Impero russo
Con l'espressione Impero Russo (Росси́йская Импе́рия, Rossijskaja Imperija) si indica quel periodo della Russia zarista che va dall'espansione dello stato di Moscovia provocato dalle riforme di Pietro il Grande fino alla deposizione di Nicola II e alla Rivoluzione russa del 1917. L'espressione indica altresì l'organismo statale che resse il territorio russo nel periodo corrispondente. Pietro il Grande proclamò ufficialmente l'esistenza dell'Impero russo nel 1721. Tutti gli zar dell'Impero appartennero alla famiglia dei Romanov. La Russia del periodo in questione viene spesso indicata con il nome di Russia Imperiale. L'Impero Russo fu uno dei più grandi imperi mai esistiti: nel 1866 si estendeva su tre continenti, Europa, Asia e Nord America, confinando tanto con il Mar Baltico quanto con l'Oceano Pacifico.
Alcuni storici considerano l'Unione Sovietica, fino alla sua caduta nel 1992, come la naturale continuazione dell'Impero (intendendo con impero non esclusivamente un tipo di governo monarchico ma il potere di una certa classe o di una certa nazione su un vasto territorio). Fissare il periodo dell'Impero Russo è quindi oggetto di contese, mentre fissare il periodo della Russia Imperiale è più semplice.
Storia
È possibile suddividere questo periodo storico in più fasi:
Inizi della Russia Imperiale
- Pietro il Grande e l'impero
- L'epoca delle rivoluzioni di palazzo
- Espansione della Russia imperiale - Caterina II
Governo dell'Impero
Trasformazione della Russia nel XIX secolo
- Sviluppo economico russo nel XIX secolo
- Le riforme in Russia e i loro limiti, 1855-1892
- La politica estera russa dopo la Guerra di Crimea
- Movimenti rivoluzionari russi del XIX secolo
- La nascita dei partiti politici russi alla fine del XIX secolo
- Imperialismo russo in Asia e Guerra Russo - Giapponese
Gli ultimi anni dell'autocrazia
Governo ed amministrazione
Problemi definitori
L'Almanacco di Gotha del 1910 descriveva la Russia come "una monarchia costituzionale governata da uno zar autocratico". La contraddizione di termini illustra bene la difficoltà di definire in una formula il sistema di governo, del tutto transitorio e sui generis instaurato nella Russia zarista dall'ottobre 1905. Prima di quella data le leggi fondamentali della Russia descrivevano il potere dello Zar come "autocratico e illimitato". Dopo l'apertura della Duma, il 27 aprile 1906, l'appellativo del sovrano divenne "imperatore ed autocrate di tutte le Russie" e l'attribuzione dell'aggettivo "illimitato" al suo potere scomparve. Non per questo la Russia era divenuta una monarchia costituzionale. Unicamente l'autocrazia si era autolimitata, sebbene non fu mai chiaro, nei pochi anni di sopravvivenza dello stato, se questa limitazione fosse definitiva o revocabile a discrezione del sovrano. Forse la definizione migliore per l'impero post 1905 sarebbe quella di "monarchia limitata, guidata da un imperatore autocratico".
L'imperatore
Pietro il Grande cambiò il suo titolo da Zar a Imperatore di tutte le Russie nel 1721. Anche se i successori mantennero il titolo imperiale, l'autocrate fu comunemente noto come zar o zarina fino alla caduta dell'Impero a seguito della Rivoluzione di febbraio del 1917.
Fino al 1905 il potere dell'imperatore era limitato da due sole condizioni: l'appartenenza alla Chiesa ortodossa russa e l'obbedienza alle leggi di successione stabilite da Paolo I. Il 17 ottobre 1905, la situazione cambiò. L'imperatore Nicola II, con la firma del cosiddetto Manifesto di ottobre autolimitò il proprio potere legislativo, decretando che nessuna legge sarebbe entrata in vigore senza l'approvazione della Duma imperiale, un'assemblea liberamente eletta su base nazionale. Come emerse dalle nuove Leggi Fondamentali rese pubbliche il 23 aprile 1906, lo zar rimase comunque l'unica fonte del potere esecutivo, anche se un Consiglio dei Ministri lo avrebbe assistito nell'amministrazione, mantenne il potere assoluto sulla politica estera e di difesa, oltre che il diritto esclusivo di introdurre modifiche costituzionali. L'imperatore poteva anche emanare decreti d'emergenza (che la Duma avrebbe dovuto successivamente approvare) quando l'assemblea non era in sessione.
