Vito Hannibal Acconci

Vito Hannibal Acconci (New York, 24 gennaio 1940New York, 27 aprile 2017[1]) è stato un designer, architetto del paesaggio e performance artist statunitense che lavorò principalmente con la performance art e l'installazione.

Biografia

Giovinezza e formazione

L'artista Italoamericano nasce nel Bronx di New York e frequenta le elementari in una scuola Cattolica romana, per poi continuare i suoi studi presso la Regis High School di New York[2]. Nel 1962 consegue il Bachelor of Arts in letteratura al College of the Holy Cross e in seguito il Master of Fine Arts in letteratura e poesia presso l'Università dell'Iowa. A proposito della sua formazione scolastica nota: "There wasn’t a woman in my classroom between kindergarten and graduate school." (Non c'era una donna nella mia classe dall'asilo all'università)[3]. Sul finire degli anni sessanta Vito Acconci si sposa con Rosemary Mayer[4].

Maturità e carriera

Acconci esordisce come poeta pubblicando 0 TO 9 con Bernadette Mayer alla fine degli anni sessanta, per poi intraprendere un percorso nella Performance art e nella videoarte, usando il suo stesso corpo come soggetto di fotografie, film, video e performance. Gran parte dei suoi primi lavori incorporavano commenti socialmente sovversivi e ispirati da una politica del confronto e posizioni situazioniste. Verso la metà degli anni settanta Acconci ampia il suo campo di ricerca nel mondo delle installazioni audiovisive.

L'opera emblematica di questo periodo è Seedbed (January 15–29, 1971) installata nella Sonnabend Gallery in cui il pubblico si confronta con una stanza vuota con un pavimento di legno. Nascosto sotto le assi si trova coricato Acconci che si masturba ed esprime ad alta voce le sue fantasie erotiche trasmesse dai movimenti dei visitatori, che sono trasmesse e amplificate in tutta la galleria Sonnabend Gallery[5]. L'idea attorno alla quale ruota Seedbed è il coinvolgimento del pubblico nella produzione del lavoro artistico, creando una situazione di interscambio reciproco tra artista e visitatore.

Cindy Nemser è stata la prima critica d'arte a scrivere su Vito Acconci per Arts Magazine nel 1971[6], per poi intervistarlo e dedicargli la copertina in un successivo numero della stessa rivista. Rosalind Krauss, in un articolo dal titolo "Video: the Aesthetics of Narcissism"[7], sottolinea aspetti narcisistici nel lavoro di Acconci che, filmando per 25 minuti se stesso, compie dei gesti nonsenso che esemplificano gli aspetti critici del lavoro dell'arte del XX secolo. La Krauss inoltre espone le basi psicologiche che sono dietro le azioni nel video comparate alle discussioni sull'oggetto dell'arte.

