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|titoloorig = 砂の女
|titolotraslitterato = Suna no onna
|autore = Kōbō Abe
|annoorig = 1962
|annoita = 1962
|genere = [[romanzo]]
|lingua = giapponese
}}
▲L’opera ha vinto nello stesso anno il premio letterario [[Premio Yomiuri-bungaku|Yomiuri]].<ref>{{Cita web|url=https://kappabunko.com/2015/03/11/abe-kobo/|titolo=Abe Kōbō|autore=Raúl Sanz|data=11 marzo 2015|lingua=es|accesso=1 agosto 2018}}</ref> Il libro ebbe un incredibile successo in Giappone e all’estero.<ref name=":1">{{Cita libro|autore=Luisa Bienati|autore2=Paola Scrolavezza|titolo=La narrativa giapponese moderna e contemporanea|anno=2009|editore=Marsilio Editori|capitolo=19. Abe Kōbō|OCLC=327148384}}</ref> Dal romanzo è stato tratto il [[la donna di sabbia (film)|film omonimo]] del 1964 diretto da [[Hiroshi Teshigahara]] (勅使河原宏 ''Teshigahara Hiroshi'').<ref name=":2" />
== Trama ==
Il professor Niki Junpei, appassionato di [[entomologia]]''','''<ref name=":0">{{Cita libro|curatore=Luisa Bienati|titolo=Letteratura giapponese. 2, Dalla fine dell'Ottocento all'inizio del Terzo millennio|anno=2005|editore=Giulio Einaudi|pp=187-189|OCLC=885862899}}</ref> è alla ricerca di un nuovo esemplare di insetto al quale attribuire il proprio nome<ref name=":1" />, ma si ritrova improvvisamente catapultato in un incubo: viene fatto prigioniero in uno strano villaggio di pescatori che sorge in mezzo alle dune
Niki ben presto scopre che per sopravvivere e per evitare che il villaggio venga inghiottito dalla sabbia, gli abitanti devono costantemente lottare contro di essa,
Niki proverà a ribellarsi e fuggire, ma il tentativo di fuga si rivelerà fallimentare. In seguito, una placida rassegnazione prenderà il posto dell’ossessione della fuga e libertà, tanto che il protagonista sceglierà di rimanere a vivere nel villaggio che un tempo l’aveva fatto prigioniero.<ref name=":1" />
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* '''Giovane vedova''': abita la casa situata sul fondo della fossa di sabbia nella quale viene confinato Niki Junpei. Si verrà a creare col protagonista un rapporto fatto di silenzi, inganni ed erotismo disperato.<ref name=":0" />
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Si tratta di un romanzo in cui si intrecciano [[surrealismo]], [[esistenzialismo]] e l'[[allegoria]] dell'angoscia dell’uomo di fronte alla propria solitudine e alla morte.<ref>{{Cita web|url=https://kajap.hypotheses.org/142|titolo=Dans les sables mouvants d’Abe Kôbô|autore=Laurent Rauber|data=19 settembre 2010|lingua=fr|accesso=2 agosto 2018}}</ref>
Protagonista assoluta è la sabbia, il cui fluire continuo rappresenta una metafora perfetta della vita umana<ref name=":1" /> e della rincorsa ossessiva a un sé pieno di contraddizioni e sfuggevole.<ref name=":0" /> Essa viene descritta in termini scientifici all’inizio del romanzo, per poi assumere pian piano connotazioni ambigue, fino a configurarsi come surreale metafora dei legami sociali opprimenti che l’autore vuole delineare.<ref name=":6">{{Cita libro|autore=Maria Roberta Novielli|autore2=Paola Scrolavezza|titolo=Lo schermo scritto : letteratura e cinema in Giappone|anno=2012|editore=Libreria Editrice Cafoscarina|città=Venezia|pp=143-148|OCLC=828224960}}</ref> Niki Junpei, definito dalla società
'''Attraverso la logica del ribaltamento che crea un mondo alla rovescia''', l’incubo del carcere di sabbia si rivela la terribile normalità, una parte degli ingranaggi del vivere. All’interno di questa
La realtà assume i contorni angoscianti
▲Niki Junpei, definito dalla società come "persona scomparsa" e confinato in una buca di sabbia, riesce a ridefinire se stesso e la propria vita diventando una persona più autentica. L'esistenza del protagonista si esprime nei soli momenti di creatività, per esempio nei suoi ingegnosi tentativi di fuga che lo distolgono dalla sua solitudine, che rimarrebbe altrimenti costante e senza cura.<ref name=":3">{{Cita pubblicazione|autore=Nancy S. Hardin|coautori=Abé Kobo|anno=1974|titolo=An Interview with Abé Kobo|rivista=Contemporary Literature|volume=15|numero=4|url=https://www.jstor.org/stable/1207771?seq=1#page_scan_tab_contents}}</ref> Una solitudine che il protagonista stesso scopre essere un insaziabile desiderio per qualcosa di illusorio,<ref name=":4">{{Cita pubblicazione|autore=Joseph P. Strelka|anno=1984|titolo=Kafkaesque Elements in Kafka's Novels and in Contemporary Narrative Prose|rivista=Comparative Literature Studies|volume=21|numero=4|url=https://www.jstor.org/stable/40246504}}</ref> tanto che alla fine, pur potendo fuggire, egli decide di rimanere, consapevole che talvolta la libertà tanto desiderata non è altro che una diversa forma di prigionia e illusione.<ref name=":1" />
