Roy Roger's
Il gruppo SEVENBELL, produttore del primo blue-jeans italiano, è stato fondato da Francesco Bacci nel 1949, a Campi Bisenzio (Firenze), con una produzione di capi e pantaloni, principalmente da lavoro, realizzati in cotoni e gabardine e venduti con il brand Roy Roger’s. Attratto dal denim - il nuovo tessuto americano dalle caratteristiche uniche per colore e resistenza - decide di andare negli Stati Uniti e stipula, nel ’52, una partner-ship, con la Cone Mills Corporation, tempio della produzione denim americana, diventando il produttore del primo blue-jeans Made in Italy con denim Usa. Il tessuto arriva in balle di juta, è rigido, incartonato e difficile da cucire, nonostante ciò mostrano già alcuni particolari che rispecchiano l’attenzione ai dettagli che solo un hand-made italiano è in grado di fare. Sono quelle caratteristiche che a tutt‘oggi definiscono la loro unicità: le cerniere sulle tasche posteriori (tasca brevettata e depositata negli anni 50’), per proteggere i documenti durante il lavoro; e la famosa “pocket money”, piccola tasche sul davanti per gli spiccioli.
Roy Roger's | |
---|---|
![]() | |
Stato | ![]() |
Fondazione | 1949 a Campi Bisenzio |
Fondata da | Mario e Francesco Bacci |
Sede principale | Campi Bisenzio |
Gruppo | SevenBell |
Persone chiave | Niccolò Biondi amministratore unico |
Settore | abbigliamento |
Prodotti | jeans, abbigliamento |
Sito web | www.royrogers.it |
Anno dopo anno, i Roy Roger's si ammorbidiscono con i lavaggi domestici, sono resistentissimi, hanno sapore Americano…E, negli anni 60’ e 70’, esplode il fenomeno Roy Roger's, che diventano un capo cult: tutti li vogliono, dai giovani, soprattutto gli studenti, dai padri ai figli.
Ma è all‘inizio del 2000 che avviene la svolta decisiva che ne decreta il successo nel mondo. Il nuovo presidente Fulvio Biondi.[1], genero del fondatore, attua una strategia vincente ed innovativa sul prodotto e sul marketing. Convinto che “Non c’è futuro se non hai una vera storia” ma attento alle nuove sperimentazioni, dà vita ad un prodotto che unisce il sapore del passato (modelli appartenenti all’archivio storico dell’azienda) a tecniche innovative nella lavorazione del denim (provenienza dei tessuti anche dal Giappone, lavaggi esclusivi, accessori originali, packaging ricercato...). In breve tempo trova un importante riscontro nel mercato, conquistando gli spazi più esclusivi nei migliori stores italiani ed esteri. Passato attraverso decenni di storia, il jeans Roy Roger’s ha mantenuto inalterato l’originalità del marchio: tasca posteriore con triangolo nero, alta qualità delle materie prime, denim esclusivamente Americani, Giapponesi ed Europei, e si è arricchita di lavaggi unici, frutto di ricerche continue, tutto rigorosamente hand-made in Italy.
Oggi, l’azienda è guidata dalla moglie Patrizia Bacci Biondi, presidente; e dai figli Niccolò, amministratore delegato e Guido, direttore creativo.
LA STORIA
Dopo avere lavorato alla Galileo, importante industria meccanica Fiorentina, il giovane ventenne Francesco Bacci comincia con il padre Raffaello l’esperienza di venditore ambulante di tessuti. Fidanzato con Giuliana, giovane pantalonaia che insieme alla sorella lavora in casa per un’azienda specializzata in abiti da lavoro, Francesco decide di farle cucire qualche pantalone da vendere al mercato a operai e contadini. È un successo: i pantaloni sono resistenti, i tessuti pesanti e comodi per le varie attività lavorative. In poco tempo le richieste aumentano e Giuliana abbandona l’azienda per lavorare con Francesco. Siamo nel ’49. L’Italia, dopo la guerra, è in fase di ricostruzione. Tra le macerie sociali ed economiche, il ventenne Francesco si rimbocca le maniche e a Campi Bisenzio, alle porte di Firenze, apre la Manifatture 7 Bell - oggi Sevenbell - specializzata in capi da lavoro.
IL SOGNO DELL’AMERICA
Ma il sogno di Francesco nel dopoguerra è l’America, quella che trasmetteva fiducia nel futuro. Dai soldati americani conosce il blue jeans. Attratto dalle qualità del denim - il tessuto dalle caratteristiche uniche per colore e resistenza - decide di andare a New York nella Broadway e stipula nel ’52 una partner-ship, con la Cone Mills Corporation, la più qualificata produttrice del denim open end e del ring spun. Il tessuto arriva in balle di juta, è rigido e incartonato, difficile da cucire. Francesco e Giuliana per risolvere questo problema iniziano a cucire i jeans con le macchine per la pelle. Siamo nel 52, anno della ripresa economica, e la Manifatture 7 Bell lancia sul mercato il Roy Roger’s 227: il primo jeans italiano in denim originale. Il marchio, infatti, prende il nome del sarto americano che alla fine dell’800 girava di fattoria in fattoria a confezionare le salopette dei farmers, residenti nell’attuale California.
