Utente:QueenRoseRose/Sandbox
I livelli di alfabetizzazione informatica in Africa sono molto bassi rispetto alla media mondiale. Uno studio condotto da Mozilla Foundation e Research ICT Africa nel 2011, stima che solo il 21.8% della popolazione africana ha accesso a Internet, contro l’81% nei Paesi sviluppati[1]. Il continente africano incontra numerosi ostacoli nello sviluppo informatico, tra cui il basso numero di bambini che frequentano la scuola. Infatti, secondo il rapporto UNICEF del 2016, circa 124 milioni di bambini non frequentano la scuola primaria o secondaria inferiore, e almeno due quinti di quelli che terminano il ciclo dell'istruzione primaria, di fatto non hanno imparato a leggere, scrivere o a svolgere semplici operazioni aritmetiche.
Informatica nelle scuole
[2]Globalmente l'informatica è stata riconosciuta come un'importante risorsa, con un grande potenziale per un cambiamento sociale e nel sistema educativo. Infatti numerosi governi africani hanno investito nello sviluppo di infrastrutture informatiche per promuovere l'alfabetizzazione digitale e il suo ruolo nel rendere l'educazione sempre più accessibile. Per quanto la consapevolezza dell'utilità dell'informatica sia diffusa, le competenze per la sua applicazione nell'insegnamento non sono state altrettanto sviluppate nella maggior parte delle istituzioni educative africane.
Le conoscenze informatiche sono diventate indice di un sistema educativo di qualità e uno sviluppo socio-economico nel Ventunesimo secolo. L'informatica è ritenuta però anche un potenziale grande aiuto nella trasformazione dei Paesi sottosviluppati. L'alfabetizzazione digitale può alleviare le differenze dell'educazione urbana rispetto a quella rurale, permettendo a tutti gli studenti di usufruire dei nuovi metodi di insegnamento: grazie alla natura interattiva dell'informatica odierna e, in particolare, di Internet, i nuovi metodi si concentrano sullo sviluppo della creatività e del pensiero critico. L'emergere dell'era digitale necessita di una popolazione tecnologicamente acculturata per competere nell'economia globale, ed è per questo che tutti i Paesi, compresi quelli africani, devono impegnarsi nell'uso della tecnologia per migliorare la qualità delle proprie risorse umane. L'accesso alle conoscenze informatiche fin dai livelli minori dell'educazione permette di sviluppare le abilità tecniche necessarie e di garantire una popolazione abile ad adattarsi anche alle future tecnologie.
Ci sono tre ruoli significativi che l'informatica può avere nella trasformazione dell'educazione in Africa:
- Le scuole basate sul'informatica permettono l'accesso alle informazioni e facilitano la comunicazione anche per le comunità vicine;
- L'informatica nell'educazione permette l'accesso all'istruzione anche a coloro che ne sono stati privati in passato;
- L'informatica può contribuire all'utilizzo di nuovi metodi pedagogici, migliorando l'apprendimento e l'insegnamento di tutte le altre materie.
Uscendo dal campo educativo, le competenze informatiche possono essere usate per raccogliere e controllare i dati di produzione e consumi dell'Africa, e permetterebbero agli scienziati e studiosi del continente africano di condividere le proprie analisi con il resto del mondo, rompendo così l'isolamento di cui i ricercatori e gli insegnanti africani hanno da sempre sofferto.
Secondo uno studio condotto da Ngugi wa Thiong'o sulle competenze informatiche nei più alti livelli di istruzione in otto nazioni africane (Egitto, Kenya, Madagascar, Mozambico, Nigeria, Sud Africa, Tanzania e Uganda) il loro uso nell'insegnamento è inadeguato. Allo stesso modo, secondo uno studio di Minishi-Majanja, le biblioteche e le scuole di formazione scientifica sub-sahariane si sono impegnate nell'inclusione dell'informatica nei propri programmi, ma non è abbastanza. In uno studio sui programmi educativi per insegnanti in campo informatico in Nigeria, Ajuar argomenta che le istituzioni per la preparazione degli insegnanti non sempre integrano le competenze digitali nei loro programmi: la maggior parte di insegnanti in Nigeria è ancora digitalmente confinato.
