l'assedio il 31 luglio ripiegando su posizioni migliori. La decisione si rivelò opportuna perché il nuovo comandante in capo austriaco in Italia, [[Dagobert Sigmund von Würmser|Wurmser]], era riuscito a radunare circa 50.000{{formatnum:50000}} soldati a Trento con cui iniziò l'avanzata per liberare Mantova. Il 29 giugno le avanguardie austriache obbligarono Masséna a ritirarsi oltre il Mincio e ad abbandonare Verona e [[Vitus Freiherr von Quosdanovich|Vitus Quosdanovich]] conquistò [[Salò]], venendo tuttavia fermato da Augereau a [[Brescia]] il 1º agosto.<ref>{{Cita|Chandler 2006|pp. 147-148|Chandler2006}}.</ref> La situazione non era delle migliori per Napoleone, minacciato dalla possibilità che Wurmser e Quosdanovich riunissero le forze a sud del lago di Garda ottenendo così una schiacciante superiorità numerica, cosa che tuttavia non accadde perché Wurmser si attardò dal 30 luglio al 2 agosto presso [[Valeggio sul Mincio]] per assicurarsi dell'effettiva levata dell'assedio di Mantova, lasciando così tempo ai francesi di organizzarsi e battere separatamente le due ali dello schieramento austriaco: il 3 e il 4 agosto i 18.000{{formatnum:18000}} uomini di Quosdanovich vennero sconfitti da Masséna nella [[battaglia di Lonato]], mentre Augereau bloccava eroicamente Wurmser a [[Castiglione delle Stiviere]].<ref>{{Cita|Chandler 2006|pp. 148-149|Chandler2006}}.</ref> Masséna riuscì con una marcia forzata a portarsi sulla sinistra di Augereau mentre la divisione di Sérurier (partito per la Francia il 1º agosto perché febbricitante), dopo aver ricacciato dentro Mantova una spedizione di 4.000{{formatnum:4000}} austriaci, manovrò per piombare alla sinistra di Wurmser, che il 5 agosto subì una [[Battaglia di Castiglione (1796)|cocente sconfitta a Castiglione]].<ref>{{Cita|Chandler 2006|p. 150|Chandler2006}}.</ref>
[[File:Dagobert Wurmser.jpg|thumb|upright|[[Dagobert Sigmund von Würmser|Dagobert Sigmund von Wurmser]], comandante in capo austriaco succeduto a [[Jean-Pierre de Beaulieu|Beaulieu]] dopo la [[battaglia di Lodi]] ]]
Il 7 agosto Verona ritornò in mani francesi, Wurmser si rifugiò a Trento e Mantova, rinforzata da due brigate austriache, venne nuovamente cinta d'assedio. Napoleone era riuscito, al prezzo di 6.000{{formatnum:6000}} tra morti e feriti e 4.000{{formatnum:4000}} prigionieri, a respingere il primo tentativo austriaco di riconquistare la pianura lombarda, arrecando al nemico non meno di 16.700{{formatnum:16700}} perdite.<ref>{{Cita|Chandler 2006|pp. 150-151|Chandler2006}}.</ref> Il Direttorio ritenne i tempi maturi per ordinare all'armata d'Italia di inseguire Wurmser fino al Tirolo (secondo quanto previsto dal piano strategico originale che voleva un attacco contemporaneo di Moreau e Bonaparte contro l'Austria), ma Napoleone si mostrò scettico sulla sua effettiva messa in pratica: le estenuanti marce forzate che avevano sorpreso e sconfitto Wurmser avevano logorato l'armata d'Italia, Mantova rimaneva un pericolo per le retrovie, inoltre si era in autunno, stagione non ottimale per passare le Alpi. Nonostante ciò, il comandante dell'armata d'Italia diede disposizioni per rinnovare l'offensiva. Il generale [[Jean-Joseph-Francois-Leonard Damarzit de Laroche Sahuget|Sahuget]] venne nominato comandante dell'assedio di Mantova assieme a 10.000{{formatnum:10000}} uomini, [[Charles Édouard Jennings de Kilmaine|Kilmaine]] fu posto a guardia di Verona e del basso Adige contro un possibile attacco austriaco proveniente da [[Trieste]], mentre gli ultimi 33.000{{formatnum:33000}} soldati, comandati dai generali Vaubois, Masséna ed Augereau, avrebbero proseguito per Trento cercando di incontrarsi con Moreau sul [[Lech (fiume)|fiume Lech]].<ref>{{Cita|Chandler 2006|pp. 152-153|Chandler2006}}.</ref>