I ROY ROGER’S
I Roy Roger’s dell’epoca erano molto diversi da quelli di oggi. La loro evoluzione negli anni è in grado di raccontare la storia dell'Italia e l'evoluzione della moda: dal boom del secondo dopoguerra a oggi, attraverso gli anni dei pantaloni a zampa e di quelli a vita alta, i giorni passati ad ascoltare Elvis Presley, a leggere Tex Willer, a imitare James Dean. Realizzati con tecniche di lavorazione essenziali, i primi jeans si presentano duri al tatto e si ammorbidiscono solo indossandoli; ma mostrano già alcuni dettagli che solo un hand-made italiano è in grado di realizzare. Sono quelle caratteristiche che a tutt‘oggi definiscono la identità del jeans Roy Roger’s: le cerniere sulle tasche posteriori (tasca brevettata e depositata negli anni 50’), per proteggere gli effetti personali durante il lavoro; e la famosa pocket money, il piccolo taschino sul davanti per gli spiccioli. Nascono in seguito i jeans sportivi da uomo e i primi modelli dedicati alle donne: una scelta coraggiosissima per i primi anni 50’. Inizia così una cultura del jeans, che da pantalone da lavoro diventa un capo per il tempo libero. Anno dopo anno, i jeans si ammorbidiscono con i lavaggi domestici, sono resistentissimi e, negli anni anni sessanta e anni settanta, esplode il fenomeno Roy Roger's. Tutti li vogliono indossare: dai giovani agli studenti, dai padri ai figli. Sono cult! Tra fine anni ’60 e i primi ’70, il jeans Roy Roger’s diventa segno distintivo delle nuove generazioni; testimone di rottura con l’abbigliamento formale, rappresenta un modo di vivere più anticonformista e libero. Nel ‘68 la Manifatture 7 Bell confezionava 20mila capi al giorno, 500mila al mese, 6 milioni all’anno. Dava lavoro a 500 persone. Vendeva in Italia, Olanda e Germania. Passato attraverso decenni di storia, il Roy Roger’s ha mantenuto inalterato l’originalità del marchio: tasca posteriore con triangolo nero, alta qualità delle materie prime, denim esclusivamente Americani, Giapponesi ed Europei, e si è arricchita di lavaggi unici, frutto di ricerche continue, tutto rigorosamente hand-made in Italy.
LA SVOLTA
Non c’è futuro se non hai una vera storia Erano gli anni 85/90. Il presidente Fulvio Biondi, scomparso prematuramente cinque anni fa - genero del fondatore e marito di Patrizia Bacci, oggi Presidente del Gruppo - attua una strategia innovativa sul prodotto e sul marketing che risulta vincente. Attento ai cambiamenti sociali, riesce a comprendere le tendenze del mercato e ad unire innovazione e tradizione, incrementando il successo e la visibilità del Gruppo attraverso lo sviluppo di una collezione total look uomo e donna di grande qualità. Convinto che Non c’è futuro se non hai una vera storia, ma attento alle nuove sperimentazioni, Fulvio Biondi dà vita ad un prodotto che unisce il sapore del passato (modelli appartenenti all’archivio storico dell’azienda) a tecniche innovative nella lavorazione del denim (provenienza dei tessuti anche dal Giappone, lavaggi esclusivi, accessori originali, packaging ricercato...). In breve tempo trova un importante riscontro nel mercato, conquistando gli spazi più esclusivi nei migliori stores italiani ed esteri. Roy Roger’s non è soltanto jeans né solo denim, ma diventa un modo di essere, un’attitudine da comunicare attraverso l’abbigliamento.
IL PRESENTE
Oggi, l’azienda Sevenbell è guidata da Patrizia Bacci Biondi, presidente; e dai figli Niccolò Biondi, amministratore unico e Guido Biondi, direttore creativo. Fedele al core business, ma in una continua ricerca verso l’innovazione e i contenuti moda, il Gruppo Sevenbell produce Roy Roger’s, total look per uomo, donna, bambino; President’s, una collezione uomo completa classica contemporanea, risultato di un attento percorso di ricerca nella tradizione della cultura americana, realizzata in tessuti nobili e destinata ad una clientela maschile d’oltreoceano; infine Amish, brand denim di nuova generazione apprezzato da una clientela giovane e attenta al fashion.
IL FUTURO
In questo contesto economico, Sevenbell intraprende, così, con determinazione una strategia di espansione retail che include anche l’Italia, parallela all’attuale network internazionale rappresentato da 980 plurimarca e department store. Dopo '''Firenze''' e '''Forte dei Marmi''', il Gruppo ha aperto store monomarca a '''Milano''', '''Bologna''' e '''Padova'''.
LA SEDE
La nuova sede, inaugurata a gennaio 2012, è un esempio di architettura all'avanguardia dal punto di vista di eco sostenibilità e di tecnologia. Situata tra Firenze e Prato, a pochi chilometri dalla sede storica oggi sede dell’archivio storico, il nuovo edificio (7500 mq su tre piani) è dotato di pale eoliche disegnate da Philippe Starck, di impianti fotovoltaici e di recupero delle acque reflue. E’ caratterizzato da grandi e luminose vetrate e da moderni pavimenti in resina grigia.
Note
Collegamenti esterni
- Sito ufficiale, su royrogers.it.