Televisione

mezzo di comunicazione di massa

Sviluppo e funzionamento

Considerata concettualmente un'evoluzione della radio, la quale è limitata alla sola diffusione di contenuti sonori, la televisione fu parallelamente sviluppata da diversi gruppi di lavoro in diversi paesi (è quindi arduo individuare una reale primogenitura), anche per finalità militari (come spesso accade per molte invenzioni) e fu resa disponibile al pubblico subito dopo la fine della seconda guerra mondiale.

Mentre per l'audio poteva agevolmente utilizzarsi la tecnologia della radio, per la ripresa, la trasmissione e la ricezione delle immagini dovevano studiarsi nuove forme tecniche da affiancare.

Partendo dal concetto della persistenza delle immagini sulla retina umana, il cui principale utilizzo comunicativo era il cinema, allora con il marcato consolidamento, e con il calcolo delle proporzioni di definizione per le quali l'occhio umano non avrebbe potuto distinguere le differenze di dimensione infinitesima, si pensò di rendere su uno schermo idoneo (televisore) un'immagine elettronica scandita altrove da una telecamera e trasmessa via radio.

La telecamera, ricalcata per le ottiche sulla cinepresa, analizzava elettronicamente brandelli infinitesimali dell'immagine inquadrata, usando un pennello elettronico di lettura che scandiva l'immagine per righe, da sinistra a destra, componeva un pacchetto di dati del tipo "luce/buio" (analogo all'acceso/spento e poi allo 0/1 del sistema binario) e lo trasmetteva ordinatamente via radio.

Dall'altro lato, il ricevitore decodificava questi dati attraverso un altro pennello elettronico (di scrittura) che percorreva da dietro, sempre per righe alterne, lo schermo: questo fascio di elettroni accendeva dei fosfori che una volta "eccitati" emettevano luce, lasciando inerti quelli dove occorreva buio.

Il fascio di elettroni veniva "guidato" da un campo elettromagnetico creato da bobine poste sul collo del tubo catodico.

I tempi ridottissimi di scansione (25 fotogrammi al secondo) consentivano poi di rendere le immagini in sequenza a ritmi superiori a quelli del cinema, consentendo un'ottimale resa del movimento.

Per la trasmissione furono scelte gamme di frequenza che consentissero un'ampia portata di dati: le migliori risultarono infine quelle delle VHF (Very High Frequencies, frequenze da 30 a 300 MHz) e UHF (Ultra High Frequencies, frequenze da 300 MHz a 3.0 GHz). Per la ricezione si rese necessario dotare gli apparati riceventi di antenne complesse, capaci di raccogliere con sufficiente amplificazione le vari componenti del segnale.

La banda che ogni canale occupa è di 7 MHz per trasmissioni in VHF, 8 MHz per trasmissioni in UHF.

TV a colori

  Lo stesso argomento in dettaglio: Televisione a colori.

Col tempo, e col progresso delle tecnologie elettroniche (ma anche con la progressiva riduzione delle dimensioni dei componenti, grazie ai transistor), fu possibile ipotizzare e realizzare una trasmissione di immagini a colori, effettuando analisi e suddivisioni dell'immagine scandita secondo le componenti dei colori fondamentali (rosso, blu e verde), da riprodurre in tutta analogia su schermi in cui al posto di uno strato uniforme di fosfori di un solo colore (tipicamente bianco), era presente una matrice composta da terne (disposte a "delta" nei primi tipi poi "in line") di fosfori di colori diversi: rosso, blu, verde (RGB).

Contenuti

  Lo stesso argomento in dettaglio: Emittente televisiva.

I contenuti diffusi agli utenti possono essere una ripresa della realtà, una creazione artificiale (cartoni animati o immagini digitali), o anche una combinazione delle due. Possono essere riprodotti oppure, in caso di ripresa della realtà, ripresi e contemporaneamente trasmessi agli utenti. In quest'ultimo caso si parla di "diretta" o, usando un termine inglese, di "live". La singola produzione visiva e sonora diffusa agli utenti è chiamata programma televisivo. L'insieme dei programmi televisivi di un'emittente televisiva è chiamato palinsesto. Un programma televisivo può essere prodotto dall'editore dell'emittente televisiva oppure da altre aziende. Se è prodotto da altre aziende l'editore può comprarne la proprietà oppure limitarsi all'acquisto dei diritti di diffusione.

Caratteristiche tecniche principali

  Lo stesso argomento in dettaglio: Standard televisivi.

Le caratteristiche tecniche dei contenuti visivi e sonori diffusi agli utenti variano a seconda dello standard televisivo utilizzato. Sono comunque individuabili alcune caratteristiche principali comuni a tutti gli standard televisivi.

