Ezra Pound: differenze tra le versioni
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Negli anni 1930 Ezra Pound rivolse i suoi interessi sempre più alla [[politica]] e all'[[economia]], pubblicando un [[pamphlet]] dal titolo ''ABC dell'economia''. Insieme diede diverse sistemazioni alle sue intuizioni critiche nei volumi ''Come leggere'', ''ABC del leggere'', ''Rinnovare'', ''Guida alla cultura'', ''Carta da visita''. In particolare "Rinnovare" ("Make it new"), motto [[confucianesimo|confuciano]], divenne la sua insegna. A [[Confucio]] e alla [[Letteratura cinese classica|letteratura cinese]] dedicò diversi studi, traduzioni e gruppi di canti. Infatti negli anni di Rapallo pubblicò via via i volumi contenenti i canti 31-41 ("Jefferson"), 42-51 ("La quinta decade: Siena") e 52-71 ("Cina - John Adams"). In questi volumi il poema d'ispirazione [[Dante Alighieri|dantesca]] diventa una rivisitazione di momenti storici esemplari e un atto di accusa contro l'"usura" (canto 45).<ref name=Bio/>
Il 30 gennaio del [[1933]] riuscì a farsi ricevere a [[Roma]] da [[Benito Mussolini]]: fu l'unica volta che i due si incontrarono. In quell'occasione Pound regalò al duce una copia dei suoi ''Cantos'' e illustrò al capo del fascismo alcune proposte in materia economica, pronunciando una delle sue più famose frasi: "Duce, ho la possibilità di non far pagare le tasse ai cittadini."<ref>{{cita web|url=http://www.dismappa.it/ezra-pound-a-40-anni-dalla-morte/|titolo=Ezra Pound a 40 anni dalla morte}}</ref> Nel [[1936]] viene pubblicato a Londra il libro ''[[Thomas Jefferson|Jefferson]] and/or [[Benito Mussolini|Mussolini]]''(scritto nel l’anno precedente), opera in cui dava un'interpretazione [[liberalismo negli Stati Uniti d'America|liberale]] e artistica del [[dittatore]] e primo ministro italiano, paragonato al terzo presidente degli [[Stati Uniti d'America]], affermando anche la "non esportabilità" del fascismo in quanto fenomeno tipicamente italiano, figlio di un preciso periodo storico. Pound affermava che Mussolini era l'erede della [[politica agraria]] e [[populismo|populista]] tenuta da Jefferson.<ref name=cella>[http://www.nwo.it/hitler-santo.html Sfogo di Ezra Pound in cella: "Hitler? Un santo raggirato"]</ref>
Secondo Pound «il primo atto del Fascismo è stato salvare l'Italia da gente troppo stupida per saper governare, voglio dire dai comunisti senza Lenin. Il secondo è stato di liberarla dai parlamentari e da gruppi politicamente senza morale. Quanto all'etica finanziaria, direi che dall'essere un paese dove tutto era in vendita, Mussolini in dieci anni ha trasformato l'Italia in un paese dove sarebbe pericoloso tentare di comperare il governo»<ref>[http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1995/09/20/ritrovato-il-libro-segreto-di-pound.html Il libro segreto di Pound, da La Repubblica]</ref>. L'ammirazione antidemocratica di Pound per Mussolini era espressamente estesa, apprezzando la politica economica del [[Terzo Reich]], anche a [[Adolf Hitler|Hitler]], pur ritenuto un «imitatore isterico» di Mussolini, mentre egli giudicava tutti gli altri statisti moderni alla stregua di mere «canaglie»<ref>Ben D. Kimpel; T. C. Duncan Eaves, ''Ezra Pound on Hitler's Economic Policies'', in «American Literature», Vol. 55, No. 1 (Mar., 1983), pp. 48-54 [http://www.jstor.org/stable/2925881 URL]; citazione testuale: «All the... modern statesmen are more or less scoundrels except 'Mussolini and that hysterical imitator Hitler'».</ref>, in particolare fu molto duro, soprattutto durante e dopo la guerra, con [[Winston Churchill]], accusandolo di portare avanti una politica estera brutale e ingiusta, per aver fatto bombardare obiettivi non militari, come zone abitate solo da civili, per fiaccare la resistenza dei nemici (ad esempio col [[bombardamento di Dresda]]).<ref name=cella/> Ancora nell'ottobre del [[1938]], Pound elogiò la politica economica di Hitler.<ref>Ezra Pound, ''A Money Is'', in «Delphian Quarterly», 21, IV, Oct. 1938, p. 47.</ref>
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