Lingua cinese media: differenze tra le versioni
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Quando i sinogrammi sono stati importati in Corea e Giappone, l’Old Chinese stava per volgere al termine. Siccome la pronuncia non e ufficialmente attestata e il pinyin è stato inventato nella seconda metà del Novecento, è stata ricostruita col metodo comparativo applicato alle tavole di rime e ai prestiti cinesi in altre lingue: siccome i prestiti talvolta ritengono una pronuncia arcaica, si possono usare per ricostruire il cinese medio. La ricostruzione e la trascrizione usata sono quelle del linguista William Baxter. La fonte è il Guangyun (广韵), l'espansione e correzione compilata tra 1007 e 1008 del Qieyun (切韵), un celebre dizionario di rime pubblicato nel 601 durante la dinastia Sui. La specifica varietà del dizionario sarebbe un compromesso tra le varietà del nord e del sud ed è specifica per la lettura e composizione di poesie con una precisa struttura, che include rime e toni. Chiaramente, un dizionario del 601 conterrà sinogrammi inventati fino a quella data. Per esempio, manca il carattere 呢, assente pure nello Shuowen jiezi 说文解字 di Xu Shen 许慎 (dinastia Han 汉朝, molto anteriore) e attestato nel [[Dizionario Kangxi]] 康熙字典 (dinastia Qing 清朝, l'ultima) compilato a partire dal 1710 e pubblicato nel 1716. Si dà qui una rapida introduzione ai suoni dell'Early Middle Chinese.
<ul><li>La seconda distinzione era presente tra *d, t, th sorda aspirata.</li><li href="Bernhard Karlgren">La terza distinzione era presente tra *g, k, kh sorda aspirata</li><li href="lingua cinese">La quarta distinzione era presente tra *dz, ts, tsh sorda aspirata.</li></ul> *I suoni retroflessi (e cioè effettuati con la punta della lingua piegata indietro, nell'incavo del palato) vengono trascritti con una -“r” che non ha valore fonetico e, qualora ci sia aspirazione, la -“h” si scrive dopo la “r”. Nel contesto dei suoni retroflessi, c'è *dzr (come ZH in pinyin ma sonoro), tsr
*La seconda tripletta di suoni retroflessi è basilarmente costituita da una retroflessione di d e t, da cui si ottiene *dr, tr, trh sorda aspirata.
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*Sono presenti le palatali, rese riconoscibili con una “y” senza valore fonetico e che si comporta come la “r”. In cinese medio esiste la tripletta dzy, tsy, tsyh sorda aspirata. Nel pronunciare queste tre consonanti, la lingua è già in posizione di "gn" di gnomo.
*Esiste anche la versione palatale di N, che
*La R- del pinyin esisteva già come suono in dei contesti ed è trascritto *zr e la sua controparte sorda è *sr.
*Esisteva poi una versione sonora dei moderni S (*s) e X (*sy), trascritta come *z e *zy.
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*Non esisteva il suono F /f/, comparso nel tardo cinese medio e derivato forse dal suono affricato */pf/ e */pfʰ/.
*Il cinese medio ha perso la consonante vibrante sonora */r/, che se intervocalica o dopo una nasale si riduce nella monovibrante /ɾ/ (si pensi al cluster arcaico */ŋɾ/-, poi sparito nel cinese medio). Il cinese medio ha anche perso il suono */l̥/ , che si pronuncia come una L ma senza vibrazione delle corde vocali, tali per cui esce solo aria. Un simile suono esiste nel cluster "tl" /tl̥/ in islandese. Di contro, nel cinese medio sono nate le consonanti retroflesse, nate dai cluster del cinese arcaico che avevano la consontante "-l-" (o, secondo Baxter, "-r-") al secondo membro. Un simile processo si ha anche in vietnamita.
*Laddove in cinese arcaico c'era una sillaba che terminava in *-r, in cinese medio si è trasformata in *-j
*Esisteva uno stacco glottale/glottal stop/colpo di glottide, una consonante laringale/glottidale che equivale ad un colpetto di tosse che si accompagna all attacco di una vocale. Quest’ultimo si trascrive come un apostrofo di fronte alla vocale. Nel tardo cinese medio era ancora presente, mentre nel cinese arcaico poteva trovarsi anche a fine sillaba. Una volta sparito, nel cinese medio (''non'' quello contemporaneo) aveva creato il tono crescente.
