Apollo 8: differenze tra le versioni

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Le missioni Apollo sono denominate secondo una progressione numerica che tiene conto, a parire da Apollo 4, dell'ordine di lancio. Tuttavia, gli obiettivi che avrebbero dovuto essere conseguiti durante ciascuna missione, ovvero il tipo di missione che sarebbe stata condotta, seguivano una sequenza elaborata nel settembre del 1967 in cui ciascuna tipologia di missione era stata identificata da una lettera, con complessità crescente secondo l'ordine alfabetico. Le missioni lunari (appartenenti alle classi G, H e J) avrebbero dovuto essere precedute da sei tipi di missioni preparatorie. Attraverso le missioni A e B, che sarebbero state prive di equipaggio, sarebbe stato verificato il funzionamento in [[orbita terrestre bassa]] rispettivamente dell'[[Apollo Command/Service Module]] (CSM) e del [[Modulo Lunare Apollo|modulo lunare]] (LEM). La missione C avrebbe replicato la missione A con equipaggio a bordo. Per la missione D erano stati ideati due possibili scenari che ad ogni modo prevedevano l'esecuzione di manovre di [[rendezvous]] tra il Modulo di Comando e Servizio ed il LEM in orbita terrestre bassa, in presenza dell'equipaggio. Durante la missione E sarebbe stata adottata per la prima volta la configurazione completa della [[navicella spaziale Apollo]]; inoltre, l'equipaggio avrebbe eseguito manovre di sgancio e riaggancio del LEM in [[orbita terrestre media]]. Infine, la missione F, che sarebbe entrata in orbita attorno alla Luna, avrebbe parzialmente eseguito la manovra di allunaggio, che sarebbe stata abortita ad appena 15 km dalla superficie.<ref>Si consultino le informazioni relative al 20 settembre 1967 (''September 20'') di {{cita libro |lingua=en |autore1=Ivan D. Ertel |autore2=Roland W. Newkirk |autore3=Courtney G. Brooks |capitolo=Recovery, Spacecraft Redefinition, and First Manned Apollo Flight. July through September 1967 |url_capitolo=https://www.hq.nasa.gov/office/pao/History/SP-4009/v4p2d.htm |titolo=The Apollo Spacecraft - A Chronology |url=https://www.hq.nasa.gov/office/pao/History/SP-4009/contents.htm#Volume%20IV |id=NASA SP-4009 |volume= Volume IV, Part 2 (D) |editore=NASA |anno=1978}}</ref><ref>{{cita libro |lingua=en |cognome1=Murray |nome1=Charles A. |nome2=Catherine |cognome2=Bly Cox |titolo=Apollo: The Race to the Moon |città=New York |editore=Simon and Schuster |anno=1989 |pp=315–316 |isbn=9780671611019}}</ref>
 
La missione di tipo A fu eseguita con successo dalle missioni [[Apollo 4]] e [[Apollo 6|6]] rispettivamente nel novembre del 1967 e nell'aprile del 1968. La missione di tipo B fu completata dall'[[Apollo 5]] nel gennaio del 1968. Nell'ottobre del 1968 la missione di tipo C sarebbe stata completata dall'[[Apollo 7]]. Se la programmazione fosse stata rispettata, l'Apollo 8 sarebbe stato utilizzato per svolgere una missione di tipo D. Tuttavia, nell'agosto del 1968 risultò chiaro che il LEM, necessario per una tale missione, non sarebbe stato disponibile entro l'anno. Lo svolgimento di una missione D fu quindi rinviato al 1969, col rischio però di mancare l'obiettivo di compiere un allunaggio prima della fine del 1969.<ref name="Baker 1981">{{Cita|D. Baker||Baker}}, 1981.</ref><ref name="augsep1968">{{Cita libro |lingua=en |cognome1=Ertel |nome1=Ivan D. |cognome2=Newkirk |nome2=Roland W. |cognome3=Brooks |nome3=Courtney G. |titolo=The Apollo Spacecraft: A Chronology |url=http://www.hq.nasa.gov/office/pao/History/SP-4009/contents.htm#Volume%20IV |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20080205020128/http://www.hq.nasa.gov/office/pao/History/SP-4009/contents.htm |dataarchivio=5 febbraio 2008 |accesso=29 gennaio 2008 |volume=IV |anno=1969–1978 |editore=NASA |città=Washington, D.C. |cid=NASA SP-4009 |oclc=23818 |lccn=69060008 |capitolo=Part 2 (N): Recovery, Spacecraft Redefinition, and First Manned Apollo Flight: August through September 1968 |urlcapitolo=http://www.hq.nasa.gov/office/pao/History/SP-4009/v4p2n.htm |urlmorto=no}}</ref>
 
[[File:Apollo 8 first stage in the Vehicle Assembly Building.jpg|thumb|Il primo stadio del Saturn V dell'Apollo 8 viene posizionato in verticale nel ''[[Vehicle Assembly Building]]''.]]
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Nell'agosto del 1968 [[George Low]], responsabile dell<nowiki>'</nowiki>''Apollo Spacecraft Program Office'', propose di utilizzare il modulo di comando e servizio (CSM) ed il lanciatore Saturn V già costruiti per anticipare alcune caratteristiche delle missioni E ed F. In particolare, proposte di eseguire una missione circumlunare che avrebbe permesso di verificare l'efficacia delle comunicazioni, della navigazione e del controllo termico nello spazio profondo. La nuova tipologia di missione fu indicata C' (''C prime'' in inglese) e assegnata all'Apollo 8.<ref name="augsep1968" /> Il successo della missione avrebbe permesso poi di cancellare la missione di tipo E dal programma.
 
La proposta incontrò un ampio favore tra i dirigenti della NASA, che espressero la propria fiducia nell'hardware e nel personale e riconobbero il potenziale incoraggiamento collettivo che sarebbe derivato da una missione che fosse giunta così vicino alla Luna. [[James E. Webb|James Webb]], amministratore della NASA, tuttavia ritenne inizialmente la missione troppo rischiosa, ma accordò infine il proprio consenso. Ad ogni modo, chiese di mantenere un brasso profilo con i mass media, che non ricevettero anticipazioni riguardo al cambio di programma per l'Apollo 8 se non il 12 novembre - tre settimane dopo che la missione dell'Apollo 7 si fosse conclusa con successo e 40 giorni prima del lancio dell'Apollo 8.<ref name="chariots11-5">{{Cita libro |lingua=en |cognome1=Brooks |nome1=Courtney G. |cognome2=Grimwood |nome2=James M. |cognome3=Swenson |nome3=Loyd S., Jr. |altri=Foreword by Samuel C. Phillips |titolo=Chariots for Apollo: A History of Manned Lunar Spacecraft |url=http://www.hq.nasa.gov/office/pao/History/SP-4205/cover.html |accesso=29 gennaio 2008 |serie=NASA History Series |anno=1979 |editore=Scientific and Technical Information Branch, NASA |città=Washington, D.C. |isbn=978-0-486-46756-6 |oclc=4664449 |cid=NASA SP-4205 |capitolo=The Apollo 8 Decision |urlcapitolo=http://www.hq.nasa.gov/office/pao/History/SP-4205/ch11-5.html}}</ref><ref name="chariots11-2">{{Cita libro |lingua=en |cognome1=Brooks |nome1=Courtney G. |cognome2=Grimwood |nome2=James M. |cognome3=Swenson |nome3=Loyd S., Jr. |altri=Foreword by Samuel C. Phillips |titolo=Chariots for Apollo: A History of Manned Lunar Spacecraft |url=http://www.hq.nasa.gov/office/pao/History/SP-4205/cover.html |accesso=29 gennaio 2008 |serie=NASA History Series |anno=1979 |editore=Scientific and Technical Information Branch, NASA |città=Washington, D.C. |isbn=978-0-486-46756-6 |oclc=4664449 |cid=NASA SP-4205 |capitolo=Proposal for a Lunar Orbit Mission |urlcapitolo=http://www.hq.nasa.gov/office/pao/History/SP-4205/ch11-2.html}}</ref>
 
