Brand Extension
La Brand Extension è stato un importante avvenimento nella storia della World Wrestling Entertainment che ha portato, nel marzo del 2002 e nel luglio del 2016, alla suddivisione del parco lottatori della federazione in due diversi roster, ognuno dei quali associato agli show principali di Raw e SmackDown.
Nel giugno del 2006 si aggiunse un terzo roster, quello della ECW, che però venne abbandonato nel febbraio del 2010.
Storia
Il 19 novembre 2001, nella puntata di Raw successiva a Survivor Series, Ric Flair fece il suo ritorno nella World Wrestling Entertainment dopo otto anni di assenza, annunciando di esserne diventato il proprietario al cinquanta percento grazie all'acquisizione delle quote di mercato da Shane McMahon e Stephanie McMahon (kayfabe); Vince McMahon, all'epoca azionista di maggioranza della WWE, non accettò l'idea di dividere la sua federazione con Flair e studiò quindi un piano per annullare questa collaborazione forzata (kayfabe).
Il 18 marzo 2002 Linda McMahon annunciò l'inizio della Brand Extension, ovvero la suddivisione del parco lottatori della WWE in due diversi roster, ognuno dei quali associato agli show principali di Raw e SmackDown, con Flair a capo del primo e McMahon a capo del secondo;[1] la settimana successiva si tenne la prima draft-lottery nella storia del wrestling nordamericano: i due proprietari scelsero trenta lottatori ciascuno che avrebbero fatto parte, in esclusiva, del loro show. Il 13 giugno 2006 si aggiunge un terzo roster, quello della ECW, che però venne abbandonato il 16 febbraio 2010.
Il sistema della Brand extension fu inizialmente soppresso il 29 agosto 2011, con la nascita del nuovo Raw SuperShow, tuttavia tornò in vigore a partire dalla puntata di SmackDown del 19 luglio 2016.
Edizioni
Edizione | Data | Città | Sede | Prima scelta (roster) |
---|---|---|---|---|
2002 (Dettagli) |
25 marzo 2002 | State College | Penn State University | The Rock (SmackDown) |
2016 (Dettagli) |
19 luglio 2016 | Worcester | DCU Center | Seth Rollins (Raw) |
Conseguenze
Pay-per-view esclusivi
Inizialmente le interazioni tra i lottatori di Raw e quelli di SmackDown furono evitate il più possibile; l'unica occasione in cui entrambi i roster partecipavano allo stesso evento era nel corso dei pay-per-view. Tuttavia nel giugno del 2003 la maggior parte di questi ultimi divennero esclusivi di un singolo show, fatta eccezione per i cosiddetti Big Four (Royal Rumble, WrestleMania, SummerSlam e Survivor Series). A partire dall'ottobre del 2006, nel tentativo di dare maggior risalto a tutti i lottatori, si assistette ad un aumento dei match tra i membri di Raw e SmackDown; inoltre, a partire dall'aprile del 2007 tutti gli eventi in pay-per-view divennero accessibili ad entrambi i roster.
Con la Brand Extension del 2016 tutti i pay-per-view ad eccezione dei Big Four furono inizialmente esclusivi di un singolo show, ma a partire dal maggio del 2018 vennero riaperti ad entrambi i roster.
Titoli esclusivi
Inizialmente il WWE Championship ed il Women's Championship furono resi disponibili per entrambi i roster, mentre gli altri titoli vennero assegnati in esclusiva allo show di cui il campione faceva parte. Nel settembre del 2002 venne effettuata una prima modifica al regolamento, quando il WWE Championship divenne un'esclusiva di SmackDown e, per sopperire alla mancanza di un titolo massimo, il General manager di Raw creò per il suo show il World Heavyweight Championship; qualche tempo dopo SmackDown istituì le proprie cinture per la divisione di coppia (WWE Tag Team Championship), riattivò lo United States Championship e prese in esclusiva il Cruiserweight Championship, mentre Raw si assicurò l'esclusività del World Tag Team Championship, dell'Intercontinental Championship e del Women's Championship. Nel giugno del 2006, con la nascita del roster della ECW, venne creato l'ECW World Heavyweight Championship, l'unico titolo ad essere difeso nello show.
Note
- ^ Raw Results: March 18, 2002, su onlineworldofwrestling.com.
Voci correlate
Collegamenti esterni
- (EN) Storia del draft WWE, su wwe.com.