Consiglio imperiale
Con la legge del 20 febbraio 1906, il Consiglio dell'Impero aveva assunto le funzioni di camera alta associata alla Duma.
Il Consiglio era composto da 196 membri, di cui 98 nominati dell'imperatore e altrettanti elettivi. I ministri, pure loro di nomina imperiale, erano membri di diritto. Dei membri elettivi, 3 lo erano dal clero "nero" (i monaci), 3 dal clero "bianco" (gli ecclesiastici secolari), 18 dalle corporazioni dei nobili, 6 dall'accademia delle scienze e dalle università, 6 dalle camere di commercio, 6 dai consigli degli industriali, 34 dai dai governatorati con assemblea elettiva zemstvo, 16 a quelli privi di zemstvo e 6 alla Polonia. Nei ruoli di corpo legislativo, i poteri del Consiglio erano coordinati con quelli della Duma. In pratica, raramente il proponeva nuove leggi.
La Duma e il sistema elettorale
La Duma dell'Impero o Duma imperiale (Gosudarstvennaya Duma) formava la camera bassa del parlamento. A partire dal decreto imperiale (ukaz) del 2 giugno 1907 era composta da 442 membri, eletti mediante un processo elettorale abbastanza complicato, elaborato per garantire, da un lato una rappresentanza maggiore alle classi di proprietari terrieri e, dall'altro, la preponderanza dei Russi sugli altri popoli dell'Impero. Ogni provincia, eccetto quelle dell'Asia centrale, eleggeva un certo numero di deputati, fissato caso per caso in modo da dare maggior peso all'elemento russo. Alcune grandi città eleggevano deputati supplementari.
In ogni provincia (o governatorato) i deputati venivano eletti da collegi elettorali, i cui membri erano a loro volta eletti, come i membri degli zemstvo, da assemblee delle tre curie (o classi): proprietari terrieri, abitanti delle città e contadini. Nelle assemblee della prima curia, i proprietari maggiori sedevano direttamente, i proprietari minori erano rappresentati da delegati. Gli abitanti delle città votavano nelle loro assemblee divisi in due categorie, a seconda della ricchezza sottoposta a tassazione. Anche qui il sistema avvantaggiava la parte più ricca della popolazione. Le assemblee di contadini erano elette dagli elettori di volost. Gli operai votavano separatamente dalle tre classi: ogni complesso industriale che impegnava almeno cinquanta dipendenti eleggeva uno o più delegati, che entravano a far parte del collegio elettorale, formando una curia separata.
Nel collegio il voto – totalmente a scrutinio segreto – era a maggioranza; e poiché in pratica con questo sistema la maggioranza era formata dagli elementi molto conservatori (i latifondisti e i delegati urbani avevano la maggioranza dei voti), gli elementi progressisti – anche se fossero stati predominanti nel paese – non ebbero nessuna possibilità di rappresentazione, eccetto per la curiosa disposizione che un membro almeno di ogni governatorato doveva essere scelto da ciascuna delle cinque classi rappresentate nel collegio.
Per esempio, se non c'era nessun contadino reazionario fra i delegati, una maggioranza reazionaria poteva essere costretto a eleggere un socialdemocratico alla Duma.
Stando così le cose, anche se un minimo fisso dei delegati agricoli doveva essere eletto, era molto probabile che non rappresentassero affatto l'opinione dei contadini.
Che nella Duma sopravvivessero elementi radicali era dovuto principalmente alla concessione particolare goduta delle sette città più grandi: San Pietroburgo, Mosca, Kiev, Odessa, Riga e le città polacche di Varsavia e Lodz.
Queste eleggevano i loro delegati alla Duma direttamente e benché i loro voti fossero divisi in due curie (in base alla proprietà tassabili) in modo da dare il vantaggio ai più ricchi, dato che entrambe le curie eleggevano lo stesso numero di delegati, i collegi democratici potevano eleggere almeno membri a loro vicini.