Nel settembre del 1968, l'Unione Sovietica aveva lanciato con successo la capsula [[Zond 5]], con a bordo delle [[Testudo horsfieldii|tartarughe russe]] e altre creature viventi, in una traiettoria che l'aveva portata a sorvolare la Luna e poi a rientrare sulla Terra.<ref>{{Cita|A. Chaikin|p. 76|Chaikin_1994}}, 1994.</ref> Nacque allora entro la NASA e sulla stampa occidentale la preoccupazione che i russi avrebbero potuto ripetere la missione prima della fine del 1968 con dei cosmonauti a bordo, risultando di nuovo in anticipo rispetto agli americani.<ref name="Moon Race 1968">{{Cita news |lingua=en |titolo=Poised for the Leap |url=http://www.time.com/time/subscriber/article/0,33009,844661-1,00.html |accesso=15 dicembre 2011 |opera=[[Time (magazine)|Time]] |data=6 dicembre 1968 |città=New York}}</ref> Ciò aggiunse ulteriore pressione al Programma Apollo.
 
=== Il lanciatore Saturn V ===
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Di uguale importanza vennero considerati i malfunzionamenti che avevano interessato i motori del secondo e terzo stadio. L'interruzione del funzionamento del motore tre era stato determinato dalla rottura di una condotta dell'[[idrogeno]] liquido del motore due. Nel funzionamento a terra, durante i test in laboratorio, attorno alla condotta si formava del ghiaccio che probabilmente - si dissero gli ingegneri - contribuiva alla restistenza del materiale. Durante il volo, quando si raggiunse il vuoto dello spazio, ciò non si verificò, né avrebbe potuto, e la parete del tubo cedette. La perdita di pressione che si verificò nella condotta avrebbe portato allo spegnimento del motore due. Questo, tuttavia, fu anticipato da quello del motore tre. Infatti, auando il sistema automatico di spegnimento aveva tentato di chiudere la valvola dell'idrogeno liquido e di spegnere così il motore due, accidentalmente venne chiuso il rifornimento di [[ossigeno liquido]] al motore tre per via di un errore di connessione nei cavi.<ref name="stages1" /> Una spiegazione in qualche modo simile valse anche a spiegare la mancata riaccensione del terzo stadio. Anche nel caso dei test a terra del motore del terzo stadio, il ghiaccio giocò un ruolo importante nel migliorare il funzionamento del sistema di accensione. Ancora, nel vuoto dello spazio questo contributo mancò e un componente del sistema di riaccensione, un soffietto, si ruppe in conseguenza delle notevoli vibrazioni cui fu sottoposto. Gli ingegneri apportarono dunque le modifiche necessarie a scongiurare il verificarsi di problemi simili nei lanci successivi.<ref name="stages1" />
 
Le squadre di tecnici testarono le loro soluzioni nell'agosto del 1968 presso il Marshall Space Flight Center. Uno stadio IC del razzo Saturn fu equipaggiato con dispositivi di assorbimento delle vibrazioni per dimostrare la soluzione proposta per risolvere le oscillazioni pogo, mentre un secondo stadio del Saturn fu testato con linee di carburante modificate per dimostrare la loro resistenza a perdite e rotture in condizioni di vuoto. Una volta che gli amministratori della NASA si convinsero che i problemi erano stati risolti, dettero il loro benestare per una missione con equipaggio che avrebbe utilizzato il razzo SA-503.<ref name="stages1" /><ref name="orloff1">{{Cita libro |lingua=en |cognome=Orloff |nome=Richard W. |titolo=Apollo by the Numbers: A Statistical Reference |url=https://history.nasa.gov/SP-4029/SP-4029.htm |accesso=28 giugno 2013 |serie=NASA History Series |annooriginale=First published 2000 |data=settembre 2004 |opera=NASA History Division, Office of Policy and Plans |editore=NASA |città=Washington, D.C. |isbn=0-16-050631-X |lccn=00061677 |cid=NASA SP-2000-4029 |capitolo=Apollo 8 - The Second Mission: Testing the CSM in Lunar Orbit |urlcapitolo=https://history.nasa.gov/SP-4029/Apollo_08a_Summary.htm}}</ref>
 
La navetta spaziale Apollo 8 venne posta sulla cima del razzo il 21 settembre e il complesso iniziò il suo lento viaggio di circa 5&nbsp;km verso la piattaforma di lancio il 9 ottobre successivo.<ref name="satVillust">{{Cita libro |lingua=en |cognome=Akens |nome=David S. |titolo=Saturn Illustrated Chronology |url=https://history.nasa.gov/MHR-5/cover.htm |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20080307132427/https://history.nasa.gov/MHR-5/app_h.htm |dataarchivio=7 marzo 2008 |accesso=1º febbraio 2008 |anno=1971 |editore=[[Marshall Space Flight Center]] |città=Huntsville, AL |cid=MSFC MHR-5 |capitolo=Appendix H - Saturn at the Cape |urlcapitolo=https://history.nasa.gov/MHR-5/app_h.htm |urlmorto=no}}</ref> I test continuarono per tutto il mese di dicembre fino al giorno prima del lancio, includendo varie prove di preparazione. Il 18 dicembre, tre soli giorni prima della data prevista per il lancio, vennero effettuati i test finali sulle modifiche apportate per risolvere i problemi relativi alle oscillazioni pongo, alla rottura dei condotti di combustibile e delle linee di accensione.<ref name="stages1" />
 
=== La selezione e l'addestramento dell'equipaggio ===
[[File:Tripulacao Apollo 8.jpg|thumb|L'equipaggio dell'Apollo 8 in posa davanti al simulatore durante l'addestramento.]]
 
L'addestramneto degli astronauti era rivolto al compimento di una specifica missione. L'equipaggio dell'Apollo 8 avrebbe dovuto essere composto da [[James McDivitt]], [[David Scott]] e [[Russell Schweickart]], dei quali era stata avviata l'addestramento per compiere la missione di tipo D in orbita terrestre bassa. Tuttavia, la variazione intercorsa nel programma convinse il direttore delle operazioni degli equipaggi di volo, [[Donald Slayton|Deke Slayton]], ad assegnare l'Apollo 8 a coloro che già si stavano addestrando per la missione E. In conseguenza di ciò, i due equipaggi finirono non solo per scambiarsi nell'ordine di lancio, ma anche i veicoli sui quali fino ad allora si erano addestrati.<ref name="augsep1968" /><ref name="chariots11-3">{{Cita libro |lingua=en |cognome1=Brooks |nome1=Courtney G. |cognome2=Grimwood |nome2=James M. |cognome3=Swenson |nome3=Loyd S., Jr. |altri=Foreword by Samuel C. Phillips |titolo=Chariots for Apollo: A History of Manned Lunar Spacecraft |url=http://www.hq.nasa.gov/office/pao/History/SP-4205/cover.html |accesso=29 gennaio 2008 |serie=NASA History Series |anno=1979 |editore=Scientific and Technical Information Branch, NASA |città=Washington, D.C. |isbn=978-0-486-46756-6 |oclc=4664449 |cid=NASA SP-4205 |capitolo=Selecting and Training Crews |urlcapitolo=http://www.hq.nasa.gov/office/pao/History/SP-4205/ch11-3.html}}</ref>
 
