Utente:Clubi/sandbox2: differenze tra le versioni

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! Immagine !! Nome !! Descrizione
|-[[File:Torre dell'Orologio a Clusone.JPG|150px]] || Torre dell'[[Orologio planetario Fanzago|Orologio]] || Accessibile anche da ripidi vicoli di antica origine (dall’alto scendendo per via Viti, dal basso salendo i comodi gradini di via Giacomo e Giuseppe Pellegrini), sul lato nord la Piazza è dominata dal complesso della Torre dell’Orologio e dal Palazzo Comunale. La prima è l’edificio più antico, risalente nell’impianto originale al XXII secolo. Nel 1583, in sostituzione di un vecchio orologio, vi fu insediato quello planetario costruito da Pietro Fanzago. E’ un autentico gioiello della meccanica rinascimentale, conserva ancora il meccanismo originario, collocato all’interno della torre ed accessibile dal Palazzo comunale. Rispetto ai quasi coevi esemplari di Cremona e Brescia, offre le stesse indicazioni astronomiche ma con un numero estremamente ridotto di ingranaggi . Dalla piazza si può ammirare il quadrante racchiuso in una cornice decorativa affrescata. Sulla fascia più esterna, divisa in 24 parti, la lancetta più lunga indica, muovendosi in senso antiorario, le ore. Inoltre vi si possono leggere il mese e il segno zodiacale corrispondente, la data approssimativa del giorno, la durata del dì e della notte, il mese lunare, le fasi delle luna, l’inclinazione dei raggi solari rispetto alla superficie terrestre. Il cerchio più interno permette di determinare gli aspetti astrologici, per conoscere l’influsso degli astri.
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|-[[File:Torre dell'Orologio a Clusone.JPG|150px]] || Torre dell'[[Orologio planetario Fanzago|Orologio]] || Accessibile anche da ripidi vicoli di antica origine (dall’alto scendendo per via Viti, dal basso salendo i comodi gradini di via Giacomo e Giuseppe Pellegrini), sul lato nord la Piazza è dominata dal complesso della Torre dell’Orologio e dal Palazzo Comunale. La prima è l’edificio più antico, risalente nell’impianto originale al XXII secolo. Nel 1583, in sostituzione di un vecchio orologio, vi fu insediato quello planetario costruito da Pietro Fanzago. E’ un autentico gioiello della meccanica rinascimentale, conserva ancora il meccanismo originario, collocato all’interno della torre ed accessibile dal Palazzo comunale. Rispetto ai quasi coevi esemplari di Cremona e Brescia, offre le stesse indicazioni astronomiche ma con un numero estremamente ridotto di ingranaggi . Dalla piazza si può ammirare il quadrante racchiuso in una cornice decorativa affrescata. Sulla fascia più esterna, divisa in 24 parti, la lancetta più lunga indica, muovendosi in senso antiorario, le ore. Inoltre vi si possono leggere il mese e il segno zodiacale corrispondente, la data approssimativa del giorno, la durata del dì e della notte, il mese lunare, le fasi delle luna, l’inclinazione dei raggi solari rispetto alla superficie terrestre. Il cerchio più interno permette di determinare gli aspetti astrologici, per conoscere l’influsso degli astri.
|[[File:Crown Torre del Mangia Siena.jpg|150px]] || [[Palazzo comunale (Clusone)|Palazzo comunale]] || Il Palazzo Comunale, iniziato nel XIII secolo e via via ampliato e rimaneggiato,sorge su sei massicce arcate (la più antica è quella che appoggia sulla torre dell’Orologio). Sulla facciata sono visibili i resti delle finestre ad arco acuto, risalenti al ‘400 e distrutte dalla ristrutturazione di inizio 800, che ha stravolto l’aspetto medioevale dell’edificio. I restauri eseguiti nel 1974 hanno riportato alla luce scritte in caratteri gotici e numerosi affreschi, quasi tutti raffiguranti gli stemmi dei podestà veneti che governarono Clusone.
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|[[File:CrownPortici Torrepalazzo delcomunale MangiaClusone Siena09.jpg|150px]] || [[Palazzo comunale (Clusone)|Palazzo comunale]] || Il Palazzo Comunale, iniziato nel XIII secolo e via via ampliato e rimaneggiato,sorge su sei massicce arcate (la più antica è quella che appoggia sulla torre dell’Orologio). Sulla facciata sono visibili i resti delle finestre ad arco acuto, risalenti al ‘400 e distrutte dalla ristrutturazione di inizio 800, che ha stravolto l’aspetto medioevale dell’edificio. I restauri eseguiti nel 1974 hanno riportato alla luce scritte in caratteri gotici e numerosi affreschi, quasi tutti raffiguranti gli stemmi dei podestà veneti che governarono Clusone.
|[[File:506SienaCappellaPiazza.JPG|150px]] || Portico del lino || Di fronte al Palazzo comunale, sul lato sud della piazza, si trova un altro portico, conosciuto come il portico del lino, perché qui si teneva il mercato del lino. Dei quattro capitelli che lo sorreggono, due sono scolpiti. In uno si osserva un cane, un coniglio e una mano; nell’altro una torre, due vipere che s’incrociano e la data 1567. Sulla facciata uno stemma raffigurante nella parte inferiore un castello merlato con due torri e nella parte superiore un’aquila ad ali spiegate, porta la data 22 aprile 1763 e la dicitura: Arma del Sig. Capo Rinaldi. Non si tratta dello stemma di un guerriero, come potrebbero far supporre i trofei d’armi che incorniciano lo scudo, né del capo degli sbirri, come si è ipotizzato. Era invece il capo di una Chiodera, l’opificio dove si stiravano e si rifinivano le pezze quando a Clusone fioriva l’arte del pannolana. Era inoltre macellaio e sublocatore del dazio delle carni per la Valle Seriana Superiore e la sua macelleria con tanto di “soch” (ceppo) per la macellazione delle carni, era sotto i portici.