È un romanzo che
▲Attraverso la logica del ribaltamento che crea un mondo alla rovescia, l’incubo del carcere di sabbia si rivela la terribile normalità, una parte degli ingranaggi del vivere. All’interno di questa visionarietà [[distopia|distopica]], la prigione di sabbia riflette e sfrutta gli stessi meccanismi del [[capitalismo]]: un mondo di segni, tutti dal duplice volto, dove non vi sono vittime innocenti, e dove nessuno è del tutto un criminale.<ref name=":0" /> In questo mondo l'amore è inesistente o menzoniero. Gli individui non possono fare affidamento l’uno sull’altro, né tanto meno fidarsi, al punto che se un’emozione simile all’amore si palesasse, essa verrebbe sporcata di rabbia o paura.<ref name=":3" />
Il romanzo '''è
▲La realtà assume i contorni angoscianti di un contrasto tra un individuo alienato e un sistema sociale capace di demolirne l'identità individuale.<ref name=":0" />
▲È un romanzo che mostra similitudini con i lavori di [[Franz Kafka]]<ref name=":5" /> , per le atmosfere oniriche e surreali <ref name=":6" />e nel quale una realtà apparentemente ordinaria, descritta con tratti realisti e oggettivi, si eleva a mito in grado di trascendere la realtà stessa<strong>.</strong><ref name=":4" />
▲Il romanzo è infatti costellato di simboli e diventa la metafora della società giapponese e delle sue contraddizioni. Si presenta come un’allegoria all’interno della quale l’autore esprime la questione della libertà di scelta e dell’autodeterminazione, articolata all’interno e contro una struttura sociale opprimente, che incastra l’individuo in una rete di obblighi e forme.<ref name=":1" />
== Trasposizione cinematografica ==
[[Kōbō Abe]] scrisse la sceneggiatura per [[la donna di sabbia (film)|l’omonimo film]], di grande successo, del 1964 diretto da [[Hiroshi Teshigahara]].<ref name=":2" /> Il film venne presentato al [[Festival di Cannes]] nello stesso anno e vinse il Premio Speciale della Giuria.
Nella pellicola, dove viene dipinto un mondo onirico e surreale, come nell'opera letteraria a cui si ispira, viene affrontata una condizione universale e atemporale, un disperato bisogno di libertà, un appello gridato rivolto a ogni società progredita.▼
▲'''Nella pellicola, dove viene dipinto un mondo onirico e surreale, come nell'opera letteraria a cui si ispira, viene affrontata una condizione universale e atemporale, un disperato bisogno di libertà, un appello gridato rivolto a ogni società progredita (ancora troppo letterario!).'''
Il film, in bianco e nero, attraverso l'abile uso dei chiaroscuri riesce a ritrarre e far risaltare '''l'intima materialità dei corpi,''' esplorati come panorami, in scene cariche di erotismo. Le scene in primissimo piano, nelle quali i granelli di sabbia si fondono alla pelle dei due protagonisti,
Ciò che caratterizza questo film, nel quale aspetti [[Cinema dell'orrore |horror]] convivono con altri da[[Film erotico | dramma erotic]]o, sono la struttura e la consistenza che il regista riesce a dare alla sabbia, all'acqua e ai corpi. Egli è in grado di rendere i corpi vivi, l'acqua fresca e mobile, oltre a riuscire a trasmettere la sensazione tattile delle dita che si posano sulla pelle.<ref>{{Cita web|url=https://www.theguardian.com/film/2006/aug/10/dvdreviews.worldcinema1|titolo=Woman of the Dunes|autore=Rob Mackie|data=10 agosto 2006|lingua=en|accesso=11 settembre 2018}}</ref>
== Edizioni ce ne sono almeno 4, vedi opac.sbn.it ==
* [[Kōbō Abe]], ''La donna di sabbia'', traduzione di Atsuko Ricca Suga, collana Le Fenici, Guanda Editore, 2012, [[ISBN]] 88-60886-67-8
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