L'equipaggio dell'Apollo 8 risultò composto del comandante [[Frank Borman]], al suo secondo volo; dal pilota del modulo di comando, [[James Lovell]], al suo terzo volo e dal pilota del modulo lunare, [[William Anders]].<ref name="nasa">{{Cita web |url=https://www.nasa.gov/mission_pages/apollo/missions/apollo8.html |titolo=Apollo 8 |sito=NASA |data=21 dicembre 2017 |lingua=en |accesso=6 giugno 2018}}</ref> Lovell avrebbe dovuto comandare l'equipaggio di riserva, ma nel luglio 1968 prese il posto di [[Michael Collins (astronauta)|Michael Collins]], che fu sostituito a causa di un'[[ernia del disco]] cervicale che lo aveva costretto a ricorrere a un [[Chirurgia|intervento chirurgico]].<ref>{{Cita|M. Collins|pp. 288-294|Collins}}, 2001.</ref> Tale sostituzione condusse ad una situazione insolita nelle missioni con equipaggio della NASA dell'era pre-[[Programma Space Shuttle|Shuttle]] in cui il comandante non era il membro con maggiore esperenza dell'equipaggio: a Lovell infatti, che aveva già comandato la missione [[Gemini 12]], venne così assegnato un ruolo cui non corrispondeva il comando della missione.
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L'addestramento dell'equipaggio nel simulatore iniziò il 9 settembre e, per il momento del lancio, l'equipaggio aveva maturato sette ore di formazione per ogni ora effettiva di volo. Sebbene tutti i membri dell'equipaggio furono addestrati affinché fosero intercambiabili nello svolgimento della missione, a ciascuno di loro furono infine assegnati compiti specifici: Borman, in qualità di comandante, avrebbe controllato la navetta durante il rientro, Lovell avrebbe avuto la responsabilità della navigazione della nave durante le perdite di comunicazione con la Terra ed Anders avrebbe costantemente verificato la funzionalità del veicolo.<ref name="Baker 1981"/>
 
La notte antecendente al lancio, l'equipaggio dell'Apollo 8 ricevette la visita di [[Charles Lindbergh]] e della moglie [[Anne Morrow Lindbergh|Anne]].<ref name="Benke">{{Cita news |lingua=en |titolo=Astronauts look back 30 years after historic lunar launch |nome=Richard |cognome=Benke |url=http://cgi.canoe.ca/SpaceArchive/981221_30.html |opera=The Augusta Chronicle |editore=Morris Communications |città=[[Augusta (Georgia)|Augusta]], GA |data=21 dicembre 1998 |accesso=28 giugno 2013}}</ref> Durante l'incontro, il celebre aviatore raccontò loro come, prima del suo storico volo del 1927, avesse usato un pezzo di corda per misurare la distanza tra New York a Parigi su un [[globo]] e da quello aveva calcolato il combustibile necessario per la trasvolata. Il totale sarebbe risultato un decimo di quello che il Saturn V avrebbe bruciato ogni secondo.<ref name="zimmerman1">{{Cita|R. Zimmerman||Zimmerman}}, 1998.</ref> Il giorno dopo, i coniugi Lindbergh osservarono il lancio dell'Apollo 8 da una vicina collina.<ref name="zimmerman1" />
 
== Informazioni generali ==
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=== Controllo missione ===
 
La squadra del [[centro di controllo missione]] dell'Apollo 8 era composta dai direttori di volo, dal loro staff e dagli astronauti dell'equipaggio di supporto, composto da [[Vance Brand]], [[Ken Mattingly]] e [[Gerald Carr]]. Quest'ultimi non avevano ricevuto l'addestramento per compiere la missione, ma avevano partecipato alle riunioni con l'equipaggio principale e con quello di riserva; inoltre, mentre i due equipaggi si addestravano, i membri di quello di supporto erano stati coinvolti nella pianificazione degli aspetti minori della missione. I membri dell'equipaggio di supporto - Brand, Mattingly e Carr - e di riserva - Armstrong, Aldrin ed Haise - servirono inoltre come [[Capsule communicator|CAPCOM]] nel corso della missione. <ref name="chronapp6">{{Cita libro |lingua=en |cognome1=Ertel |nome1=Ivan D. |cognome2=Newkirk |nome2=Roland W. |cognome3=Brooks |nome3=Courtney G. |altri=Compiled by Sally D. Gates, History Office, [[Lyndon B. Johnson Space Center|JSC]], with Cyril E. Baker, Astronaut Office, JSC |titolo=The Apollo Spacecraft: A Chronology |url=http://www.hq.nasa.gov/office/pao/History/SP-4009/contents.htm#Volume%20IV |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20080205020128/http://www.hq.nasa.gov/office/pao/History/SP-4009/contents.htm |dataarchivio=5 febbraio 2008 |accesso=29 gennaio 2008 |volume=IV |anno=1969–1978 |editore=NASA |città=Washington, D.C. |cid=NASA SP-4009 |oclc=23818 |lccn=69060008 |capitolo=Appendix 6: Crews and Support for Manned Apollo Flights |urlcapitolo=http://www.hq.nasa.gov/office/pao/History/SP-4009/v4app6.htm |urlmorto= no}}</ref>
 
Gli uomini del centro di controllo missione erano divisi in tre squadre che si alternarono, ognuna con un proprio direttore di volo. I direttori di volo per l'Apollo 8 furono: Clifford Charlesworth (squadra verde, ''Green team''), Glynn Lunney (squadra nera, ''Black team'') e Milton Windler (squadra marrone, ''Maroon team'').<ref name="expeditions1">{{Cita libro |lingua=en |cognome=Phillips |nome=Samuel C. |curatore-cognome=Cortright |curatore-nome=Edgar M |titolo=Apollo Expeditions to the Moon |url=http://www.hq.nasa.gov/pao/History/SP-350/cover.html |urlarchivio= https://web.archive.org/web/20080219204538/https://history.nasa.gov/SP-350/ch-9-5.html |dataarchivio=19 febbraio 2008 |urlmorto=no |accesso=28 gennaio 2008 |anno=1975 |editore=NASA |città=Washington, D.C. |oclc=1623434 |cid=NASA SP-350 |capitolo=Lifting From a Sea of Flame |urlcapitolo=https://history.nasa.gov/SP-350/ch-9-5.html}} Chapter 9.5.</ref><ref>{{cita libro |lingua=en |titolo=The Last of NASA's Original Pilot Astronauts: Expanding the Space Frontier in the Late Sixties |nome1=David J. |cognome1=Shayler |nome2=Colin |cognome2=Burgess |editore=Springer |anno=2017 |isbn=9783319510149 |p=197}}</ref>
 
=== Emblema ===
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Dic 25, 06:10 (3d17h19m): Inserimento in orbita transterrestre<br />
Dic 27, 15:37 (6d02h46m): Rientro<br />
— 15:51 (6d03h00m): Ammaraggio.<ref name="orloff2">{{Cita libro |lingua=en |cognome=Orloff |nome=Richard W. |titolo=Apollo by the Numbers: A Statistical Reference |url=https://history.nasa.gov/SP-4029/SP-4029.htm |accesso=28 giugno 2013 |serie=NASA History Series |annooriginale=First published 2000 |data=settembre 2004 |opera=NASA History Division, Office of Policy and Plans |editore=NASA |città=Washington, D.C. |isbn=0-16-050631-X |lccn=00061677 |cid=NASA SP-2000-4029 |capitolo=Apollo 8 Timeline |urlcapitolo=https://history.nasa.gov/SP-4029/Apollo_08i_Timeline.htm}}</ref>]]
 
L'Apollo 8 sarebbe stato il primo veicolo spaziale con equipaggio ad orbitare attorno a due corpi celesti, la Terra e la Luna. Le due orbite sarebbero state raccordate da un'[[Manovra orbitale|orbita di trasferimento]].
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Le navicelle Apollo erano immesse al lancio in un'orbita di parcheggio circolare geocentrica, con quote di [[Apside|apogeo]] e [[perigeo]] pari rispettivamente a 185,18 e 184,40&nbsp;km, con un'[[inclinazione orbitale|inclinazione]] di 32,51° rispetto all'[[equatore]] e un [[Periodo orbitale|periodo]] di 66,19 minuti. Il lento scarico dell'ossigeno liquido determinò un incrementato di 11,9&nbsp;km della quota di apogeo in 2 ore, 44 minuti e 30 secondi.<ref name="orloff1" />
 
