Samir Naqqash

scrittore israeliano

Samir Naqqash (Baghdad, 1938 - Petah Tikva , 66 luglio 2004) è uno scrittore di nazionalità israeliana nato in Iraq e di espressione araba.

Biografia

Samir Naqqash è nato a Baghdad in una famiglia di artigiani e commercianti della borghesia ebraica. Iniziò a scrivere all'età di sei anni e all'età di tredici anni emigrò con tutta la sua famiglia in Israele. Dopo la morte del padre, decise di allontanarsi da Israele e visse in diversi paesi tra il 1958 e il 1962 prima di tornarvi, riunirsi alla famiglia e lavorare in diversi settori. Negli anni settanta si è laureato in letteratura araba all'università ebraica di Gerusalemme. Tutte le sue opere sono in arabo (letterario e dialettale).

S. Naqqash ha partecipato al film documentario, Forget Baghdad: Jews and Arabs – The Iraqi Connection,[1] 2002, scritto e diretto da un regista che si identifica semplicemente come "Samir" e con la partecipazione di Nurith Aviv come direttrice della fotografia. Il film è incentrato sulle storie di quattro scrittori iracheni-israeliani: Shimon Ballas, Sami Michael, Samir Naqqash e Mousa Houry.

Riconoscimenti

È stato il vincitore del Premio per la letteratura araba in Israele, conferito dalla Presidenza della Repubblica, per tre volte: nel 1981, per la raccolta di racconti Il giorno in cui il mondo fu concepito e abortito, nel 1985 per il racconto Quando cadono i lati del triangolo, e nel 1988 complessivamente per tutte le sue opere[2].

Note

  1. ^ Recensione su rottentomatoes.com, su rottentomatoes.com.
  2. ^ (FR) Donatella Bernardi e Noémie Étienne, Standing on the Beach with a Gun in my Hand: Eternal Tour - Jerusalem, Labor et Fides, 2012-02, ISBN 9782918063193. URL consultato il 24 settembre 2019.

Bibliografia

Opere

L'ultimo romanzo dell'autore è disponibile in francese. La sua opera importante, interessante e variegata è ancora poco tradotta benché conosciuta e studiata al livello accademico, comprende opere teatrali, raccolte di racconti e un saggio:

  • Samīr Naqqāsh. Shlomo le Kurde, moi et le temps, tradotto dall'arabo ( Shlomo el-kurdi, ana wazzaman, 2004) da Xavier Luffin, Galaade, 2014. "Shlomo è un vecchio che sente che la sua fine si avvicina. Ritorna quindi al suo passato, una vita fatta di viaggi e incontri. Ha viaggiato per il mondo come un avventuriero, eppure i suoi viaggi incessanti mettono in evidenza la sensazione di essere ovunque ma anche da nessuna parte. Attraverso le memorie di Shlomo, Samir Naqqash ritorna anche alla storia dell'Europa e del Medio Oriente, tra la prima guerra mondiale e gli anni '80[1]".
  • Samīr Naqqāsh. Nzūla wa-Khayṭ al-Shayṭān, 1986 [I coinquilini e la tela del ragno], che Reuven Snir, storico della letteratura araba, considera uno dei più grandi romanzi arabi [2], è stato tradotto in lingua francese da Ahmed Gasmi
  • Samīr Naqqāsh. Anā wa-hā'ulā 'wa-al-fiṣām: majmū'at qiṣaṣ'Irāqīyah, 1978 [Io, loro e la schizofrenia, raccolta di storie irachene].
  • Samīr Naqqāsh. 'Indamā tasquṭ aḍlā' al-muthallathāt, 1984. [Quando cadono i tre lati del triangolo, racconto]
  • Samīr Naqqāsh. Fūwah yā dam! : nūbīlā'Irāqīyah, 1987 [Rosso sangue! Novella irachena]
  • Samīr Naqqāsh. Al-Maqrūrūn : masraḥīyah, Tel Aviv, 1990 ["The Merry Drills", spettacolo teatrale].

Per un estratto dalla novella, "Genitals of Angels", I genitali degli angeli, tradotto qui in inglese: http://acc.teachmideast.org/texts.php?module_id=7&reading_id=310&sequence=2

Nagib Mahfuz, scrittore egiziano e vincitore del premio Nobel per la letteratura, ha elogiato il lavoro di S. Naqqash[3].

S. Naqqash ha tradotto dall'ebraico in arabo un romanzo di Sami Michael (Victoria, Cairo, 1995), e uno di Shimon Ballas (The Autumn Signs, Colonia, 1997).

Studi sull'autore

  • Alice Schlaepfer, "Bagdad-Jérusalem, le début ou la fin de l'exil ?", In: Standing in the beach with a gun in my hand, D. Bernardi, Noemi Etienne, p.39-45; le pagine 40-45 sono dedicate specificamente a S. Naqqash.[4]
  • Xavier Luffin, "Qui aime plus sa langue maternelle : Shlomo le Kurde ou Samir l'Irakien ?", Settembre 2011.[3]
  1. ^ http://www.pagedeslibraires.fr/livre-6124/shlomo-le-kurde.html
  2. ^ Reuven Snir, https://en.qantara.de/content/the-arab-jews-language-poetry-and-singularity
  3. ^ a b Xavier Luffin : Qui aime le plus sa langue maternelle : Shlomo le kurde ou Samir l’Irakien ?, su www.bon-a-tirer.com. URL consultato il 24 settembre 2019.
  4. ^ Errore nelle note: Errore nell'uso del marcatore <ref>: non è stato indicato alcun testo per il marcatore :0