Repubblica Democratica Araba dei Sahrawi

stato a riconoscimento limitato del Nordafrica
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Vive il Marocco

Situazione

La proclamazione della Repubblica Araba Democratica dei Sahrawi fu dichiarata dal Fronte Polisario il 27 febbraio 1976 a Bir Lehlu, nell'allora Sahara spagnolo, poche ore prima del ritiro delle truppe spagnole.

La Repubblica fonda la sua legittimazione territoriale sul principio di intangibilità dei confini coloniali[1] e di conservazione della status quo ante.

Il governo in esilio della autoproclamata Repubblica presidenziale con partito unico, attualmente ha sede presso il campo profughi di Tindouf in Algeria. La repubblica Sahrawi dichiara di governare sul 20-25% del territorio, mentre il Marocco controlla il restante territorio conteso. La porzione di territorio sul quale la repubblica Sahrawi esercita un effettivo controllo si trova a est del Muro marocchino.

La repubblica esercita il potere sovrano sulle cinque zone autonome dei campi profughi Sahrawi a sud di Tindouf in Algeria e su circa un quarto del territorio del Sahara Occidentale, detta zona libera, ai confini con l'Algeria e la Mauritania. Rifacendosi al diritto di autodeterminazione dei popoli è in attesa dal 1990 del referendum programmato per l'eventuale presa in possesso del Sahara Occidentale. L'eventuale transizione è affidata dalle Nazioni Unite alla missione MINURSO.

Relazioni internazionali

All'incirca 82 Stati dell'ONU hanno riconosciuto la repubblica sahrawi (RADS). Alcuni stati hanno tuttavia in seguito annullato il riconoscimento diplomatico.

Dal 1991 esiste un cessate il fuoco tra il Fronte Polisario e il Marocco ed è stata creata una "Missione delle Nazioni Unite per il referendum nel Sahara Occidentale".

La RADS è membro dell'Unione africana.

Il Sahara Occidentale è nella lista delle Nazioni Unite dei territori non autonomi.

Bandiera e stemma

Moneta

La moneta ufficiale della RADS è la peseta sahrawi. Viene però di fatto comunemente usato il dirham marocchino.

Note

  1. ^ Daniele Cellamare, R. Angiuoni, M.E. Gattamorata e Gianluigi Rossi (pref.), Il diritto che discende da Allah, su L'Islam radicale in Africa (PDF), difesa.it, Istituto di studi politici "San Pio V" - Roma, Apes, 2012, p. 6, ISBN 88-7233-084-X, OCLC 929806234. URL consultato il 7 luglio 2020 (archiviato il 10 gennaio 2017).

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