Trascorso questo periodo, l'accensione del terzo stadio S-IVB della durata di 318 secondi immise l'Apollo 8 nella traiettoria di inserimento lunare. La manovra, denominata ''[[Trans Lunar Injection]]'' (TLI), determinò un incremento della velocità dei 28.870&nbsp;kg del modulo di comando e dei 9.000&nbsp;kg del finto LEM dai 7.793 m/s iniziali a 10.822 m/s,<ref name="orloff1" /><ref name="PressKit">{{Cita web |lingua=en |url=https://ntrs.nasa.gov/archive/nasa/casi.ntrs.nasa.gov/19690003059_1969003059.pdf |titolo=Apollo 8 Press Kit |data=15 dicembre 1968 |editore=NASA |pp=33–34 |tipo=Press kit |formato=PDF |cid=Release No. 68-208 |accesso=28 giugno 2013}}</ref> arrivando a far stabilire all'equipaggio il record di velocità massima, rispetto alla Terra, mai raggiunto da esseri umani.<ref name="chariots11-6">{{Cita libro |lingua=en |cognome1=Brooks |nome1=Courtney G. |cognome2=Grimwood |nome2=James M. |cognome3=Swenson |nome3=Loyd S., Jr. |altri=Foreword by Samuel C. Phillips |titolo=Chariots for Apollo: A History of Manned Lunar Spacecraft |url=http://www.hq.nasa.gov/office/pao/History/SP-4205/cover.html |accesso=29 gennaio 2008 |serie=NASA History Series |anno=1979 |editore=Scientific and Technical Information Branch, NASA |città=Washington, D.C. |isbn=978-0-486-46756-6 |oclc=4664449 |cid=NASA SP-4205 |capitolo=Apollo 8: The First Lunar Voyage |urlcapitolo=http://www.hq.nasa.gov/office/pao/History/SP-4205/ch11-6.html}}</ref> La velocità risultante era di poco inferiore alla [[velocità di fuga]] della Terra, pari a 11.200 m/s, ma sufficiente per posizionare l'Apollo 8 su un'orbita geocentrica ellittica così ampia che la navicella sarebbe arrivata in un punto in cui la [[Interazione gravitazionale|gravità]] della Luna l'avrebbe catturata.<ref name="woods">{{Cita|W.D. Woods|pp. 108–109|Woods}}, 2008.</ref>
 
Per le missioni Apollo era prevista un'orbita di lavoro circolare, con una quota nominale di 110&nbsp;km dalla superficie lunare. Quando la navicella fu cattaruta dalla Luna raggiunse un'orbita iniziale di forma ellittica, con [[perilunio]] di 111.1&nbsp;km e [[apolunio]] di 312,1&nbsp;km, inclinata di 12° rispetto all'equatore lunare. Questa, successivamente, fu circolarizzata con perilunio e apolunio rispettivamente di 110,6 e 112,4&nbsp;km e con un periodo orbitale di 128,7 minuti. L'effetto delle [[Concentrazione di massa|concentrazioni di massa]], o ''mascon'', lunari sull'orbita della navicella si rivelò maggiore di quanto inizialmente previsto, tanto che al termine delle dieci orbite percorse in venti ore, il perilunio e l'apolunio arrivarono ad essere di 108,5 e 117,8&nbsp;km, rispettivamente.<ref name="orloff1" />
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Una volta raggiunta l'orbita terrestre di parcheggio, l'equipaggio e i controllori di volo trascorsero le successive 2 ore e 38 minuti verificando il corretto funzionamento della navitta, prima di eseguire la manovra che l'avrebbe diretta inevitabilmente verso la Luna.<ref name="nasa" /> Il corretto funzionamento del terzo stadio era cruciale per la missione: nel precedente test senza equipaggio condotto con l'[[Apollo 6]], la manovra di riaccensione per la TLI era fallita.<ref name="chariots11-6" />
 
Durante il volo, a terra tre astronauti erano designati come Capsule Communicators (solitamente indicati come "CAPCOMs") secondo dei turni. Essi erano le uniche persone a comunicare regolarmente con l'equipaggio. [[Michael Collins (astronauta)|Michael Collins]] fu il primo CAPCOM in servizio e dopo 2 ore, 27 minuti e 22 secondi dopo il lancio comunicò agli astronauti in orbita: «Apollo 8. You are Go for TLI».<ref name="journal day 1 TLI">{{Cita web |lingua=en |url=https://history.nasa.gov/ap08fj/02earth_orbit_tli.htm |titolo=Day 1: Earth Orbit and Translunar Injection |cognome1=Woods |nome1=W. David |cognome2=O'Brien |nome2=Frank |data=22 aprile 2006 |opera=Apollo 8 Flight Journal |editore=NASA |accesso=7 febbraio 2008 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20080218181006/https://history.nasa.gov/ap08fj/02earth_orbit_tli.htm |dataarchivio=18 febbraio 2008 |urlmorto=sì}}</ref> Attraverso le parole di Collins, il Controllo Missione autorizzava l'Apollo 8 a dirigersi verso la Luna. Per i successivi 12 minuti prima dell'accensione TLI, l'equipaggio continuò a monitorare i sistemi della navetta e il S-IVB. Il motore si accese quando stabilito e la manovra venne eseguita perfettamente.
 
[[File:As8-16-2583.jpg|thumb|left|Il terzo stadio S-IVB del Saturn V, poco dopo la separazione]]
 
Al termine della [[Trans Lunar Injection|manovra di inserimento in traiettoria lunare]], lo stadio S-IVB si separò dal [[Apollo Command/Service Module|modulo di comando]]; gli astronauti ruotarono la navicella per poter effettuare delle riprese visive dello stadio separato. La manovra consentì agli astronauti di avere una visione globale della Terra, e furono i primi essere umani a godere di una tale vista<ref name="cronaca">{{Cita web |lingua=en |url=https://www.hq.nasa.gov/office/pao/History/SP-4205/ch11-6.html |titolo=Chariots For Apollo, ch11-6 |sito=www.hq.nasa.gov |accesso=7 giugno 2018}}</ref>. L'Apollo 8 era dunque diretto verso la Luna, con lo stadio spento che lo seguiva su una traiettoria parallela, molto vicina, rimanendo nel campo visivo e destando preoccupazioni per gli astronauti. Dopo un lungo dibattito tra l'equipaggio e il controllo missione, si decise di accelerare il modulo di comando di 2 metri al secondo per allontanarlo dallo stadio<ref name="cronaca" />. La manovra anticipò l'arrivo sulla Luna di circa un'ora. Per motivi di sicurezza venne comunque scelta e calcolata una traiettoria tale che, in caso di malfunzionamento o disfunzione totale dei propulsori, la navicella, dopo essere transitata attorno alla Luna, si sarebbe ritrovata autonomamente su una traiettoria che l'avrebbe riportata sulla Terra.<ref name="cronaca" />
 
A cinque ore dal lancio, il Controllo Missione comandò un'accensione finale del razzo S-IVB - ormai staccatosi dalla nevetta Apollo - affinché bruciasse il carburante residuo e cambiasse la sua traiettoria. La manovra portò l'S-IVB a transitare in prossimità della Luna per poi entrare in orbita eliocentrica in una posizione che non avrebbe potuto mettere in pericolo l'Apollo 8. L'orbita eliocentrica finale risultò possedere afelio e perielio pari rispettivamente a 0,99 e 0,92 [[Unità astronomica|unità astronomiche]], con una [[inclinazione orbitale|inclinazione]] di 23,47° e un [[periodo orbitale|periodo]] di 340,80 giorni.<ref name="orloff1" /><ref name=ha20130923>{{cita web|titolo=Saturn S-IVB-503N - Satellite Information |url=http://www.heavens-above.com/SatInfo.aspx?satid=3627&lat=0&lng=0&loc=Unspecified&alt=0&tz=UCT |opera=Satellite database |editore=Heavens-Above |accesso=23 settembre 2013 }}</ref>
 
