Cecenia: differenze tra le versioni
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Il 6 marzo 1996, tra i 1.500 e i 2.000 ribelli ceceni si infiltrarono all'interno di Groznyj e per tre giorni lanciarono attacchi a sorpresa in molte zone della città riuscendo anche a impossessarsi di armi e munizioni. Sempre a marzo i ceceni attaccarono Samaški dove vennero uccisi centinaia di civili; il mese successivo, il 16 aprile, il comandante arabo [[Ibn al-Khattab]] nell'agguato di Šatoj distrusse una grande colonna di corazzati russi uccidendo 53 soldati (secondo molti 100), in un altro attacco 28 soldati furono uccisi vicino a [[Vedeno]].<sup>[[Prima guerra cecena#cite note-29|[29]]]</sup>
Le perdite militari e le crescenti vittime civili resero la guerra ancora più impopolare in [[Russia]], le vicine elezioni presidenziali indussero il governo di [[Boris Nikolaevič El'cin|Boris
Quella che Basayev chiamò "operazione jihad" o Maskhadov "operazione zero", con circa 5000 uomini il 6 agosto 1996 i ribelli lanciarono un attacco sulla capitale Groznyj, riuscendo ad occupare tutti i punti chiave della città e a tendere imboscate ai soccorsi. La riuscita del piano e l'alto numero di prigionieri russi costrinsero Aleksandr Lebed a trattare e a firmare l'accordo di [[Chasavjurt]], che sancì la definitiva vittoria cecena.
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