Ostacoli all'alfabetizzazione digitale
In Africa, l'integrazione dell'informatica nel sistema educativo e una più generale alfabetizzazione digitale sono ancora lontani dall'essere completati. Alcune delle ragioni del fallimento dell'alfabetizzazione digitale sono:
- le infrastrutture limitate;
- la carenza di informazione;
- la disinformazione digitale sia tra gli studenti che tra gli insegnanti;
- la paura della tecnologia;
- la scarsa o non esistente connessione Internet;
- le inadeguate risorse di apprendimento.
Un'altra ragione fondamentale del fallimento dell'alfabetizzazione informatica in Africa è la troppa enfasi posta sulla fornitura fisica di attrezzatura tecnologica, rispetto alla rilevanza di fattori come le risorse umane e sociali necessarie per far radicare l'alfabetizzazione informatica e per spiegare l'uso effettivo dell'informatica in un contesto locale. Per permettere il corretto utilizzo delle moderne tecnologie informatiche è necessaria la combinazione di quattro diverse risorse: le risorse fisiche, cioè i calcolatori, le aule e tutto il necessario per stabilire una connessione Internet; le risorse digitali, cioè l'accesso alle biblioteche digitali e corsi online; le risorse umane, cioè la disponibilità di persone colte dal punto di vista informatico a insegnare la cultura digitale a chi da questo punto di vista è analfabeta; infine le risorse sociali, cioè la disponibilità da parte delle comunità ad assorbire le conoscenze e le competenze informatiche necessarie per ottenere una completa alfabetizzazione digitale.
Un'altro problema che ostacola la digitalizzazione in Africa è la credenza che l'alfabetizzazione informatica sia universale e abbia un'applicabilità globale, indipendente dalle differenti configurazioni locali delle aree interessate. Al contrario, l'alfabetizzazione informatica, associata con i media digitali disponibili, non si integra particolarmente bene con le pratiche di alfabetizzazione locali. Infatti i contesti locali hanno un ruolo fondamentale nel determinare come le capacità informatiche e la cultura digitale funzionino. I modi di apprendimento odierni, basati su degli schermi e sulla Rete, attecchiscono in modi differenti in base al livello tecnologico e di distinzione sociale delle aree dell'Africa. Questi metodi di apprendimento possono essere definiti risorse localizzate, cioè risorse che sono funzionali in un particolare luogo e disfunzionali appena vengono spostati in un altro. Quindi tecnologie come PC e Internet variano la loro utilità a seconda delle dinamiche del contesto locale.
L'alfabetizzazione informatica però è spesso erroneamente interpretata con il solo significato di abilità di usare il PC e Internet, piuttosto che nel senso più profondo di capacità di usare la tecnologia per produrre una diversità di soluzioni di apprendimento, una combinazione di testi, materiali audio, video ed esperienze pratiche e interattive in aggiunta al corretto utilizzo dei computer. In Africa possono essere identificate tre grandi debolezze nelle politiche a favore dell'alfabetizzazione digitale:
- Queste politiche non fanno specifico riferimento all'educazione e per questo essa è dipendente dalle risorse umane disponibili,
- Gli obiettivi e le strategie relative all'educazione basata sulle risorse umane sono guidati dal mercato, cioè incentrate sulla competitività economica, che riduce sensibilmente il potenziale dell'istruzione informatica;
- Non si concentrano minimamente sull'educazione in primo luogo degli insegnanti, che invece sono indispensabili per la corretta diffusione dell'alfabetizzazione informatica.
Aiuti umanitari
Negli ultimi anni, numerosi sono stati gli interventi da parte di varie associazioni per cercare di colmare questa disparità tecnologica tra il continente africano e il resto del mondo.
One Laptop per Child
One Laptop per Child(OLPC) è un'associazione che dal 2005 si è impegnata nella produzione di PC al costo di 100 dollari ciascuno, per permettere a ogni bambino del mondo di possederne uno. Questi PC sono venduti ai vari governi dei Paesi in via di sviluppo, che si occupano poi della ridistribuzione. I PC vengono donati a studenti e comunità e, una volta terminati gli studi, restano di loro proprietà. Sistema operativo e software sono personalizzati nel linguaggio del Paese destinatario. I PC, detti 'laptop XO' si basano su programmi open source.