I membri dell'equipaggio dell'Apollo 8 furono i primi umani ad attraversare le [[fasce di Van Allen]] posizionate a circa 24.000&nbsp;km dalla Terra. Gli scienziati avevano previsto che il loro attraversamento sarebbe avvenuto in breve tempo grazie alla velocità della navetta, con l'effetto di ridurre il quantitativo di [[radiazione ionizzante]] assorbita dagli astronauti a circa 1 [[Gray (unità di misura)|milligray]] (mGy), equivalente a una [[radiografia]] al torace. Per monitorare la dose di radiazioni assorbite, gli astronauti indossavano una [[dosimetro]] personale che trasmetteva i dati a terra e di tre dosimetri passivi a film che permettevano di stabilire la dose cumulativa ricevuta. Alla fine della missione si poté, quindi, stabilire che l'equipaggio aveva ricevuto una dose media di 1,6 mGy.<ref name="Biomedical">{{cita libro |lingua=en |cognome=Bailey |nome=J. Vernon |titolo=Biomedical Results of Apollo |url=http://lsda.jsc.nasa.gov/books/apollo/eboard2.htm |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20080117135912/http://lsda.jsc.nasa.gov/books/apollo/S2ch3.htm |dataarchivio=17 gennaio 2008 |accesso=28 gennaio 2008 |anno=1975 |editore=[[Lyndon B. Johnson Space Center]] |id=[https://history.nasa.gov/SP-368/sp368.htm NASA SP-368] |capitolo=Radiation Protection and Instrumentation |url_capitolo=http://lsda.jsc.nasa.gov/books/apollo/S2ch3.htm |urlmorto=sì}} Sec.2, Ch.3.</ref>
 
===Viaggio verso la Luna===
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Durante il viaggio, il compito principale dell'astronauta Jim Lovell come Pilota del Modulo di Comando era occuparsi della navigazione. Nonostante che il Controllo Missione eseguisse costantemente tutti i calcoli inerenti alla traiettoria, era necessario che un membro dell'equipaggio facesse da navigatore in modo che, se fossero state perse le comunicazioni, gli astronauti sarebbero comunque riusciti a tornare verso la Terra. Il lavoro di Lovell consisteva nello controllare la traiettoria della navetta "a vista" stimando la posizione delle stelle utilizzando un [[sestante]], misurando cioè l'angolo tra i corpi celesti e l'orizzonte della Terra (o della Luna). Ciò si dimostrò un'operazione alquanto impegnativa poiché vi era una vasta quantità di detriti attorno al veicolo spaziale, formatisi dalla separazione dello stato S-IVB del Saturn V, che rendevano difficile distinguere le stelle.
 
Sette ore dopo l'inizio della missione, l'Apollo 8 si trovava circa un'ora e 40 minuti in ritardo rispetto al piano di volo per via dei problemi relativi alla separazione dall'S-IVB e per le difficoltà di Lovell nell'osservare le stelle. In quel momento l'equipaggio mise la navetta nell'assetto ''Passive Thermal Control'' (PTC), chiamato anche "''barbecue roll''", nel quale il veicolo veniva posto in rotazione attorno al proprio asse longitudinale, con una velocità di circa un giro l'ora, affinché il calore irradiato dal Sole si distribuisse uniformemente sulla sua superficie. Se non fosse stata attuata una tale strategia, la parte della navetta esposta alla luce solare diretta avrebbe potuto superare i 200&nbsp;°C, mentre quella in ombra arrivare a -100&nbsp;°C. A tali temperature, sia lo [[scudo termico]], sia le linee di rifornimento del propellente avrebbero potuto subire dei danni. Poiché era impossibile ottenere un movimento rotatorio perfetto, ogni mezz'ora l'equipaggio doveva apportare dei piccoli aggiustamenti.<ref name="journal day 1 Maroon">{{Cita web |lingua=en |url=https://history.nasa.gov/ap08fj/04day1_maroon.htm |titolo=Day 1: Maroon Team |cognome1=Woods |nome1=W. David |cognome2=O'Brien |nome2=Frank |opera=Apollo 8 Flight Journal |editore=NASA |data=22 aprile 2006 |accesso=4 febbraio 2008 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20080107002315/https://history.nasa.gov/ap08fj/04day1_maroon.htm |dataarchivio=7 gennaio 2008 |urlmorto=sì}}</ref>
 
[[File:As08-16-2593.jpg|thumb|left|La prima immagine della Terra nel suo intero presa da un essere umano, probabilmente da [[William Anders]];<ref name="Apollo8FlightJournalDay1">{{Cita web |lingua=en |url=https://history.nasa.gov/ap08fj/03day1_green_sep.htm |titolo=Day 1: The Green Team and Separation |cognome1=Woods |nome1=W. David |cognome2=O'Brien |nome2=Frank |anno=2006 |opera=Apollo 8 Flight Journal |editore=NASA |accesso=29 ottobre 2008 |urlmorto=yes |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20080923012425/http://history.nasa.gov/ap08fj/03day1_green_sep.htm |dataarchivio=23 settembre 2008}} TIMETAG 003:42:55.</ref> Il Sud è in alto e l'America meridionale al centro.]]
 
La prima correzione di rotta (''mid-course correction'') venne effettuata 11 ore dopo il decollo. L'accensione del motore del Modulo di Servizio, il ''[[Service Propulsion System]]'' (SPS), avvenne per una durata di 2,4 secondi e determinò un [[Delta-v|incremento della velocità]] di 6,2 m/s nella direzione di marcia.<ref name="orloff1" /> Il risultato risultò inferiore ai 7,6 m/s preventivati, poiché una bolla di [[elio]] nelle linee dell'[[ossidante]] aveva inaspettatamente abbassato la pressione. L'equipaggio corresse l'inconveniente utilizzando i motori del sistema [[Reaction control system|RCS]]. Le ulteriori due accensioni programmate non vennero eseguite poiché la traiettoria dell'Apollo 8 si era rivelata già ottimale.<ref name="journal day 1 Maroon"/>
 
All'undicesima ora di volo, l'equipaggio era sveglio da oltre 16 ore. La NASA aveva stabilito che durante il volo almeno un astronauta sarebbe dovuto rimanere sveglio per affrontare eventuali problemi che avrebbero potuto manifestarsi. Borman fu il primo ad essere invitato ad addormentarsi, ma trovò difficoltoso prendere sonno a causa delle continue trasmissioni radio e del rumore meccanico.<ref name="journal day 1 Maroon"/> Trascorsa circa un'ora, fu allora autorizzato dal Controllo Missione ad assumere una [[compressa]] di [[secobarbital]] per favorire il sonno, tuttavia con scarsi effetti. Alla fine Borman riuscì ad addormentarsi, ma si sentì male al risveglio. Vomitò due volte e accusò diarrea, lasciando l'interno della navicella piena di piccoli pezzi di vomito e feci che l'equipaggiò cercò di pulire al meglio. Borman non avrebbe voluto che tutti sapessero dei suoi problemi di salute ed inizialmente cercò di celarlo al Controllo Missione; Lovell ed Anders tuttavia ritenevano doveroso darne comunicazione al centro di controllo e convinsero infine Borman. Vista la situazione, l'equipaggio decise di usare il ''Data Storage Equipment'' (DSE) per trasmettere voce e telemetria ad alta velocità a terra. Dopo aver registrato i sintomi manifestati da Borman, chiesero al Controllo Missione di controllare la registrazione affermando che avrebbero «voluto una valutazione dei commenti vocali».<ref name="journal day 2 green">{{Cita web |lingua=en |url=https://history.nasa.gov/ap08fj/06day2_green.htm |titolo=Day 2: Green Team |cognome1=Woods |nome1=W. David |cognome2=O'Brien |nome2=Frank |data=22 aprile 2006 |opera=Apollo 8 Flight Journal |editore=NASA |accesso=30 gennaio 2008 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20080311114001/https://history.nasa.gov/ap08fj/06day2_green.htm |dataarchivio=11 marzo 2008 |urlmorto=sì}}</ref>
 