*Esistevano già i toni (Baxter registra il tono piatto/level 平 senza segni, crescente/rising 上 con una X maiuscola a fine sillaba e discendente/departing 去 con una H maiuscola a fine sillaba, tre in totale). Tutte le sillabe che terminavano in stop senza rilascio di suono (''vedi avanti''), atonali, venivano poi indicate come "tono entrante/entering" (入) e quindi si preferiva considerarle separate da tutte le altre. Il tono crescente del cinese medio si è formato dalla caduta dello stacco glottale a fine sillaba nel cinese arcaico, mentre il tono decrescente nel cinese medio deriverebbe dalla caduta di una "-s" in un cluster consonantico a fine sillaba nel cinese arcaico. Tutte le sillabe che non avevano né il tono crescente, né il tono discendente (e quindi non avevano stacchi glottali o "-s" in fondo ma tutt'altro), né uno stop senza rilascio di suono (vedi avanti) avevano assunto il tono acuto. Non esisteva il terzo tono del cinese contemporaneo.
*A fine sillaba si poteva avere, come suoni sonori, una
*Esistevano pure tre consonanti occlusive senza rilascio di suono, oggi ancora presenti in lingue come il coreano e il dialetto cantonese (famiglia Gan). Sono la
*In conclusione, a inizio sillaba poteva esserci il suono *“ng-” nasale. Oggi è sparito nel cinese mandarino, ma ancora presente in dialetti come il cantonese.
*Riguardo invece al quadro vocalico, presenta anche lui delle differenze, ma la più plateale consiste nell’evoluzione della vocale alta centrale (quella presente in ZHI, CHI, SHI, RI), della nella vocale alta posteriore non arrontondata (quella presente in ZHE, CHE, SHE, RE) e della sillaba “ER”.
*Riguardo alla trascrizione di tre particolari vocali, il cluster "ae" */æ/ è una /e/ molto aperta, "ea" */ɛ/ è leggermente meno aperta e il simbolo "+" sta a indicare la vocale alta centrale */ɨ/.
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*le sillabe che oggi iniziano in pinyin con W- in cinese medio talvolta erano introdotte da un’aspirazione sonora *h-, da una *m- o da *ng-.
*Anche la sillaba YI /i/ era talvolta preceduta da *ng- /ŋ/. Ciò accade ancora più sporadicamente pure nei casi in cui ci sono altre sillabe introdotte dalla semivocale /j/.
*La sillaba WU /u/ era *mju, *ngu ed era invece *'''<nowiki/>''''u (con lo stacco glottale) nelle sillabe che oggi hanno il primo tono.
*Non esisteva la schwa/vocale neutra */ə/, che invece esisteva in cinese arcaico e nel cinese contemporaneo (Baxter invece la interpreta come una */ɨ/). In cinese arcaico inoltre esisteva solo la */e/ chiusa, senza controparti più aperte.