Programma Give 1 Get 1
'OLPC' inizialmente affermò che non sarebbe stata creata nessuna versione per utenti del laptop XO, con funzioni diverse da quelle per cui era stato creato. Tuttavia, il progetto di OLPC cambiò nel novembre 2007, quando furono aperte sul sito laptopgiving.org delle donazioni per permettere la diffusione dei PC nei Paesi sottosviluppati. Secondo il programma Give 1 Get 1, con una donazione di 399 dollari, ogni donatore avrebbe ricevuto un laptop XO-1 (nuova versione completa di tutte le comodità di un laptop) e 'OLPC' ne avrebbe mandato un altro a un bambino in un Paese in via di sviluppo.
One Laptop per Child e Wikipedia
Nella conferenza Wikimania dell'anno 2006, Jimmy Wales annunciò che il progetto One Laptop per Child avrebbe incluso Wikipedia come primo elemento contenuto nel database dei PC. Wales annunciò nel suo appello per la raccolta fondi:[3][4][5]
Bambini nel Deserto
Progetto Digital Africa
'Digital Africa' [6] è un progetto promosso da 'Bambini nel Deserto', un'associazione no-profit con lo scopo di garantire un futuro migliore ai bambini, e alle loro comunità di appartenenza, dei Paesi in via di sviluppo dell'Africa. Il progetto si basa su di una raccolta di pc usati (portatili, da tavolo, tablet) con non più di 5 anni di vita, per contribuire allo sviluppo di un cybercafe solidale a Ouagadougou, in Burkina Faso, rivolto ai giovani studenti. Il progetto si divide in diverse fasi:
- la raccolta, in Italia, di PC usati, tramite il corriere espresso BRT;
- il controllo e il ripristino delle macchine da parte del team di informatici di 'Bambini nel Deserto';
- in Burkina Faso, la messa a punto e l'installazione delle macchine da parte del team di informatici 'AJUDS' (Association des Jeunes Unis pour un Développement Solidaire);
- l'utilizzo gratuito dei PC con connessione Internet da parte di giovani studenti;
- la possibilità di seguire corsi di formazione in alfabetizzazione informatica e in manutenzione dei PC.
Aule di informatica in Burkina Faso
Sempre da parte dell'associazione 'Bambini nel Deserto', proviene il progetto che ha visto la creazione di aule informatiche presso diversi istituti scolastici, con dotazione di 15 PC per consentire corsi di alfabetizzazione informatica agli alunni. Sono state selezionate quattro strutture scolastiche dove creare piccole aule informatiche: [7]
- Il collège Wend Raabo, di proprietà del deputato del Burkina Faso Belem Sidiki, ha avuto in dotazione 4 PC.
- Il collège Amis du Monde, di Francois Yogo, ha avuto in dotazione 4 PC.
- Il centro di recupero descolarizzati di Nahartenga ha avuto in dotazione 2 PC.
- Il Collège di Koulbila, costruito da Bambini nel Deserto, ha avuto in dotazione 5 PC.
Microsoft
Uno studio della International Data Corporation ('IDC') ha mostrato che la capacità di utilizzare Microsoft Office è al secondo posto tra le abilità fondamentali richieste per i lavori del futuro, preceduta solo da capacità di comunicazione orale e scritta.
[8][9]
Per questo motivo, Microsoft ha dichiarato il suo impegno per garantire ai giovani studenti Africani, la possibilità di avere accesso a questa tecnologia e di poterla effettivamente usare.
Il Vice Presidente per l'area Education di Microsoft Corporation, Anthony Salcito, ha dichiarato:
Microsoft ha infatti lavorato a stretto contatto con il governo del Kenya, durante la diffusione di un programma di alfabetizzazione digitale per garantire agli insegnanti una preparazione informatica. A oggi, 7000 insegnanti in Kenya sono stati riconosciuti come Educatori Certificati Microsoft. Questa collaborazione ha garantito che, mentre gli studenti hanno un accesso alla tecnologia fin dalla giovane età, essi avranno anche insegnanti preparati che possono effettivamente utilizzare la tecnologia come strumento di apprendimento in classe.