L'equipaggio dell'Apollo 8 e il personale medico del Controllo Missione poterono confrontarsi utilizzando una sala di controllo vuota presente al secondo piano (vi erano, a Houston, due sale di controllo identiche, una al secondo e una al terzo piano; solo una veniva utilizzata durante una missione). I partecipanti alla conferenza conclusero che non vi erano grosse preoccupazioni riguardo alla malattia di Borman, che era probabilmente solo un'[[influenza]] di 24 ore, come pensava Borman stesso, o una reazione alla pillola assunta per dormire.<ref>{{Cita|M. Collins|p. 306|Collins}}, 2001.</ref> Con l'esperienza successivamente acquisita, i ricercatori della NASA ritengono che Borman abbia sofferto di [[sindrome da adattamento allo spazio]], una condizione che colpisce circa un terzo degli astronauti durante il loro primo giorno nello spazio fintantoché il loro [[Vestibolo (anatomia)|sistema vestibolare]] non si adatta allo [[assenza di peso]].<ref>{{Cita pubblicazione |lingua=en |cognome=Quine |nome=Tony |data=aprile 2007|titolo=Addicted to space: An appreciation of Anousheh Ansari, Part II |rivista= Spaceflight|volume=49 |numero=4 |p=144|issn=0038-6340 |editore=British Interplanetary Society}}</ref> Questa sindrome non si era mai verificata durante le missioni dei programmi precedenti (Mercury e Gemini) poiché le navette utilizzate erano dotate di uno spazio interno molto ridotto che non permetteva agli astronauti di fluttuare. L'incremento dello spazio nel Modulo di Comando Apollo permetteva agli astronauti di avere una grande libertà di movimenti, contribuendo all'instaurarsi dei [[sintomo|sintomi]] sperimentati da Borman e, più tardi, da [[Russell Schweickart]] in occasione della missione [[Apollo 9]].<ref>{{Cita web |lingua=en |url=http://lsda.jsc.nasa.gov/scripts/experiment/exper.aspx?exp_index=747 |titolo=The Effects of Long-Duration Space Flight on Eye, Head, and Trunk Coordination During Locomotion |cognome1=Kozlovskaya |nome1=Inessa B |cognome2=Bloomberg |nome2=Jacob J. |cognome3=Layne |nome3=Charles S. |anno=2004 |opera=Life Sciences Data Archive |editore=Lyndon B. Johnson Space Center |cid=LSDA Exp ID: 9307191 |accesso=28 giugno 2013 }}</ref>
 
[[File:Ap8-S68-56531.jpg|thumb|Fotogramma di un filmato registrato dall'equipaggio mentre erano in orbita introno alla Luna; Frank Borman è al centro]]
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Un'ultima correzione di rotta (la seconda resasi necessaria delle quattro potenzialmente previste) precedette la LOI esattamente 61 ore dopo il lancio, a circa 38.900&nbsp;km dalla Luna, quando l'equipaggio accese i motori RCS per 11 secondi. Si trattò di una accensione [[Moto retrogrado|retrograda]] (contro la direzione di marcia) al fine di rallentare la navicella. In quel momento l'Apollo 8 si trovava a 115,4&nbsp;km dalla superficie lunare.<ref name="zimmerman1" /><ref name="orloff1" />
 
A 64 ore di volo, l'equipaggio iniziò la preparazione per la ''Lunar Orbit Insertion-1'' (LOI-1). Questa manovra doveva essere eseguita alla perfezione e, per via della [[Astrodinamica|meccanica orbitale]], doveva essere effettuata sul lato più lontano della Luna, al di fuori dal contatto radio con la Terra. Dopo che il [[Centro di controllo missione|Controllo Missione]] dette il via libera per la manovra, l'equipaggio ricevette l'autorizzazione («''go''») a procedere. Nella conversazione che precedette la perdita delle comunicazioni, Carr disse loro che stavano «cavalcando l'uccello migliore che avevano potuto trovare».<ref name="journal day 3 LOI">{{Cita web |lingua=en |url=https://history.nasa.gov/ap08fj/11day3_black_approach.htm |titolo=Day 3: The Black Team - Approaching the Moon |cognome1=Woods |nome1=W. David |cognome2=O'Brien |nome2=Frank |data=22 aprile 2006 |opera=Apollo 8 Flight Journal |editore=NASA |accesso=7 febbraio 2008 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20080204015340/https://history.nasa.gov/ap08fj/11day3_black_approach.htm |dataarchivio=4 febbraio 2008 |urlmorto=sì |citazione=You are riding the best bird we can find.}}</ref> A Carr che gli augurava un «viaggio sicuro» («''Safe journey, guys''.»), Lovell rispose: «Ci vedremo dall'altra parte» («''We'll see you on the other side''.») e per la prima volta nella storia, esseri umani viaggiarono dietro la Luna e fuori dal contatto radio con la Terra.<ref name="lostmoon" /><ref name="journal day 3 LOI"/><ref>{{Cita web |lingua=en |url=https://history.nasa.gov/SP-350/ch-9-5.html|titolo=Apollo Expeditions to the Moon: Chapter 9|sito=history.nasa.gov}}</ref>
 
10 minuti prima della LOI-1, l'equipaggio iniziò un ultimo controllo dei sistemi del veicolo spaziale e si assicurò che ogni interruttore fosse nella posizione corretta. In quel momento, finalmente poterono vedere la Luna, tuttavia all'accensione per la LOI-1 mancavano solo due minuti, quindi l'equipaggio ebbe poco tempo per apprezzare quella vista.<ref name="lostmoon" />
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Poco prima della manovra LOI, gli astronuati e il controllo missione si salutarono, sapendo di non avrebbero potuto comunicare per i minuti successivi, dandosi ironicamente appuntamento dall'altro lato della Luna.<ref name="cronaca" />
 
La manovra ebbe inizio a 69 ore, 8 minuti e 16 secondi dal lancio e consisté nell'accensione del motore SPS per 4 minuti; determinò un decremento di {{M|915|-|m/s}} della velocità della navetta che in quel momento stava viaggiando a {{M|2600||m/s}}. La navetta fu immessa su un'orbita selenocentrica, con quota rispetto alla superficie variabile tra 111 e 312 chilometri.<ref name="cronaca" /> Nonostante la manovra fosse stata eseguita perfettamente e senza imprevisti, Lovell dichiarò che quelli furono i 4 minuti più lunghi di tutta la sua vita.<ref name="cronaca" /> Se l'accensione non fosse durata abbastanza, la navetta sarebbe potuta finire in un'orbita altamente ellittica o, addirittura, aperta verso lo spazio profondo; se, al contrario, fosse risultata troppo lunga, la navetta si sarebbe potuta schiantare sulla superficie lunare.<ref name="nssdc orbit">{{Cita web |lingua=en |url=http://nssdc.gsfc.nasa.gov/nmc/masterCatalog.do?sc=1968-118A |titolo=Apollo 8 |opera=[[National Space Science Data Center]] |editore=NASA |accesso=28 giugno 2013}}</ref>
 
==== Sorvolo della Luna ====
[[File:Langrenus_crater_as08-16-2616hr.jpg|thumb|Il [[cratere Langrenus]] fotografato dall'equipaggio dell'Apollo 8.]]
 