Una parte (19.000{{formatnum:19000}}-20.000{{formatnum:20000}} uomini) dell'esercito di Wurmser, nel complesso ancora disciplinato, si predispose per seguire nuovamente gli ordini del suo comandante, il quale aveva a sua volta ricevuto istruzioni direttamente da Vienna di tentare nuovamente di liberare Mantova; piano da attuare con una discesa lungo il [[Brenta (fiume)|Brenta]] fino all'[[Mare Adriatico|Adriatico]] lasciando il generale [[Paul Davidovich|Davidovich]] con 25.000{{formatnum:25000}} soldati a protezione di Trento e del Tirolo. Con questo dislocamento delle forze austriache, Masséna e Vaubois, in piena avanzata, sconfissero 14.000{{formatnum:14000}} austriaci di Davidovich nella [[battaglia di Rovereto]]. Solo a questo punto Napoleone ebbe conferma delle mosse di Wurmser sul Brenta, ma adottò una soluzione inaspettata e rischiosa: anziché ritirarsi lungo l'Adige, come si aspettavano i generali austriaci, inviò Vaubois e 10.000{{formatnum:10000}} dei suoi uomini a sbarrare gli accessi settentrionali di Trento, e spedì i restanti 22.000{{formatnum:22000}} soldati all'inseguimento di Wurmser per la stessa via che gli austriaci avevano seguito. Napoleone calcolò che Wurmser, con le linee di comunicazione bloccate, avrebbe dovuto accettare una battaglia o ritirarsi sull'Adriatico, lasciando in ogni caso tranquilla la guarnigione che stava assediando Mantova.<ref>{{Cita|Chandler 2006|pp. 153-154|Chandler2006}}.</ref> Il 6 settembre il piano francese si concretizzò e già il 7 settembre Augereau forzò le difese austriache a [[Cismon del Grappa|Primolano]], raggiungendo in serata [[Cismon del Grappa]] dopo una rapida marcia che colse in contropiede il comandante in capo austriaco. L'8 settembre gli austriaci furono sbaragliati dai fanti e cavalieri francesi nella [[battaglia di Bassano]] rimanendo divisi in due tronconi, uno in ripiegamento verso il [[Friuli]] e l'altro (circa 3.500{{formatnum:3500}} uomini con Wurmser rinforzati dai 16.000{{formatnum:16000}} del generale [[Johann Mészáros de Szoboszló|Mészáros]]), contro le previsioni di Bonaparte, ostinatamente in marcia su Mantova.<ref>{{Cita|Chandler 2006|pp. 154-155|Chandler2006}}.</ref>
Facilitato da Kilmaine che aveva ritirato alcune guarnigioni a guardia dell'Adige per prevenire la presa di Verona ad opera di Mészáros, Wurmser passò senza problemi l'Adige il 10 settembre. Masséna ed Augereau furono ancora una volta costretti ad imporre ai rispettivi uomini massacranti marce forzate per tagliare la via agli austriaci prima che questi entrassero in contatto con le truppe assediate a Mantova, ma Wurmser forzò il blocco francese e, il 12 settembre, varcò le porte di Mantova portando la guarnigione a 23.000{{formatnum:23000}} soldati che il 15 settembre seguente provarono anche a sciogliere definitivamente l'assedio con una sortita, stavolta contenuta da Masséna e Sahuget. Il secondo tentativo austriaco di liberare Mantova si rivelò in definitiva un fallimento perché Wurmser si era chiuso in trappola, inoltre l'accresciuto numero di bocche da sfamare aggravò la già precaria situazione alimentare degli assediati.<ref>{{Cita|Chandler 2006|pp. 155-156|Chandler2006}}.</ref>
=== Caldiero e Arcole ===
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