Manlio De Pisa (Olevano Romano, 6 maggio 1898Roma, 30 gennaio 1991) è stato un militare italiano, ufficiale della Regia Marina durante la seconda guerra mondiale e ricordato per il suo ruolo nel corso della battaglia di Capo Matapan.

Manlio De Pisa
NascitaOlevano Romano, 6 maggio 1898
MorteRoma, 30 gennaio 1991
Cause della mortecause naturali
Luogo di sepolturaOlevano Romano
Dati militari
Paese servitoItalia (bandiera) Italia
Forza armata Regia Marina
CorpoRuolo Comando
SpecialitàIdrografo
Anni di servizio1911-1946
GradoContrammiraglio
GuerrePrima guerra mondiale
Guerra d'Etiopia
Seconda guerra mondiale
BattaglieBattaglia di Punta Stilo
Battaglia di Capo Teulada
Battaglia di Capo Matapan
Comandante diEuro
Tigre
Alberto di Giussano
Giovanni delle Bande Nere
Pola
Studi militariR. Accademia Navale - Livorno
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Biografia

Manlio De Pisa, figlio di Agapito e di Maria Angela Milano, nacque il 6 maggio 1898 ad Olevano Romano, un piccolo comune a circa 60 chilometri da Roma; era il fratello minore di Felice (nato a Olevano Romano il 30 novembre 1882), primo ufficiale della Regia Marina caduto nel corso della prima guerra mondiale a bordo del dirigibile Città di Ferrara l'8 giugno 1915, in mar Adriatico.

De Pisa entrò all'Accademia navale giovanissimo e combatté nel corso della grande guerra; nel giugno del 1918, da sottotenente di vascello al comando di una batteria da 203 mm, fu decorato per il suo comportamento negli scontri presso Caposile. Ufficiale di stato maggiore e presso la Regia Accademia Navale di Livorno durante gli anni 1920.

Da capitano di corvetta fu, nell'ottobre 1928 - agosto 1929, comandante in seconda della nave idrografica Ammiraglio Magnaghi (capitano di corvetta Luigi Rubartelli), partecipando alla campagna idrografica in Mar Rosso. Passò quindi nel 1930 al comando del cacciatorpediniere Euro.

Da capitano di fregata fu comandante in 2^ dell'incrociatore Fiume poi, durante la crisi etiopica, ebbe l'importante comando di Marina Massaua (dall'8 dicembre 1935 al 7 gennaio 1936) e dal 2 febbraio 1936, comandò l'esploratore (poi cacciatorpediniere) Tigre stazionato in Mar Rosso unitamente alle altre unità della Divisione Navale dell'A.O.I. e, da capitano di vascello, anzianità 1º gennaio 1937, (dopo un periodo alla direzione dell'istituto idrografico della marina di Genova, dall'8 gennaio 1937 al 9 giugno 1938), comandò consecutivamente, tra il 1° settembre 1938 e il 29 marzo 1941, gli incrociatori Alberto di Giussano, Giovanni delle Bande Nere (col quale partecipò all'occupazione dell'Albania il 7 aprile 1939) e Pola; partecipò quindi all'inizio della seconda guerra mondiale al comando del Pola (dal 3 agosto 1939), che guidò nel corso delle battaglie di Punta Stilo e di Capo Teulada nel luglio e novembre 1940. Negli anni 1939-40 divenne intimo collaboratore dell'ammiraglio Angelo Iachino, che ebbe a bordo della sua nave quale comandante superiore sia sul Bande Nere che sul Pola.

Il Pola fu seriamente danneggiato la sera del 14 dicembre 1940 da un'incursione aerea britannica mentre si trovava ormeggiato nel porto di Napoli; ebbe anche perdite a bordo e necessitò di importanti riparazioni allo scafo che si protrassero sino al febbraio 1941.

Sempre al comando del Pola, De Pisa partecipò alla battaglia di Capo Matapan tra il 27 e il 29 marzo 1941. Il Pola fu silurato e seriamente danneggiato da un velivolo Fairey Albacore britannico alle 19:50 del 28 marzo, rimanendo completamente immobilizzato e inerme a causa dell'interruzione dell'energia elettrica, spezzato in chiglia; per soccorrere l'incrociatore, l'intera I Divisione dell'ammiraglio Carlo Cattaneo invertì la rotta e mosse sul luogo del siluramento, finendo però con l'incappare nel buio nella flotta britannica, assistita dai radar: alle 22:30, nel corso del breve cannoneggiamento che ne seguì, la formazione italiana fu quasi completamente distrutta con l'affondamento di due incrociatori pesanti e altrettanti cacciatorpediniere, provocando una grande sconfitta della Marina italiana durante la seconda guerra mondiale.

Rimasto estraneo allo scontro, il Pola fu poi avvicinato da cacciatorpediniere britannici nelle prime ore del 29 marzo e quindi colato a picco alle 04:00 con un siluro, dopo essere stato evacuato dall'equipaggio[1].

De Pisa, con 256 altri membri dell'equipaggio della nave, fu trasbordato e fatto prigioniero dal cacciatorpediniere britannico HMS Jervis e venne internato in Egitto e India sino all'inizio del 1945, quando fu rimpatriato. Altri 400 uomini della nave vennero raccolti in mare dai caccia inglesi nel corso della mattinata e condotti ad Alessandria.

De Pisa fu chiamato nel 1946 a deporre presso la Commissione d'inchiesta speciale sulla perdita del Pola; la commissione concluse che l'ufficiale "aveva fatto il possibile per provocare l'affondamento della sua nave e la salvezza del personale", ma la carriera militare di De Pisa ebbe di fatto termine[2], venendo posto in congedo col grado di contrammiraglio.

Sposato con Theresia De Angelis (nota Thea, nata a Roma il 9 giugno 1906 ed ivi deceduta il 12 agosto 1997), crocerossina conosciuta nel 1928 in Eritrea dalla quale ebbe tre figlie, dal dopoguerra De Pisa visse a Roma senza mai partecipare a commemorazioni o ritrovi di reduci. Morì a Roma nel 1991, a 92 anni.

Note

  1. ^ Arrigo Petacco, Le battaglie navali del Mediterraneo nella seconda guerra mondiale, Milano, A. Mondadori, 1995, ISBN 88-04-39820-5, pp. 106-113.
  2. ^ Giuliano Capriotti, Morte per acqua a Capo Matapan, Lerici Editori, Milano, 1965, pp. 185-186.