Una simile collaborazione è avvenuta tra Microsoft e il Ministro dell'Educazione in Ruanda, grazie alla quale sono stati distribuiti sconti sui dispositivi Windows a più di 65 000 insegnanti e circa 3.2 milioni di studenti. In Africa Occidentale, Microsoft ha inoltre lavorato con 'L'Agence Nationale du Service Universal del Télécomunication' ('ANSUT') della Costa d'Avorio per fornire Office 365 a tutti gli studenti e lo staff di sei università statali. In più, per coloro che non frequentano quelle università, la Microsoft Virtual Academy utilizza la tecnologia cloud per offrire oltre 70 corsi di formazione di alta qualità a costo zero per i giovani africani.
Africa Code Week
SAP ha promosso 'Africa Code Week', un'iniziativa a supporto dell'alfabetizzazione digitale e la semplificazione dell'accesso all'educazione informatica per giovani africani. Dall'ottobre 2015, e così a seguire ogni anno sempre in ottobre, giovani di età compresa tra gli 8 e i 24 anni sono stati coinvolti in workshop e sessioni online, accessibili inizialmente da 17 paesi africani, fino ad arrivare ai 36 paesi partecipanti nel 2019: Tunisia, Marocco, Algeria, Egitto, Senegal, Gambia, Guinea, Burkina Faso, Benin, Niger, Chad, Djimbouti, Costa d'Avorio, Ghana, Nigeria, Etiopia, Togo, Camerun, Congo, Uganda, Ruanda, Kenya, Burundi, Tanzania, Malawi, Zambia, Angola, Mozambico, Zimbabwe, Botswana, Namibia, Madagascar, Mauritius, Eswatini, Lesotho, Sud Africa. [10] Questa iniziativa, promossa inizialmente da SAP, ha però avuto numerosi collaboratori: Simplon.co, AMPION, Galway Education Centre, Cape Town Science Centre, King Baudouin Foundation e Google.
- Rachid Belmokhtar, Ministro dell’Educazione del Marocco
Per lAfrica Code Week', SAP ha coinvolto i propri dipendenti come volontari per educare gli staff dei vari governi africani, fornendo loro gli strumenti necessari per diffondere la conoscenza informatica a bambini e giovani durante il progetto; in totale solo stati formati oltre educatori. Durante la 'Africa Code Week', i workshop per gli studenti dagli 8 agli 11 anni e dai 12 ai 17 anni si basano su 'Scratch', un sistema facilitato gratuito, sviluppato dal MIT Media Lab, che rende la programmazione più accessibile. Attraverso la piattaforma openSAP, sono stati offerti anche corsi online gratuiti per coloro che non possono partecipare agli incontri. Gli studenti tra i 18 e i 24 anni, invece, hanno potuto seguire corsi sull'utilizzo delle tecnologie Web tramite HTML, CSS e Javascript. Inoltre degli autobus messi a disposizione da AMPION hanno permesso a coloro che vivono in aree rurali del Ruanda e della provincia del Capo occidentale in Sud Africa di partecipare ai seminari.
Secondo Franck Cohen, presidente SAP Europa, Medio Oriente e Africa
Informatici Senza Frontiere
Informatici Senza Frontiere[11] ('ISF') è un'associazione no profit nata nel 2005 che si prefigge l’obiettivo di utilizzare le conoscenze informatiche come strumenti per fornire un aiuto concreto a chi vive in una situazione di povertà e di emarginazione o come mezzo per offrire delle possibilità in più di inserimento sociale alle categorie disagiate. Particolare attenzione è stata posta nei confronti degli Stati africani sottosviluppati, con aiuti concreti in particolare per quanto riguarda il settore medico-sanitario.
Tecnologia digitale per non vedenti
L'obiettivo di questo progetto, sviluppato tra il 2015 e il 2019, è quello di dare autonomia, maggiori possibilità di accesso alle lezioni scolastiche e, di conseguenza, maggiori probabilità lavorative e socialmente integrative ai 107 ragazzi ospiti del Centro per non vedenti di Beira, in Mozambico. Tra il 2015 e il 2016 sono state create un'aula d'informatica e una Biblioteca Virtuale in cui i ragazzi hanno potuto imparare ad utilizzare le tecnologie informatiche. In aggiunta a ciò, hanno avuto in dotazione 20 nuovi PC e 35 MP3 per poter studiare con facilità. Nel corso del 2019 il progetto permetterà all'istituto per non vedenti di ottenere nuovi audiolibri per la biblioteca virtuale.