I contenuti visivi sono immagini in movimento bidimensionali di forma rettangolare. I primi anni sono stati utilizzati vari rapporti d'aspetto, oggi sono utilizzati i rapporti d'aspetto 4:3, 16:9 e 21:9. All'inizio i contenuti visivi erano in bianco e nero, poi gradualmente, a partire dal 1954 negli Stati Uniti, sono diventati a colori.

Le immagini in movimento sono ottenute visualizzando in rapida sequenza delle immagini fisse chiamate frame, termine di lingua inglese, o quadri, termine italiano, in modo analogo a quanto avviene nel cinema con la pellicola cinematografica. Per il fenomeno della persistenza della visione se le immagini fisse sono visualizzate ad una velocità sufficientemente alta sono percepite come immagini in movimento e non come sequenza di immagini fisse. La frequenza delle immagini è misurata in frame per secondo ed è quasi sempre 25 o 30.

I contenuti sonori possono essere mono, stereo o multicanale. Può anche essere disponibile più di un sonoro contemporaneamente, uno solo dei quali ovviamente ascoltabile a scelta dell'utente. Tale funzionalità permette ad esempio con un film di poter selezionare la lingua originale o quella doppiata in altre lingue.

Formati televisivi

  Lo stesso argomento in dettaglio: Programmi televisivi.

I contenuti visivi e sonori diffusi agli utenti sono i più vari, ma essenzialmente finalizzati ad informare o intrattenere. Non sempre è possibile farli rientrare in un genere specifico, a volte invece rientrano in più di uno. Sono comunque riconosciuti i seguenti formati televisivi, alcuni non propri della televisione.

Generi propri della televisione:

  • Non fiction:
    • telegiornale
    • talk show
    • reality show
    • talent show
    • telequiz, game show
    • varietà (spettacolo)
    • divulgazione culturale (documentario, divulgazione scientifica, storica, etc.)
    • pubblicità televisiva, televendita
  • Fiction televisiva:

Generi non propri della televisione:

  • documentario (viene prodotto anche per il cinema)
  • situation comedy (viene prodotta anche per la radio)
  • soap opera (viene prodotta anche per la radio)

Aspetti sociali ed effetti sui bambini

  Lo stesso argomento in dettaglio: Mezzi di comunicazione di massa.

La televisione ha contribuito alle interazioni sociali dalla seconda parte del XX secolo.[1] .

I bambini imitano quello che fanno i genitori, se i genitori guardano molta televisione lo fanno anche i figli inoltre in presenza di un livello di istruzione o di una condizione economica svantaggiata, aumenta il consumo di televisione[2].

Se negli anni settanta l'età media in cui un bambino iniziava un consumo regolare di televisione era di quattro anni, nel 2011 è scesa a quattro mesi[3].

Studi scientifici hanno evidenziato come la televisione, anche solo in forma passiva, influisca negativamente sullo sviluppo cognitivo dei bebè da 0 a 3 anni[4]. L'Associazione dei pediatri americani sconsiglia l'uso della televisione in qualsiasi sua forma ai bambini sotto i 2 anni. Emblematico il caso del DVD Baby Einstein commercializzato dalla Disney come altamente educativo per i bebè, in seguito smentito da studi scientifici tanto che la Disney ha cominciato nel 2009 a rimborsare le famiglie in possesso del video[5].

Il meccanismo della pubblicità televisiva produce una dipendenza da un determinato tipo di alimentazione: il cibo spazzatura, ricco di grassi e carboidrati e povero di vitamine, tanto che in Svezia, in Gran Bretagna e in Corea del Sud è vietato trasmettere pubblicità di cibi dannosi per la salute dei bambini.

Note

  1. ^ Media : propaganda, politica e consenso, su storiaefuturo.eu.
  2. ^ Rideout V,Hamel E|The media family:Electronic media in the live of infants, toddlers, preschoolers and their parents|Kaiser Family Foundation|Menlo Park |CA|2006
  3. ^ Bub C |Glotzen,bis die Synapsen qualmen|Spiegel on-line|14 febbraio 2011
  4. ^ Gli effetti cognitivi e psicologici della televisione: la revisione di Desmurget della letteratura esistente, su psicologopedia.it. URL consultato l'11 novembre 2014 (archiviato dall'url originale l'11 novembre 2014).
  5. ^ "Baby Einstein", la Disney è pronta a rimborsare

Bibliografia

Voci correlate

Altri progetti

Collegamenti esterni

Controllo di autoritàThesaurus BNCF 3966 · LCCN (ENsh85133456 · GND (DE4016825-6 · BNF (FRcb119336465 (data) · J9U (ENHE987007565718305171
  Portale Televisione: accedi alle voci di Wikipedia che trattano di televisione