*La sillaba "AI" diventa spesso */ʔoj/ (anche il nucleo della sillaba "DAI" si pronunciava così), mentre "AO" è */ŋaw/ (anche se nucleo di sillaba, eccetto QIAO che diventa /jew/) e più sporadicamente /ʔaw/. La sillaba "YAN" /jɛn/, che curiosamente in pinyin non rispecchia a fondo la pronuncia, ha una pronuncia simile (perlopiù */jen; jem/ anche con la vocale più aperta)
*La finale -NG non ha subito mutazioni, mentre laddove oggi c'è -N nel cinese medio degli albori ci poteva essere *-n oppure *-m (la seconda oggi è sparita nel cinese standard). Addirittura, le sillabe "CAN" finiva quasi sempre in -m. Le sillabe CHUN, CUN, DUAN, DUN, FEN, GUAN, HUN, JUAN, JUN, KUN, LUAN, LUN MAN, MEN, MIAN, MIN, PAN, PIAN, QUAN, QUN, RUAN, SHUN, SUAN, SUN, TUAN, TUN, WAN, WEN, XUAN, YUAN, YUN, ZHUAN, ZHUN, ZUAN, ZUN e pressoché in ogni caso TIAN e XUN hanno sempre conservato come coda la "-n". Le altre sillabe invece sono variabili.<ul xml:lang="zh-tw"><li href="lingua cinese standard">Il terzo tono attuale deriva in gran parte dei casi dal tono crescente del cinese medio, a sua volta derivato dalla caduta del colpo di glottide a fine sillaba. Un fenomeno simile è avvenuto anche in vietnamita, come dimostrato nella metà Novecento da Haudricourt.</li><li>Il secondo tono attuale deriva spesso da presenza di uno stop consonantico (-t, -p, -k, presenti comunque anche altrove) del cinese medio (a meno che non ci sia una coda nasale -ng o -n/-m, che invece si sono conservate oggi in -ng e -n) e dalla caduta degli stop finali è nato il tono crescente, presente per; anche in quelle con finale nasale. Siccome era breve di durata, si usava per trascrivere le parole con vocali brevi dal sanscrito.</li><li>Il primo tono dal cinese medio a oggi resta perlopiù invariato. Oggi la resa del primo tono varia in altezza da dialetto a dialetto: nello standard attuale di Pechino, su cui tutti i toni si modellano, ha un'altezza acuta, mentre per esempio nel dialetto Wu di Shanghai (shanghainese) e Wenzhou (wenzhounese) è meno acuto, mentre nel dialetto Xiang di Changsha l'intonazione è nel registro medio. Semplicemente, se in Cina si vuole parlare il cinese comune per capirsi (molti dialetti di stessa famiglia sono non intelligibili tra loro), si parla il cinese standard, il putonghua, che ha le sue precise regole di intonazione.</li><li>Un discorso analogo si può fare con gli altri toni, che ovviamente hanno molte varietà dialettali oltre allo standard. Per esempio, il terzo tono in putonghua parte nel registro grave, cala e risale (di colpo o in modo lento e scandito) al registro alto. Nel dialetto Gan di Nanchang, scende e risale fermandosi nel registro medio. Il secondo tono attuale dal registro medio sale a quello acuto, mentre nel dialetto di Nanjing parte dal registro grave e risale al registro medio. In altri dialetti ancora c'è una convergenza di toni: nel dialetto Jin di Taiyuan ad esempio il primo e il secondo tono attuali convergono in una specie di primo tono nel registro grave. Per finire, il quarto tono attuale dal registro acuto scende in picchiata nel registro grave, ma nel dialetto Xiang di Changsha parte dal registro medio e scende in picchiata nel registro grave. Quando si parla dei quattro toni "acuto, crescente, calante-crescente e decrescente" ci si riferisce al putonghua, che si affianca a numerosi dialetti. In altri dialetti ci possono essere più di quattro toni: ad esempio, nel dialetto Pinghua di Nanning, dal punto di vista fonetico ce ne sono sei. Infine, nel dialetto di Yinchuan ce ne sono soltanto tre.</li><li href="Lingua tonale">Anche il quarto tono attuale in parecchi casi resta perlopiù invariato dal tono decrescente del cinese medio, nato dalla caduta di -*S nei cluster a fine sillaba del cinese arcaico. Un simile fenomeno avviene anche in vietnamita, come dimostrò nuovamente Haudricourt. Comunque in cinese c'erano e ci sono anche sillabe col quarto tono che terminano con suoni nasali.</li><li>In tutte quante le regole dette finora, come più volte ribadito, valgono in parecchi casi ma si possono trovare delle eccezioni.</li><li href="poesia cinese">Se si usa il cinese medio o arcaico per cercare le corrispondenze di suono nei sinogrammi usati in altre lingue, bisogna sempre tenere conto anche dell'evoluzione di queste lingue: la pronuncia odierna potrebbe essere diversa da quella di un periodo anteriore, oppure conoscere la pronuncia arcaica nella lingua di approdo aiuta nel fare analisi e collegamenti. Sotto la tabella, sono presenti delle introduzioni sommarie al giapponese, coreano e vietnamita antichi.</li></ul>
== Conversione pinyin-cinese medio degli albori (Baxter) ==
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