Natura 2000

rete di aree protette nel territorio dell'Unione Europea

Natura 2000 è una rete di siti ecologici (naturali o semi-naturali) considerati di grande valore come habitat naturali in virtù di eccezionali esemplari di fauna e flora ospitati. La costituzione della rete ha l'obiettivo di preservare la biodiversità dei luoghi, tenendo in considerazione le esigenze economiche, sociali e culturali e regionali in una logica di sviluppo sostenibile

Cronistoria

Natura 2000 è una rete europea istituita dalla direttiva 92/43/CEE (direttiva Habitat) sulla conservazione degli habitat naturali della fauna e della flora selvatiche, del 21 maggio 1992. La costituzione della rete è ancora in corso e dovrebbe permettere di realizzare gli obbiettivi fissati dalla Convenzione sulla Diversità Biologica, addottata durante il Summit della Terra tenutosi a Rio de Janeiro nel 1992 e ratificata dall'Italia il 12 febbraio 1994.

Funzionamento della rete

Due tipi di zone protette

La politica europea di costruzione della rete si appoggia sull'applicazione della direttiva 79/409/CEE del 1979 riguardante la conservazione degli uccelli selvatici e della direttiva Habitat (1992). Con queste due direttive gli Stati membri dispongono di un quadro comune d'intervento a favore della conservazione delle specie e degli habitat naturali.

Esistono due tipi di siti nella rete Natura 2000: le zone di protezione speciale (ZPS) e le zone speciali di conservazione (ZSC). I siti sono normalmente scelti dai singoli Stati membri ma la Commissione può essere all'origine di una procedura di consultazione bilaterale se constata che un sito importante non è stato inserito nella rete Natura 2000 (articolo 5.1 della direttiva Habitat).

Zone di protezione speciale (ZPS)
La direttiva 79/409/CEE chiedeva agli Stati membri dell'Unione europea di designare delle ZPS ossia dei territori idonei per numero, estensione e/o localizzazione geografica alla conservazione delle specie di uccelli minacciate, vulnerabili o rare citate nell'allegato I della direttiva. Il progetto "Important Bird Areas" (IBA) di BirdLife International serve come riferimento per istituire le ZPS. Le zone scelte sono dei luoghi di riproduzione, di alimentazione o di migrazione e sono quindi considerate particolarmente importanti per la conservazione degli uccelli. La designazione delle ZPS è relativamente semplice e si fa a livello nazionale senza dialogo con la Comissione europea visto che le ZPS derivano direttamente dalle IBA.

Zone speciali di conservazione (ZSC)
Le Zone Speciali di Conservazione, instaurate dalla Direttiva habitat nel 1992, hanno come obbiettivo la conservazione di questi siti ecologici:

  • habitat naturali o semi-naturali d'interesse comunitario, per la loro rarità, o per il loro ruolo ecologico primordiale (la lista degli habitat è stabilita nell'allegato I della Direttiva degli Habitat) ;
  • le specie di fauna e flora di interesse comunitario, per la rarità, il valore simbolico o il ruolo essenziale che hanno nell'ecosistema (la cui lista è stabilita nell'allegato II della Direttiva degli Habitat).

La procedura di designazione di un sito come ZSC è più lunga rispetto a quella per le ZPS. Ogni stato procede inventariando i siti potenziali sul proprio territorio proponendoli poi alla Commisione Europea sotto forma di pSIC (proposta di Sito d'Interesse Comunitario). Dopo l'approvazione da parte della Commissione Europea, il pSIC viene iscritto come Sito d'Interesse Comunitario per l'Unione Europea e integrato nella rete di Natura 2000.

La gestione dei siti

La direttiva habitat non imponeva un metodo in particolare per scegliere un sito o per gestirlo. Ogni Stato membro era libero di utilizzare il metodo che preferiva. Così, la regolamentazione varia da uno Stato all'altro:

  • strategie di acquisto di terreni (Danimarca, Paesi Bassi)
  • piani di gestione che rendono obbligatori dei lavori di restauro (Belgio in Vallonia)
  • piani di gestione che regolamentano il traffico durante certi periodi dell'anno (Belgio nella regione fiamminga)
  • gestione che necessita l'utilizzo di permessi per la realizzazione di alcune attività (Finlandia).

E interessante notare che la maggior parte dei paesi cercano di utilizzare le misure agroambientali per le attività agricole nel perimetro dei siti Natura 2000, completate in alcuni paesi da un approccio contrattuale.

Solo la Francia ed il Regno Unito hanno sviluppato un approccio esclusivamente contrattuale per la totalità delle attività presenti nei perimetri.

La gestione può essere centralizzata, come ad esempio in alcuni paesi dell'Europa del nord, o decentrata, come in Francia o nel Regno Unito, dove la gestione è affidata a delle agenzie regionali per l'ambiente, o dei comuni (caso della Svezia. La Grecia ha adottato una strategia particolare creando delle entità private ma controllate dallo Stato per gestire i suoi siti.[1]


Finanziamento di Natura 2000

Il testo della direttiva Habitat prevede che il finanziamento e l'applicazione delle misure di protezione e gestione dei siti può imporre delle spese troppo importanti per alcuni stati (a causa della repartizione non omogenea dei siti tra i vari stati dell'Unione europea). In questi casi, un cofinanziamento può essere previsto fra gli Stati e l'Unione.


Originalità di Natura 2000

Natura 2000 promuove in Europa una gestione coordinata dei siti protetti d’interesse comunitario. Questo tipo di funzionamento, già evocato e voluto dalla direttiva Ucelli nel 1979, è ripreso dalla direttiva Habitat e applicato concretamente con la creazione della rete Natura 2000. La nozione di rete ecologica prende tutto il suo significato visto che i movimenti delle popolazioni della fauna e della flora sono presi in considerazione per la designazione dei siti e l'elaborazione dei documenti che fissano gli obbiettivi per ogni sito. La direttiva Habitat chiede agli Stati membri di mantenere gli elementi del paesaggio “che rivestono un'importanza maggiore per la fauna e la flora selvagge”, favorendo la coerenza globale ed il buon funzionamento della rete Natura 2000.

Inoltre, uno sforzo importante di concertazione è stato fatto. La gestione si effettua con la partecipazione degli attori locali. L'obbiettivo dichiarato di Natura 2000 non è mettere sotto una campana di vetro alcuni spazi naturali, ma puittotsto favorire le attività umane tradizionalmente esistenti e allo stesso tempo conservare il patrimonio naturale. In questo senso, il preambolo della direttiva stabilisce che: “[la direttiva habitat], il cui scopo principale è promuovere il mantenimento della biodiversità, tenendo conto allo stesso tempo delle esigenze economiche, sociali, culturali e regionali, contribuisce all'obbiettivo generale di uno sviluppo durevole; che il mantenimento di detta biodiversità puo in taluni casi richiedere il mantenimento e la promozione di attività umane.”

  1. ^ fonte : Stéphanie Aulong, Directive Habitats et la mise en œuvre du réseau Natura 2000 en Europe : Analyse comparative, Station biologique de La Tour du Valat