Don Camillo monsignore... ma non troppo

film del 1961 diretto da Carmine Gallonef

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Don Camillo e Peppone in una scena del film
Paese di produzioneItalia
Anno
Durata117 min
Dati tecniciB/N
Generecommedia
RegiaCarmine Gallone
SoggettoGiovannino Guareschi
SceneggiaturaLeonardo Benvenuti, Piero De Bernardi e Carmine Gallone
ProduttoreAngelo Rizzoli
Casa di produzioneCinema Rizzoli
FotografiaCarlo Carlini
MontaggioNiccolò Lazzari
MusicheAlessandro Cicognini
ScenografiaPiero Filippone
CostumiLucia Mirisola
Interpreti e personaggi
Doppiatori originali
Doppiatori italiani

Don Camillo monsignore... ma non troppo è un film del 1961 ed è il quarto episodio della saga di don Camillo e Peppone, diretto da Carmine Gallone e tratto dai racconti di Giovannino Guareschi.

Trama

 
Madonnina del Borghetto a Brescello.

Siamo nel 1960: da più di tre anni i superiori di don Camillo l'hanno fatto monsignore, e trasferito a Roma, per evitare che continuasse a combinare guai nel suo paese, Brescello. La stessa cosa hanno fatto i dirigenti comunisti con Peppone, eleggendolo senatore. I due amici-nemici però si rincontrano sul treno che li porta al loro paesello, per risolvere i problemi che si sono creati con la costruzione di una casa popolare a discapito di una piccola cappella votiva posta su terreno della curia, la cosiddetta «Madonnina del Borghetto». Il sindaco e Peppone vogliono abbattere la cappella e strumentalizzare politicamente il fatto che presumibilmente la chiesa avrebbe rifiutato il terreno, cosa che invece non si verifica, a patto però che gli alloggi vengano distribuiti equamente tra famiglie proposte dalla chiesa e famiglie proposte dal comune. La cappella resiste a tutti i tentativi di abbatterla e diventa parte dell'edificio. Risolto il problema don Camillo e pronto a ripartire per Roma salvo poi rimandare per risolvere la questione del matrimonio di Walter, il figlio maggiore di Peppone, che questi vuol far celebrare nella sola forma civile, mentre la moglie vorrebbe per il figlio un matrimonio in chiesa. Peppone, per aver l'assenso del padre della futura nuora alla forma civile, gli offre un posto di usciere in comune. Don Camillo, di contro, promette che gli farà avere la concessione di una pompa di benzina. Alla fine si trova un compromesso, dovuto anche al fatto che Peppone vince al totocalcio e non sa come ritirare il premio senza essere scoperto: don Camillo lo aiuta nell'intento, strappando la promessa di un matrimonio anche in forma religiosa, che viene fatto in una chiesina di campagna, mentre la cerimonia civile avviene in pompa magna in municipio. Infine don Camillo deve cercare poi di far riconciliare due coniugi, lui meridionale e conservatore, lei di Brescello e comunista militante, che aveva precedentemente rubato i vestiti al monsignore costringendolo a rimanere nel fiume Pò, per impedire il matrimonio del figlio di Peppone. Riuscito nell'intento con anche una piccola vendetta, metterle la testa in un sacco, riesce anche evitare uno scandalo politico causato dal marito della donna che legandola l'aveva dipinto la terga di rosso col minio lasciandola poi in un bosco così che la moglie non avrebbe avuto più il coraggio di uscire di casa per non essere presa in giro. Oramai riabituatisi alla vita del loro paese, sia don Camillo che Peppone cercano di rimandare il viaggio di ritorno ad oltranza, anche per impedire al rispettivo rivale di avere campo libero. L'arrivo del segretario di don Camillo, costringe in fine il monsignore a chiedere aiuto a Peppone per sabotare l'auto che lo riporterà a Roma, ed il senatore in cambio dell'aiuto imporra la revisione della sua relazione, per quanto riguarda la grammatica, da spedire al partito. Il giorno dopo i due rivali si accorgeranno di essersi fregati a vicenda, Peppone ha migliorato le prestazioni dell'auto e don Camillo a riscritto la relazione togliendo tutti i riferimenti alla vittoria comunista. Incontratisi sulla strada di ritorno per Roma e confrontatisi per l'ultima volta, i due amici-nemici si salutano riprendono le loro strade.

Produzione

Fonti letterarie

Alcuni episodi del film sono stati ideati ex novo, ma altri provengono dai racconti originali di Guareschi: Il pittore (1947), In riva al fiume (1947), Il muraglione (1951), Vincita Sisal (1952), Il campanone (1960) e La vendetta (1961).

Accoglienza

Incasso

Il film incassò £ 1 125 428 000 (circa 13 milioni di euro) con 6 620 165 spettatori, classificandosi come sesto maggiore incasso dell'anno[1][2].

Seguito

Scene del film[3]

Note

  1. ^ Hit Parade Italia - Classifica Film 1961 - 62, su www.hitparadeitalia.it. URL consultato il 3 aprile 2018.
  2. ^ Box Office Italia 1961: El Cid, su boxofficebenful.blogspot.it. URL consultato il 3 aprile 2018.
  3. ^ In ordine sequenziale

Bibliografia

  • Pasquale Iaccio, Non solo Scipione. Il cinema di Carmine Gallone, Liguori, Napoli, 2003, ISBN 978-88-207-3313-1.
  • Riccardo F. Esposito, Don Camillo e Peppone. Cronache cinematografiche dalla Bassa Padana 1951-1965, Le Mani, Recco 2008, ISBN 978-88-8012-455-9.
  • Elisa Soncini, I rossi e il nero. Peppone, don Camillo e il ricordo del dopoguerra italiano, Lupetti, Milano 2009, ISBN 88-8391-199-7.

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Collegamenti esterni

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