La mattina della [[vigilia di Natale]] (24 dicembre) la navicella spaziale raggiunse l'orbita lunare. Dopo aver comunicato al centro di controllo a Terra la situazione relativa al veicolo spaziale, Lovell fornì la prima descrizione di come appariva ai suoi occhi la superficie lunare:<ref name="journal day 4-123">{{Cita web |lingua=en |url=https://history.nasa.gov/ap08fj/13day4_orbits123.htm |titolo=Day 4: Lunar Orbits 1, 2 and 3 |cognome1=Woods |nome1=W. David |cognome2=O'Brien |nome2=Frank |data=22 aprile 2006 |opera=Apollo 8 Flight Journal |editore=NASA |accesso=20 settembre 2007 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20070922045003/https://history.nasa.gov/ap08fj/13day4_orbits123.htm |dataarchivio=22 settembre 2007 |urlmorto=sì}}</ref>
 
{{citazione|La Luna è essenzialmente grigia, senza colore; sembra intonaco o una specie di sabbia grigiastra. Possiamo vedere un bel po' di dettagli. Il [[Mare Fecunditatis]] da qui non spicca come quando osservato dalla Terra. Non vi è molto contrasto tra questo e i crateri circostanti. I crateri sono tutti arrotondati. Ce ne sono parecchi, alcuni dei quali sono più recenti. Molti di loro sembrano - specialmente quelli rotondi - sembrano colpiti da [[meteoriti]] o proiettili di qualche tipo. [[Cratere Langrenus|Langrenus]] è un enorme cratere; ha un cono centrale. Le pareti del cratere sono terrazzate, circa sei o sette diverse terrazze sulla strada verso il basso.
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[[File:NASA-Apollo8-Dec24-Earthrise.jpg|thumb|La [[Terra]] vista dopo l'orbita intorno alla [[Luna]]]]
 
Quando la navicella emerse dal lato nascosto della Luna per transitare per la quarta volta sulla [[Faccia visibile della Luna|faccia visibile]], l'equipaggio fu testimone del sorgere della Terra per la prima volta nella storia (il sorgere della Terra nelle vicinanze della Luna era stato fotografato per la prima volta dal [[Lunar Orbiter 1]] della NASA il 23 agosto 1966).<ref>{{Cita|R. K. Poole||Poole}}, 2008.</ref> Anders vide per primo la Terra emergere da dietro l'orizzonte lunare e richiamò l'attenzione degli altri, scattando una fotografia in bianco e nero. Anders chiese a Lovell di realizzare un video a colori e poi scattò una seconda fotografia, dinevuta famosa come ''[[Sorgere della Terra|Earthrise]]'') che fu successivamente scelta dalla rivista ''[[Life (periodico)|Life]]'' (acquisita nel frattempo da ''[[Time]]'') come una delle cento fotografie più significative mai scattate.<ref name="journal day 4-456">{{Cita web |lingua=en |url=https://history.nasa.gov/ap08fj/14day4_orbits456.htm |titolo=Day 4: Lunar Orbits 4, 5 and 6 |cognome1=Woods |nome1=W. David |cognome2=O'Brien |nome2=Frank |data=22 aprile 2006 |opera=Apollo 8 Flight Journal |editore=NASA |accesso=20 settembre 2007 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20071002204030/https://history.nasa.gov/ap08fj/14day4_orbits456.htm |dataarchivio=2 ottobre 2007 |urlmorto=sì}}</ref><ref name=Life>{{cita web |lingua=en |titolo= Earthrise. William Anders, NASA, 1968 |url=http://100photos.time.com/photos/nasa-earthrise-apollo-8 |opera=The Most Influential Images of All Time |editore=Time |anno=2016 |accesso=1 settembre 2018}}</ref>
 
Anders continuò a scattare fotografie mentre Lovell assumeva il controllo della nave spaziale così che Borman potesse riposare.<ref name="journal day 4-456"/> Nonostante lo spazio angusto e rumoroso, Borman dormì per due orbite, destandosi periodicamente per avere aggiornamenti sulla situazione. Quando tuttavia ebbe la netta percezione che i suoi compagni di equipaggio stessero commettendo degli errori, Borman si svegliò pienamente. La stanchezza di Anders e Lovell era infatti tale - non avendo ben dormito nei tre giorni precedenti - che nelle comunicazioni con il Controllo Missione avevano dovuto chiedere più volte di ripetere le istruzioni ricevute. Borman ordinò loro di dormire un po' e annullò le successive osservazioni della Luna previste nel loro piano di lavoro. Inizilamente Anders protestò, affermando che si sentiva bene, ma il comandante non volle sentire ragioni. Alla fine, Anders acconsentì e Borman sistemò la telecamera perché continuasse a scattare fotografie in modo automatico. Nelle due orbite successive, Anders e Lovell dormirono mentre Borman sedeva ai comandi.<ref name="journal day 4-456"/> Nelle successive missioni Apollo, gli astronauti avrebbero evitato questa situazione dormendo tutti nello stesso orario, evitando che le conversazioni con il Controllo Missione guastasse il sonno dei compagni addormentati.<ref>{{cita web |lingua=en |url=http://www.workingonthemoon.com/WOTM-Sleep.html |accesso=1 settembre 2018 |titolo=Sleep |opera=Working on the Moon |editore=Editors of Working on the Moon |data=13 orrobre 2010 <small>(ultimo aggiornamento)</small>}}</ref>
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[[File:Apollo 8 genesis reading.ogg|left|thumb|L'equipaggio dell'Apollo 8 legge la [[Genesi]].]]
 
Nel corso della nona orbita, ebbe luogo la seconda trasmissione televisiva. Borman presentò l'equipaggio e ognuno di essi fornì la propria impressione sulla superficie lunare e su come fosse orbitare attorno alla Luna. Borman la descrisse come «una vasta, solitaria, ostile distesa di nulla».<ref>{{Cita|G. J. De Groot|p. 229|De_Groot}}, 2006.</ref> Poi, dopo aver parlato di quello che stavano sorvolando, Anders annunciò che l'equipaggio avrebbe rivolto un messaggio a coloro che erano sulla Terra ed ogni di loro lesse una parte dalla storia della creazione contenuta nel libro della [[Genesi]]. Borman terminò la trasmissione augurando un Buon Natale a tutti sulla Terra con queste parole: «E dall'equipaggio dell'Apollo 8, chiudiamo con buona notte, buona fortuna, un Buon Natale e Dio benedica tutti voi, tutti voi sulla buona Terra».<ref name="moonport">{{Cita libro |lingua=en |cognome1=Benson |nome1=Charles D. |cognome2=Faherty |nome2=William Barnaby |titolo=Moonport: A History of Apollo Launch Facilities and Operations |url=http://www.hq.nasa.gov/office/pao/History/SP-4204/contents.html |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20080123133438/http://www.hq.nasa.gov/office/pao/History/SP-4204/contents.html |dataarchivio=23 gennaio 2008 |accesso=7 febbraio 2008 |anno=1978 |editore=NASA |cid=NASA SP-4204 |capitolo=Apollo 8 - A Christmas Gift |urlcapitolo=http://www.hq.nasa.gov/office/pao/History/SP-4204/ch20-9.html |urlmorto=no}} Ch.20-9.</ref>
 
A questo punto, l'unico compito rimasto all'equipaggio fu quello di eseguire la manovra per l'inserimento in orbita transterrestre (''Trans-Earth Injection'' o TEI), programmata per 2 ore e mezza dopo la fine della trasmissione televisiva. La TEI era considerata l'accensione più critica del volo, in quanto qualsiasi guasto dell'SPS avrebbe mantenuto l'equipaggio in orbita lunare, con poche speranze di ritorno sulla Terra. Inoltre, la manovra sarebbe stata eseguita mentre la navetta si sarebbe trovata sul lato lontano della Luna, fuori dal contatto radio con la Terra; ciò sollevava qualche timore anche presso il centro di controllo, che non avrebbe potuto supportare gli astronauti in tempo reale.
 
