=== Breve storia dei tre ex comuni ===
{{vedi anche|Nicastro|Sambiase|Sant'Eufemia Lamezia}}
;[[Nicastro]]
La sua storia di [[Nicastro]]<ref>{{Cita libro|titolo=Memorie istoriche della città di Nicastro da' tempi più remoti fino al 1820 dell'avv. Pasquale Giuliani. |url=https://books.google.it/books?id=B62cUnLLQXwC&pg=PA146&dq=nicastro&hl=it&source=gbs_selected_pages&cad=3#v=onepage&q=nicastro&f=false|accesso=8 agosto 2017|data=1867|editore=tip. Vincenzo Colavita}}</ref> ha inizio in epoca [[Impero bizantino|bizantina]] tra il [[IX secolo|IX]] e il [[X secolo]], con la costruzione dell'avamposto militare ''Neo Castrum'', da cui il quartiere odierno prende il nome. In epoca [[Normanni|normanna]], su una struttura preesistente, venne edificato il castello, a protezione della ricca piana. In epoca [[Suebi|sveva]], vi soggiornò anche l'imperatore [[Federico II di Svevia|Federico II]], e il castello venne anche utilizzato come prigione per il figlio ribelle di quest'ultimo, il principe [[Enrico VII di Germania|Enrico]], detto lo Sciancato. Secondo una tradizione locale, Nicastro, il quartiere più popoloso di Lamezia, sarebbe una delle città più antiche d'[[Italia]] fondata da [[Aschenaziti|Askenaz]], pronipote di [[Noè]], che dall'[[Armenia]] si sarebbe spostato in Calabria e fu abitata da [[Ausoni]] ed [[Enotri]]. La città è stata identificata anche con l'antica ''Numistro'' o ''Numistra'', per questo motivo la via principale della città è stata chiamata Corso Numistrano. Altri hanno identificato Nicastro con ''Lissania'', città fondata agli inizi dell'[[Anno Domini|era cristiana]]<ref>Le notizie leggendarie sulla fondazione di Nicastro sono, secondo Bonacci, riportate da alcuni storici del Seicento e del Settecento, ripresi a loro volta senza critica fino alla fine dell'Ottocento, tra le tante fonti su queste leggende vale la pena citare le più autorevoli e cioè P. Giovanni Fiore da Cropani, ''Della Calabria Illustrata'' e Gabriele Barrio, ''De Antiquitate et Situ Calabriae'', ed. Aceti, Roma, 1737, pagina 127.</ref>. Gli storiografi contemporanei tendono a escludere queste ipotesi collocando la fondazione<ref>P. Bonacci, S. Teodoro il Rione più antico di Nicastro, Fratelli Gigliotti editori, 1971.</ref> verso l'VIII secolo.
;[[Sambiase]]
Nasce[[Sambiase]] nasce verso il [[IX secolo]], intorno al [[monastero]] di San [[Biagio di Sebaste|Biagio]], santo dal cui nome deriva, per successive trasformazioni linguistiche, quello del quartiere odierno della città. Numerose nel corso degli anni le chiese costruite all'interno della città. Delle tredici originarie, però, ne restano in piedi soltanto cinque, mentre le altre sono andate distrutte o trasformate dai cittadini dell'epoca, in abitazioni o negozi commerciali. Già prima in epoca romana con il nome di Due Torri, Sambiase era conosciuta come meta turistica, per le terme,[[Terme chiamatedi allora Aquae AngaeCaronte|terme]] di origini [[Magna Grecia|magno-greche]], chiamate allora ''Aquae Angae''. Durante il periodo [[ellenismo|ellenico]] nel [[Italia Meridionalemeridionale|sud Italia]] e nell'attuale territorio di Lamezia Terme precisamente a Sambiase si insediarono la cittadella di Melea e parte della città di [[Terina]]. Di questa civiltà sono rimaste poche tracce, solo un mosaico di una villa greca nella [[chiesa del Carmine (Lamezia Terme)|Chiesachiesa del Carmine]], delle monete terinesi a Caronte e il tesoretto di Acquafredda (entrambe frazioni di Lamezia Terme), conservate nel [[museo archeologico lametino]].
;[[Sant'Eufemia Lamezia]]
[[Sant'Eufemia Lamezia]] ha una storia antichissima, documentata dai tempi dei [[Normanni]], ed è stata sede di un [[Baliato e siniscalcato|baliaggio]] assegnato all'ordine dei [[Cavalieri Ospitalieri|Cavalieri Gerosolimitani]], oggi noto come [[Sovrano militare ordine di Malta]]. L'ordine possedeva oltre al baliaggio di Sant'Eufemia, anche i feudi limitrofi di [[Nocera Terinese]] e Izzaria (oggi [[Gizzeria]]). In seguito al disastroso [[Terremoto della Calabria del 27 marzo 1638#28 marzo: Piana di Sant'Eufemia|terremoto del 28 marzo 1638]], che aveva visto la città come suo [[epicentro]], un nuovo centro, quello di Sant'Eufemia del Golfo (oggi Sent'Eufemia Vetere), venne fondato in una zona collinare poco distante. Con la fine del baliaggio il territorio di Sant'Eufemia entrò a far parte del comune di Gizzeria, il quartiere odierno fu costruito invece durante il periodo [[fascismo|fascista]].
=== Onorificenze ===
{{Onorificenze
| immagine= Corona di città.svg
| nome_onorificenza= Titolo di Città
| collegamento_onorificenza= Città dell'Italia
| motivazione= Decreto del Presidente della Repubblica<ref name=ACSFascCom>{{Cita web|http://dati.acs.beniculturali.it/comuni/|ACS - Ufficio araldico - Fascicoli comunali}}</ref>
| data= [[21 luglio]] [[1972]]
}}
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