Cure neonatali in Etiopia
Il progetto, in svolgimento tra il 2018 e 2020, ha l'obiettivo di migliorare la qualità delle cure e accesso ai servizi di terapia intensiva neonatale di tre ospedali: St. Paul Teaching Hospital, St. Luke Wolisso Zonal Hospital e Tulu Bolo District Hospital. Il ruolo di ISF è svolgere un'attività di assistenza tecnica finalizzata alla raccolta dati sul neonato, grazie allo sviluppo di un sistema di informazione per il neonato patologico.
Lotta alle malattie non trasmissibili in Mozambico
Il progetto, in svolgimento tra il 2018 e il 2020, ha l'obiettivo di dare assistenza tecnica nell'introduzione di nuovi strumenti informatici di raccolta dati sulle malattie croniche non trasmissibili , e nella formazione del personale dei quattro ospedali coinvolti nel progetto, al fine di garantire il miglioramento delle condizioni di vita dei pazienti.
Controllo delle malattie in Etiopia
Il progetto, in svolgimento tra il 2018 e il 2020, vuole rafforzare le capacità del sistema sanitario locale nel segnalare in anticipo, ridurre e gestire i rischi legati a malattie trasmissibili ed epidemie. ISF ha il compito di dare l'assistenza tecnica necessaria per l'adeguamento e la gestione del software informatico ospedaliero di Wolisso e dei centri di salute delle regioni interessate, tramite l'integrazione dei dati provenienti dai centri di salute della zona.
Sostegno al Complesso Pediatrico della Repubblica Centrafricana
Il progetto, iniziato nel 2018, prevede il potenziamento dell'unico ospedale pediatrico della Repubblica Centrafricana, garantendo l'accesso ai servizi sanitari di qualità nella Regione sanitaria. La partecipazione al progetto da parte di ISF prevede attività rivolte allo sviluppo e alla gestione della farmacia dell'ospedale e all'incremento delle capacità della struttura e delle esigenze di formazione del personale.
Aiuti alle famiglie vulnerabili in Uganda
Il progetto, in svolgimento tra il 2018 e il 2020, mira a migliorare le condizioni di vita di 900 giovani famiglie vulnerabili in specifiche aree dei distretti di Moroto e Nepak attraverso una formazione professionale e imprenditoriale informale. I compiti di ISF sono il rafforzamento e il miglioramento della raccolta dati sullo stato di salute, nutrizionale e di sicurezza alimentare attraverso al formazione e la supervisione dei referenti distrettuali preposti alla raccolta e alla elaborazione dei dati a livello nazionale in ambito nutrizionale e di sicurezza alimentare.
Maggiore equità dei servizi sanitari a Gambella
Il progetto, in svolgimento tra il 2018 e il 2020, ha come obiettivo il miglioramento dei servizi sanitari materno-infantili e di prevenzione dell'HIV nel distretto di Gambella in Etiopia, attraverso una maggiore qualificazione tecnica degli operatori sanitari. ISF ha il compito di fornire la propria assistenza tecnica in tutte le attività di entrata di dati dalla periferia al centro, inclusa una lettura dei dati e una pianificazione delle attività di fedback.
Note
- ^
- ^ Samuel Andema, Promoting Digital Literacy in African Education: ICT Innovations in a Ugandan Primary Teachers’ College, 2014.
- ^ IG Kennedy, R van Olst, How can education through One Laptop Per Child empower scholars, siblings, parents and teachers, 2006.
- ^ Wikimedia Meta-Wiki (a cura di), Fundraising committee/2006/Fundraising appeal, su meta.wikimedia.org.
- ^ Jimmy Wales (a cura di), A personal appeal from Jimmy Wales, su jimmywales.com, 1º dicembre 2005.
- ^ Progetto Digital Africa Campagna di raccolta di pc usati (portatili, da tavolo, tablet), su bambinineldeserto.org.
- ^ Aule di informatica in Burkina Faso, su bambinineldeserto.org.
- ^ New study reveals most important skills for students, su news.microsoft.com.
- ^ Microsoft priotitizes education in Africa, su itnewsafrica.com.
- ^ SAP promuove l’alfabetizzazione digitale in Africa, su macitynet.it.
- ^ Informatici Senza Frontiere, su informaticisenzafrontiere.org.