Marlene Dietrich: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Annullata la modifica 99354399 di 87.5.240.70 (discussione)
Etichetta: Annulla
Riga 109:
Durante la guerra, ormai cittadina americana, accentuò la propria opposizione alla Germania nazista, con un'esplicita testimonianza che giunse ad accompagnare le truppe alleate con le proprie esibizioni, sia in Nord Africa che sul suolo europeo. La fama della canzone ''[[Lili Marleen]]'' e dell'interprete fu di tale dimensione da divenire l'immagine di universalizzazione del conflitto per gli Alleati, proponendo l'idea di una guerra non contro le [[Potenze dell'Asse]], ma per la democrazia e la libertà.
 
Ancora molti anni dopo la fine della [[seconda guerra mondiale]] la valutazione della Dietrich è controversa in Germania. Alcuni suoi compatrioti la ritennero una "traditrice" della patria. Quando l'attrice nel [[1960]] tornò in Germania nell'ambito di una grande ''tournée'', durante una sua performance al "Berlin's Titania Palast theatre" alcuni protestarono, scandendo la frase "Marlene Go Home!". D'altra parte la Dietrich fu calorosamente accolta da altri tedeschi, fra i quali il sindaco di Berlino [[Willy Brandt]], che era stato anche lui un oppositore del nazismo costretto all'esilio. Quella fu l'ultima volta che l'artista si recò in Germania. Più volte poi dopo la sua morte la sua tomba divenne oggetto di vandalismi da parte di gruppi neonazisti.{{citazione necessaria}}
Nel [[1947]], prima donna della storia, ricevette la [[Medal of Freedom (1945)|Medal of Freedom]], massima onorificenza civile concessa negli Stati Uniti d'America<ref>{{cita web|url=http://www.marlenedietrich.org.uk/id3.html|titolo=The Legendary, Lovely Marlene - Dietrich's War|lingua=en|accesso=22 marzo 2014|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20130528051850/http://www.marlenedietrich.org.uk/id3.html|dataarchivio=28 maggio 2013}}</ref>. Ella dichiarò che lo considerava il riconoscimento di cui andava più fiera. Nel [[1950]] fu anche insignita dal governo francese della [[Legion d'onore]]<ref>[https://www.franceculture.fr/musique/marlene-dietrich-la-muse-rebelle]</ref>, come riconoscimento della sua testimonianza per la democrazia in tempo di guerra.
 
Ancora molti anni dopo la fine della [[seconda guerra mondiale]] la valutazione della Dietrich è controversa in Germania. Alcuni suoi compatrioti la ritennero una "traditrice" della patria. Quando l'attrice nel [[1960]] tornò in Germania nell'ambito di una grande ''tournée'', durante una sua performance al "Berlin's Titania Palast theatre" alcuni protestarono, scandendo la frase "Marlene Go Home!". D'altra parte la Dietrich fu calorosamente accolta da altri tedeschi, fra i quali il sindaco di Berlino [[Willy Brandt]], che era stato anche lui un oppositore del nazismo costretto all'esilio. Quella fu l'ultima volta che l'artista si recò in Germania. Più volte poi dopo la sua morte la sua tomba divenne oggetto di vandalismi da parte di gruppi neonazisti.{{citazione necessaria}}
 
In un'occasione Marlene Dietrich disse che a volte sentiva una responsabilità personale, perché se avesse accettato le offerte sessuali di Hitler forse sarebbe riuscita a cambiare il modo di vedere del dittatore e a evitare la guerra mondiale.<ref>{{Cita libro|nome=Peter|cognome=Bogdanovich|wkautore=Peter Bogdanovich||traduttore=Roberto Buffagni|titolo=Chi c'è in quel film? Ritratti e conversazioni con le stelle di Hollywood|editore=Fandango Libri|città=Roma|anno=2008|p=555|isbn=978-88-6044-067-9}}</ref>