Pinacoteca civica (Ascoli Piceno): differenze tra le versioni
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La '''Pinacoteca civica di Ascoli Piceno''', considerata tra le più importanti della regione [[Marche]], e dell'Italia centrale, occupa le ali Nord (interamente) e Ovest (parzialmente) del primo e del secondo piano del [[Palazzo dell'Arengo]] nella [[Piazza Arringo]].
Il museo venne aperto il 4 agosto [[1861]] per iniziativa di Giorgio Paci e Giulio Gabrielli, entrambi artisti ascolani, i quali, al primo nucleo della collezione civica raccolta a partire dall'ultimo quarto del XVIII secolo su iniziativa di Alessandro Maria Odoardi, aggiunsero un buon numero di opere, principalmente di soggetto religioso, provenienti dalle chiese e dagli edifici dei vari Ordini religiosi ascolani, i cui beni furono incamerati dallo Stato Unitario, in seguito al decreto [[Lorenzo Valerio|Valerio]]. A questa prima sistemazione ne seguirono altre, legate agli ingressi di altri nuclei di opere, a partire dalla collezione di Antonio Ceci, acquisita nel 1924, di [[Ernesto Verrucci]] e, già precedentemente, quella dei mobili della famiglia dei conti [[Sgariglia]].
Le attuali 15 sale espositive ospitano un ragguardevole numero di opere pittoriche su [[Pittura su tela|tela]] e su tavola, datate dal [[XIV secolo|XIV]] al [[XX secolo]], [[Scultura|sculture]], [[Affresco|affreschi]] rimossi, raccolte numismatiche, [[Ceramica|ceramiche]], strumenti musicali e [[Miniatura|miniature]]. Il percorso museale è inoltre arricchito da un cospicuo mobilio dallo stile Barocco allo stile Impero composto di consolles, lampadari, tendaggi. La gran parte della collezione di ceramiche, costituita dalla serie di maioliche ascolane, dal 2007 è stata trasferita nel Museo dell'Arte Ceramica. Di grande riguardo è anche la collezione di disegni e stampe, arricchitasi grazie a vari lasciti nel corso di tutto l'arco del Novecento, con fogli di Guercino, Pietro da Cortona, Pier Leone Ghezzi, Giuseppe e Lazzaro Giosafatti, Mariani, Mussini ed altri.
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