 
La Murinsel di Graz

Negli anni ottanta Acconci intraprese un percorso tra scultura e installazione, invitando spesso i visitatori a creare opere attivando dei macchinari che erigevano degli stabili o tracciavano segni. Uno degli esempi di queste installazioni temporanee era intitolata Instant House, presentato inizialmente nel 1980 e messo in mostra nuovamente nel 2012 presso il Museo di arte contemporanea di San Diego[8]. Nel gennaio del 1983 fece la sua prima installazione permanente dal titolo Way Station I (Study Chamber) in collaborazione con il Middlebury College. Tale opera genero enormi controversie fino alla sua distruzione nel 1985. Malgrado questo, la scultura determinò un punto di svolta nel percorso artistico di Acconci, che da artista-performer divenne un designer architettonico[8], dedicandosi, nei tardi anni ottanta, alla creazione di forniture e prototipi di case e giardini. Questa conversione portò poi, nel 1988 alla nascita dell'Acconci Studio, in cui riunì un gruppo di operatori per la progettazione di spazi urbani pubblici, case, giardini, accessori per la casa. Tra i progetti da ricordare c'è il negozio della United Bamboo di Tokyo del 2003 e la Murinsel di Graz in Austria. L’artista si è focalizzato sull’architettura e sul paesaggio dove si integrano spazio pubblico e privato. Un esempio di questo è Walkways Through the Wall opera che mette in relazione lo spazio interno del Winsconsin Center in Milwaukee, Wisconsin, con l’esterno. Un altro esempio di questo interesse per la dimensione privata e pubblica dello spazio è la facciata della sede dello Storefront for Art and Architecture realizzata in collaborazione con l’architetto Steven Holl.Il progetto rimpiazza la facciata precedente con una serie di venti pannelli che possono ruotare in verticale e in orizzontale per rendere visibile l’interno della galleria dall’esterno. Il progetto abbatte le barriere tra l’interno e l’esterno e, attraverso la diversa configurazione assunta dai pannelli, crea una moltitudine di diverse facciate possibili. Altro esempio del suo lavoro è Dirt Wall del 1992, realizzato all’Arvada Center for the Arts and Humanities Sculpture Garden in Colorado. L’opera consiste in un muro che si estende dall’esterno dell’Arvada Center al suo interno, raggiungendo un’altezza di oltre 7m. Il muro, di vetro e acciaio, contiene detriti di roccia vulcanica, vari tipi di sabbia, dolomite rossa e terriccio visibili attraverso i pannelli di vetro. L’opera rappresenta un tentativo di portare in superficie ciò che è sottoterra. Uno dei suoi ultimi lavori Lobby-for-the-Time-Beingis è un istallazione nella North Wing Lobby del Bronx Museum of the Arts, in esposizione dal 2009. L’istallazione occupa l’atrio dell’edificio con una rete di Corian bianco, creando un lungo muro ondulato simile a giganti fiocchi di neve*. Nel 2008, in un’intervista con Brian Sherwin per Myartspace, Vito ha discusso a lungo di Seedbed. Vito ha del significato del titolo Seedbed (traducibile in italiano con ‘letto di seme’) dicendo, "I knew what my goal had to be: I had to produce seed, the space I was in should become a bed of seed, a field of seed – in order to produce seed, I had to masturbate – in order to masturbate, I had to excite myself." (sapevo qual era il mio obiettivo: dovevo produrre seme (seed in inglese), un campo di seme – per produrre seme dovevo masturbarmi – per masturbarmi dovevo eccitarmi).* Nel 2010 Acconci ha completato Waterfall Out & In, una fontana realizzata nel Newtown Creek Wastewater Treatment Plant in Greenpoint, Brooklyn. Anche in questo caso parte dell’opera è all’interno e parte all’esterno*. Nel 2013, l’opera Way Station I (Study Chamber) di Acconci, che era stata vandalizzata e distrutta nel 1985 dopo essere stato costruito per il Middlebury College, è stata reinstallata all’interno di una mostra nel museum del college*.

Carriera accademica

Fu docente nel Nova Scotia College of Art and Design (Halifax, Canada), nel California Institute of the Arts, alla Cooper Union, nella School of the Art Institute of Chicago, nell'Università di Yale e al Parsons School of Design. Negli ultimi anni insegnò al Pratt Institute a Brooklyn. Acconci ha insegnato in molte istituzioni, come la Nova Scotia College of Art and Design, di Halifax; la San Francisco Art Institute; la California Institute of the Arts, di Valencia; la Cooper Union; la School of the Art Institute of Chicago; l’Università di Yale ; l’Università dell’Iowa e la Parsons School of Design. Più recentemente ha insegnato al Brooklyn College nel dipartimento di Arte, inoltre è stato professore associato al Pratt Institute per il dipartimento di Architettura e Desing urbano.

Vita privata

Acconci è stato sposato con Rosemary Mayer negli anni ‘60*. È morto il 28 aprile 2017 a settantasette anni**. La causa del decesso non è stata divulgata dalla sua agenzia. È sopravvissuto alla moglie, Maria Acconci*.

Note

  1. ^ (EN) Vito Acconci, Whose Poetic, Menacing Work Forms Bedrock of Performance, Video Art, Dies at 77, su artnews.com. URL consultato il 28 aprile 2017.
  2. ^ Blake Gopnik, Vito Acconci Named Designer of the Year by Design Miami, in The Daily Beast, 24 ottobre 2012. URL consultato il 5 agosto 2014.
  3. ^ Vito Acconci by Richard Prince, su bombmagazine.org. URL consultato il 6 novembre 2018.
  4. ^ Rosemary Mayer (1943–2014), ARTFORUM
  5. ^ Vito Acconci. Seedbed 1972, su www.moma.org, New York, 2018. URL consultato il 15 novembre 2018.
  6. ^ Cindy Nemser, Subject-Object Body Art, in Arts Magazine, September–October 1971.
  7. ^ Krauss, Rosalind. "Video: The Aesthetics of Narcissism." October 1 (1976): 50-64. JSTOR. Web.
  8. ^ a b Donadio, Emmie. “Vito Acconci’s Way Station at Middlebury: A Turning Point in the Artists Career.” Vito Acconci: Thinking Space. Middlebury College Museum of Art: Middlebury, 2013. Print.

Bibliografia

  • Mario Diacono, Vito Acconci: dal testo-azione al corpo come testo, New York, Out of London press, 1975, ISBN 0915570033.
  • Peter Lodermeyer, Karlyn De Jongh & Sarah Gold, "Personal Structures: Time Space Existence", DuMont Verlag, Cologne, Germany, (2009): p. 282 - 287

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