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|[[File:506SienaCappellaPiazza.JPG|150px]] || Portico del lino || Di fronte al Palazzo comunale, sul lato sud della piazza, si trova un altro portico, conosciuto come il portico del lino, perché qui si teneva il mercato del lino. Dei quattro capitelli che lo sorreggono, due sono scolpiti. In uno si osserva un cane, un coniglio e una mano; nell’altro una torre, due vipere che s’incrociano e la data 1567. Sulla facciata uno stemma raffigurante nella parte inferiore un castello merlato con due torri e nella parte superiore un’aquila ad ali spiegate, porta la data 22 aprile 1763 e la dicitura: Arma del Sig. Capo Rinaldi. Non si tratta dello stemma di un guerriero, come potrebbero far supporre i trofei d’armi che incorniciano lo scudo, né del capo degli sbirri, come si è ipotizzato. Era invece il capo di una Chiodera, l’opificio dove si stiravano e si rifinivano le pezze quando a Clusone fioriva l’arte del pannolana. Era inoltre macellaio e sublocatore del dazio delle carni per la Valle Seriana Superiore e la sua macelleria con tanto di “soch” (ceppo) per la macellazione delle carni, era sotto i portici.
|[[File:465SienaFonteGaia.JPG|150px]] || Piazza Sant’Andrea || Attigua a Piazza Orologio, si trova Piazza Sant’Andrea, su cui prospetta il lato est del Palazzo Comunale, con il portale d’accesso della fine del ‘500, accanto al quale si può vedere ancora oggi la fessura in cui venivano imbucate segretamente le denunzie dei malati contagiosi. Anticamente al livello inferiore correva un portico, successivamente tamponato, che proseguiva sul confinante Palazzo Sant’Andrea, ora sede di uffici comunali. Entrando in quello dell’Anagrafe, si può vedere un frammento di una Annunciazione, opera di Giacomo Borlone, lo stesso autore delle Danza Macabra e delle storie della vita di Gesù nell’Oratorio dei Disciplini. Il palazzo era di proprietà della nobile famiglia Sant’Andrea, che diede all’esercito cisalpino prima, napoleonico poi, un capitano, un colonnello ed un generale. Un fratello, nominato Pretore ai tempi napoleonici, si stabilì a Clusone. Il nipote Giovanni, ultimo discendente della famiglia, lasciò il suo palazzo alla Congregazione di Carità perché fosse adibito in parte a “ricovero, non carcere” (come scrive nel testamento) per i vecchi poveri, e in parte a Museo, ove collocare preziosi mobili, tra cui un letto di mano di Andrea Fantoni, parecchi quadri e una raccolta di monete. Quel che resta di tale patrimonio, depauperato nel passato dall’incuria e dalla sparizione di alcuni dei pezzi più preziosi, si può ammirare nel Museo Arte e Tempo nel Palazzo Barca.
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|[[File:465SienaFonteGaiaPalazzo comunale piazza dell'orologio.JPGjpg|150px]] || Piazza Sant’Andrea || Attigua a Piazza Orologio, si trova Piazza Sant’Andrea, su cui prospetta il lato est del Palazzo Comunale, con il portale d’accesso della fine del ‘500, accanto al quale si può vedere ancora oggi la fessura in cui venivano imbucate segretamente le denunzie dei malati contagiosi. Anticamente al livello inferiore correva un portico, successivamente tamponato, che proseguiva sul confinante Palazzo Sant’Andrea, ora sede di uffici comunali. Entrando in quello dell’Anagrafe, si può vedere un frammento di una Annunciazione, opera di Giacomo Borlone, lo stesso autore delle Danza Macabra e delle storie della vita di Gesù nell’Oratorio dei Disciplini. Il palazzo era di proprietà della nobile famiglia Sant’Andrea, che diede all’esercito cisalpino prima, napoleonico poi, un capitano, un colonnello ed un generale. Un fratello, nominato Pretore ai tempi napoleonici, si stabilì a Clusone. Il nipote Giovanni, ultimo discendente della famiglia, lasciò il suo palazzo alla Congregazione di Carità perché fosse adibito in parte a “ricovero, non carcere” (come scrive nel testamento) per i vecchi poveri, e in parte a Museo, ove collocare preziosi mobili, tra cui un letto di mano di Andrea Fantoni, parecchi quadri e una raccolta di monete. Quel che resta di tale patrimonio, depauperato nel passato dall’incuria e dalla sparizione di alcuni dei pezzi più preziosi, si può ammirare nel Museo Arte e Tempo nel Palazzo Barca.
|[[File:Piazza del campo, si, Palazzo Chigi Zondadari.JPG|150px]] || Altri edifici/Edifici medioevali ||
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|[[File:Piazza del campo, si, Palazzo Chigi Zondadari.JPG|150px]] || Altri edifici/Edifici medioevali ||
Nelle due piazze rimangono testimonianze medioevali: proprio di fronte all’Orologio Fanzago, una bottega, preceduta da un piccolo porticato a colonne; una casa, al civico 5 di Piazza Sant’Andrea, di cui un restauro ha rimesso in luce gli archi di ingresso; due case torri, una quasi completamente rifatta, ma la cui struttura è sostanzialmente inalterata, almeno nella parte inferiore (numeri civici 52-58 ); l’altra all’inizio di via Ruggero Viti, su cui si possono osservare ancora frammenti di affreschi, le pietre angolari e, su lato sud, una feritoia a circa un metro e mezzo dal suolo , ora rialzato rispetto al piano medioevale.
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