Consiglio dei ministri
La legge del 18 ottobre 1905 istituì un Consiglio dei ministri (Sovyet Ministrov) per assistere lo zar nelle funzioni di alta amministrazione. Lo componevano tutti i ministri e i capi delle principali amministrazioni e, per la prima volta nella storia russa, era presieduto da un primo ministro. I ministri erano i seguenti:
- Corte Imperiale, che amministrava gli appannaggi, i palazzi e i teatri imperiali, l'Accademia imperiale delle Arti e le onorificenze.
- Esteri.
- Guerra e Marina.
- Finanze.
- Commercio e industria (istituito nel 1905).
- Interno (aveva competenza su polizia, sanità, censura, stampa, poste e telegrafi, religioni diverse da quella ortodossa, statistica).
- Agricoltura.
- Strade e comunicazioni.
- Giustizia.
- Affari spirituali e educazione nazionale.
Sacro Sinodo
Il Sacro Sinodo (fondato da Pietro I nel 1721) era il supremo organo di governo della Chiesa ortodossa in Russia. Era presieduto da un rappresentante dell'imperatore e comprendeva i tre metropoliti di Mosca, San Pietroburgo e Kiev, l'esarca della Georgia e un certo numero di altri ecclesiastici, scelti a rotazione tra i vescovi ortodossi dell'impero.
Senato
Il senato (Pravitelstvuyushchi Senat, cioè senato dirigente o governante), fondato in origine durante la riforma di governo di Pietro I , era formato da membri nominati dall'imperatore.
Le sue funzioni, che erano estremamente varie, erano svolte dai differenti dipartimenti in cui era diviso.
Era la corte suprema di cassazione, un ufficio di verifica, un'alta corte di giustizia per tutti i reati politici; uno dei suoi dipartimenti adempiva alle funzioni di scuola per araldi.
Aveva inoltre giurisdizione suprema in tutte le dispute riguardanti l'amministrazione dell'impero, in cui vi erano differenze notevoli fra i rappresentanti del potere centrale e gli organi eletti di autogoverno locale.
Infine controllava i registri e promulgava le nuove leggi, una funzione che, in teoria, gli dava un potere, analogamente alla Corte Suprema degli Stati Uniti, di rigettare misure non in conformità con le leggi fondamentali.
Amministrazione provinciale
Per motivi di amministrazione provinciale, a partire dal 1914 la Russia fu divisa in 81 province (guberniya), in 20 regioni (oblast) e un distretto (okrug).
I territori sottoposti a vassallaggio e i protettorati dell'Impero Russo includevano i territori di Bukhara, di Khiva e, dopo il 1914, di Tuva.
Di questi, 11 governatorati, 17 province e un distretto (Sakhalin) appartenevano alla Russia Asiatica.
Per il resto 8 governatorati erano in Finlandia e 10 in Polonia.
La Russia Europea abbracciava così 59 governatorati e una provincia (quella del Don).
La provincia del Don era sotto la giurisdizione diretta del Ministero della guerra; le altre province avevano ognuna un governatore e un vicegovernatore, con quest'ultimo che presiedeva il consiglio amministrativo.
Inoltre vi erano governatori generali, generalmente competenti su diversi governatorati e muniti di poteri molto vasti che di solito includevano il comando delle truppe entro i limiti della loro giurisdizione.
Nel 1906 c'erano governatori generali in Finlandia, a Varsavia, Vilnius, Kiev, Mosca (Russia) e Riga.
Le città più grandi (San Pietroburgo, Mosca (Russia), Odessa, Sebastopoli, Kerch, Nikolayev, Rostov) avevano un sistema amministrativo proprio, indipendente dai governatorati; in questi il capo della polizia fungeva da governatore.
Cronologia degli Zar
(tra parentesi gli anni di regno)
- Pietro I detto il Grande (1682 - 1725)
- Caterina I (1725 - 1727)
- Pietro II (1727 - 1730)
- Anna I (1730 - 1740)
- Ivan VI (1740 - 1741), minore, reggenza di Anna II
- Elisabetta (1741 - 1762)
- Pietro III (1762)
- Caterina II (1762 - 1796)
- Paolo I (1796 - 1801)
- Alessandro I (1801 - 1825)
- Nicola I (1825 - 1855)
- Alessandro II (1855 - 1881)
- Alessandro III (1881 - 1894)
- Nicola II (1894 - 1917), abdica nel 1917 e nel 1918 viene ucciso dai Bolscevichi