Armatura mongola
Per armatura mongola s'intende l'armatura utilizzata dalle forze armate dell'impero mongolo (1206-1368). Nella fattispecie, le armature utilizzate dai guerrieri mongoli rientrano di tre tipologie: l'armatura lamellare/laminare, l'armatura a scaglie e la brigantina ("armatura imbottita"); molto rara era la cotta di maglia.

Storia
Nel minimale contesto culturale del nomadismo mongolo, l'armatura basilare del combattente era il suo abituale vestiario: un pesante cappotto fissato in vita da una cintura di cuoio per appendervi la spada/scimitarra, il pugnale e (forse) una scure d'arcione. Il cappotto, foderato di pelliccia e simile a una vestaglia, si chiudeva passando il lembo sinistro sopra il destro e fissandolo con un bottone pochi centimetri sotto l'ascella destra. Sotto il cappotto veniva indossato un indumento intimo simile a una camicia con maniche lunghe e larghe che, al tempo di Gengis Khan (1158-1227) divenne comunemente realizzato in seta pesante: una freccia che colpisce la seta non rompe infatti la seta ma finisce per incorporare la freccia nella carne avvolgendola e consentendo di rimuoverla stuzzicando delicatamente il tessuto ed evitando la più dolorosa procedura di rimozione (rompere lo strale, spingerlo nelle carni del ferito e farlo fuoriuscire dall'altra parte). Col tempo, il cappotto iniziò ad essere irrobustito con una foderatura di metallo, divenendo una brigantina non dissimile dal gambesone europeo.[1]
Gli stivali erano fatti di feltro e pelle e, sebbene pesanti, sarebbero stati comodi e larghi abbastanza da contenere i pantaloni infilati prima di essere allacciati strettamente. Erano senza tacco, anche se le suole erano spesse e foderate di pelliccia. Indossati con calzini di feltro, era improbabile che i piedi si raffreddassero.
L'armatura utilizzata dai Mongoli all'apice del loro potere (XIII secolo) trasse influenza dagli stili cinese, mediorientale e dell'Asia centrale. La maggior parte delle armature mongole erano del tipo a scaglie o lamellare/laminare. La maggior parte delle armature era fatta di cuoio indurito e ferro, allacciati insieme su un supporto di tessuto (a volte seta). L'uso della cotta di maglia è attestato ma raro, probabilmente a causa del suo costo, del suo ingombro e della difficoltà di riparazione. Gli arcieri a cavallo, punta di diamante dell'esercito mongolo, necessitavano di un'armatura abbastanza leggera che non interferisse con la loro mobilità in sella. È anche possibile che l'armatura mongola non ricorresse alla maglia di ferro e fosse generalmente più leggera delle sue controparti orientali e occidentali perché le abitudini nomadi dei mongoli non favorivano le pratiche ad alta intensità di lavoro e le strutture permanenti necessarie per fabbricare cotte di maglia o armature a piastre. A volte la protezione del braccio veniva rimossa in modo che un cavaliere potesse tirare più facilmente l'arco. L'elmo era fatto principalmente di ferro ma venivano usati anche pelle e altri materiali. L'armatura lamellare si è diffusa anche dai paesi interessati dall'invasione dei mongoli: es. la Cina (v. Dinastia Yuan) e il Medio Oriente (v. Ilkhanato). Ciò è particolarmente dimostrato dal caso di Tamerlano, un noto signore della guerra mongolo del XV secolo che usava massicciamente le armature lamellari per la sua cavalleria e, in generale, ricorreva ad armature mongole.
Giovanni da Pian del Carpine (1182-1252) così descrisse la panoplia dei Mongoli:
Galleria
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Brigantina cinese di tipo mongolo della Dinastia Yuan
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Armatura Yuan
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Elmo Yuan
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Elmo Yuan
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Elmo Yuan
Note
- ^ Turnbull, p. 14
- ^ Historia Mongalorum, cap. 6
Bibliografia
Fonti
Studi
- (EN) Robinson HR, Oriental Armour, Courier Dover, ISBN 978-0-486-41818-6.
- (EN) Turnbull S, Mongol Warrior 1200-1500, Osprey Publishing, 2003.
Voci correlate
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