Compagno di strada

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Compagno di strada (o, sia pure meno comunemente, compagno di viaggio), è un'espressione con cui si identificava il simpatizzante di una ideologia politica e della sua corrispondente organizzazione, cooperando nelle sue attività politiche, senza far parte in modo formale di tale struttura.[1]

Uso originario in ambito letterario

L'espressione è la traduzione del termine russo poputčik (plur. poputčiki), coniato dal rivoluzionario russo Lev Trockij e utilizzato nel saggio "Letteratura e rivoluzione" del 1925. Nella sua accezione originaria, priva di connotazione negativa, tale termine designava l'intelligencija di derivazione borghese e legata ai canoni culturali del passato, la quale, pur favorevole al regime sovietico, rimaneva da esso culturalmente autonoma. Secondo Trockij, tali figure costituivano un elemento inevitabile nel processo di transizione verso la formazione della nuova arte proletaria. Tra i compagni di strada più significativi vi furono figure di spicco della cultura sovietica degli anni venti e trenta quali Isaak Ėmmanuilovič Babel', Il'ja Grigor'evič Ėrenburg, Leonid Maksimovič Leonov, Osip Ėmil'evič Mandel'štam.

Uso politico

In una fase storica successiva (in particolare con l'inizio della guerra fredda) con tale concetto si intesero indicare, con una connotazione anche negativa, gli intellettuali del blocco occidentale, più o meno filo sovietici e filo comunisti pur formalmente non iscritti nei rispettivi partiti comunisti nazionali.

Note

  1. ^ Bullock, Alan; Trombley, Stephen, Editors (1999), The New Fontana Dictionary of Modern Thought Third Edition, p. 313.

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