Ferruzzi: differenze tra le versioni
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Gardini ha sempre avuto l'idea innovativa di sviluppare prodotti chimici a basso impatto ambientale utilizzando materie prime di origine agricola. Nel [[1989]] creò nell'ambito Montedison la Fertec (Ferruzzi Ricerca e Tecnologia), il centro di ricerca per sviluppare due progetti: il biodiesel e le bioplastiche. Questo secondo progetto, basato sull'amido di mais, il grano e la patata, fu affidato al team di [[Catia Bastioli]] che in seguito realizzò con la [[Novamont]] queste nuove bioplastiche. All'epoca l'intuizione di Gardini sollevò solo sorrisi scettici.<ref>Alberto Mazzuca, ''Catia Bastioli e la Novamont'' in ''Torino oltre'', Milano, Baldini Castoldi Dalai, 2006, pp. 59-60.</ref>
=== La crisi ===
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In realtà l'indebitamento era di 31 mila miliardi di lire.<ref>Il 13 marzo 1995 Enrico Cuccia rispose al pubblico ministero Francesco Mauro Iacoviello che lo interrogava a Ravenna: "Nella mia esperienza io non ho mai conosciuto una ristrutturazione finanziaria dell'ordine di 31 mila miliardi. L'unico precedente paragonabile (...) si riferisce al 1933 quando venne costituito l'IRI per rilevare le immobilizzazioni della Comit, del Credit e della Banca di Roma per 12 miliardi di lire dell'epoca che corrisponderebbero grosso modo ai 31 mila miliardi attuali o forse anche meno. Ma occorre anche considerare che nel caso del Gruppo Ferruzzi le banche non erano 3 ma 311". Cfr Fulvio Coltorti, ''La Mediobanca di Cuccia'', Torino, G.Giappichelli Editore, 2017, p.43.</ref> Inoltre Mediobanca tentò anche di consentire alla famiglia ravennate di mantenere una partecipazione quale azionista di riferimento "ma i Ferruzzi si rifiutarono di conferire le risorse. Contavano forse sul principio (errato) che Mediobanca dovesse aiutare le famiglie a scapito delle imprese".<ref>Fulvio Coltorti, ''La Mediobanca di Cuccia'', op.cit., p. 33.</ref>
=== Fersam ===
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