L'accensione avvenne esattamente all'istante previsto. La telemetria del veicolo spaziale venne riacquista a Terra mentre la navicella riemergeva da dietro la Luna a 89 ore, 28 minuti e 39 secondi dal lancio. Quando venne ristabilito anche il contatto vocale, Lovell annunciò: «Vogliamo informarvi che Babbo Natale esiste» («''Please be informed, there is a Santa Claus''»), al quale Ken Mattingly, CAPCOM in quel momento, rispose: «Affermativo, tu sei il migliore per saperlo» («''That's affirmative, you are the best ones to know.''»).<ref name="journal day 4 TEI">{{Cita web |lingua=en |url=https://history.nasa.gov/ap08fj/16day4_final_orbit_tei.htm |titolo=Day 4: Final Orbit and Trans-Earth Injection |cognome1=Woods |nome1=W. David |cognome2=O'Brien |nome2=Frank |data=22 aprile 2006 |opera=Apollo 8 Flight Journal |editore=NASA |accesso=7 febbraio 2008 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20080116172357/https://history.nasa.gov/ap08fj/16day4_final_orbit_tei.htm |dataarchivio=16 gennaio 2008 |urlmorto=sì}}</ref> La navetta iniziò il suo viaggio di ritorno sulla Terra il 25 dicembre, il giorno di [[Natale]].
 
=== Ri-allineamento manuale non pianificato ===
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Dopo 10 orbite lunari, per un totale di 20 ore, dopo 3 giorni e 17 ore di missione, l'equipaggio dell'Apollo 8 accese il propulsore per accelerare la navetta di circa {{M|1,07|k|m/s}} e immetterla su una traiettoria che l'avrebbe ricondotta sulla Terra.<ref name="cronaca" /> Al termine della manovra l'equipaggio era completamente esausto. Il viaggio di ritorno fu privo di qualunque complicazione, cosa che permise agli astronauti di riposare, oltre che di occuparsi del normale monitoraggio del veicolo.
 
Nel pomeriggio del giorno di Natale, l'equipaggio fece la quinta trasmissione televisiva.<ref>{{Cita web |lingua=en |data= 2003
|titolo= Apollo 8: Leaving the Cradle |url= http://www.collectspace.com/resources/reviews/dvd/apollo8_leaving_the_cradle.html |tempo= Chapter 5, Disk 2 |editore= Spacecraft Films/[[20th Century Fox Home Entertainment]]}}</ref> In questa occasione effettuarono un ''tour'' della navetta spaziale, mostrando come gli astronauti vivevano nello spazio. Al termine della trasmissione trovarono, nello scompartimento dedicato al cibo, un piccolo regalo da parte di Deke Slayton: una cena con tacchino ripieno in una confezione uguale a quelle in dotazione alle truppe [[Guerra del Vietnam|impegnate in Vietnam]]<ref>{{Cita|J. N. Wilford|p. 68|Wilford}}, 1973.</ref> e tre piccole bottiglie contenenti [[brandy]], che Borman decise non sarebbero state aperte fino al rientro sulla Terra. Esse, tuttavia, rimasero chiuse per diversi anni dopo il volo.<ref name="Unopened minis of brandy">{{Cita|J. Schefter|p. 275|Schefter}}, 1999.</ref> Gli astronauti trovarono anche piccoli regali da parte delle loro mogli.
|titolo= Apollo 8: Leaving the Cradle
|url= http://www.collectspace.com/resources/reviews/dvd/apollo8_leaving_the_cradle.html
|tempo= Chapter 5, Disk 2
|editore= Spacecraft Films/[[20th Century Fox Home Entertainment]]
}}</ref> In questa occasione effettuarono un ''tour'' della navetta spaziale, mostrando come gli astronauti vivevano nello spazio. Al termine della trasmissione trovarono, nello scompartimento dedicato al cibo, un piccolo regalo da parte di Deke Slayton: una cena con tacchino ripieno in una confezione uguale a quelle in dotazione alle truppe [[Guerra del Vietnam|impegnate in Vietnam]]<ref>{{Cita|J. N. Wilford|p. 68|Wilford}}, 1973.</ref> e tre piccole bottiglie contenenti [[brandy]], che Borman decise non sarebbero state aperte fino al rientro sulla Terra. Esse, tuttavia, rimasero chiuse per diversi anni dopo il volo.<ref name="Unopened minis of brandy">{{Cita|J. Schefter|p. 275|Schefter}}, 1999.</ref> Gli astronauti trovarono anche piccoli regali da parte delle loro mogli.
 
Il giorno seguente, circa 124 ore dall'inizio della missione, la sesta ed ultima trasmissione televisiva dall'Apollo 8 mostrò le più belle immagini della Terra riprese fino a quel momento.<ref>{{Cita web |lingua=en |data= 2003 |titolo= Apollo 8: Leaving the Cradle |url= http://www.collectspace.com/resources/reviews/dvd/apollo8_leaving_the_cradle.html |tempo= Chapter 6, Disk 2 |tipo= DVD |editore= Spacecraft Films/20th Century Fox Home Entertainment}}</ref>
{{Cita web|data= 2003
|titolo= Apollo 8: Leaving the Cradle
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|tipo= DVD
|editore= Spacecraft Films/20th Century Fox Home Entertainment
}}</ref>
 
Dopo due giorni privi di problemi, l'equipaggio iniziò le preparazioni per il rientro. Il computer avrebbe controllato tutta la delicata fase e l'equipaggio aveva il solo incarico di posizionare la navicella nell'assetto corretto.<ref name="Chaikin 127-128"/> Se il computer si fosse bloccato, Borman avrebbe comunque assunto il controllo.<ref name="Chaikin 127-128">{{Cita|A. Chaikin|pp. 127-128|Chaikin_1998}}, 1998.</ref>
 
La traiettoria di ritorno, che avrebbe potuto richiedere qualche correzione, fu abbastanza precisa e necessitò di una sola manovra correttiva di meno di {{M|2|-|m/s}}. A {{M|14500|k|m}} dalla [[superficie della Terra]], l'equipaggio separò il modulo di comando dal modulo di servizio, non più necessario.<ref name="cronaca" /><ref name="Chaikin 127-128" /> Sei minuti prima di incontrare l'[[atmosfera terrestre]], l'equipaggio vide la Luna sorgere sopra l'orizzonte della Terra, proprio come avevano previsto i responsabili della traiettoria.<ref name="splashdown1">{{Cita web |lingua=en |url=https://history.nasa.gov/ap08fj/22day6_maroon_splash.htm |titolo=Day 6: The Maroon Team - Splashdown |cognome1=Woods |nome1=W. David |cognome2=O'Brien |nome2=Frank |data=22 aprile 2006 |opera=Apollo 8 Flight Journal |editore=NASA |accesso=4 febbraio 2008 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20080206092307/https://history.nasa.gov/ap08fj/22day6_maroon_splash.htm |dataarchivio=6 febbraio 2008 |urlmorto=sì}}</ref> Una volta che la capsula ebbe impattato con l'atmosfera, gli astronauti notarono che all'esterno della navicella si formava del [[Plasma (fisica)|plasma]] luminoso. Il veicolo iniziò, allora, a rallentare tanto che gli astronauti dovettero sopportare una decelerazione massima di 6,8 [[accelerazione di gravità|g]] (59 m/s<sup>2</sup>).<ref name="orloff1" /> Durante tutta questa fase, il computer continuò a controllare la discesa, correggendo costantemente l'assetto. A 9.1&nbsp;km di altezza sopra l'Oceano, venne rilasciato il paracadute stabilizzatore, seguito dall'apertura dei tre paracadute principali ad una altitudine di 3,0&nbsp;km.<ref name="MissionReport">{{cita web |url=https://web.archive.org/web/20130302223118/http://history.nasa.gov/ap08fj/pdf/a08-missionreport.pdf |titolo=Apollo 8 Mission report |accesso=15 giugno 2018 |lingua=en}}</ref>
 
[[File:Ap8-S68-56310.jpg|thumb|Il modulo di comando dell'Apollo 8 sul ponte della [[USS Yorktown (CV-10)|USS ''Yorktown'']].]]