Gogna
La gogna, etimologicamente discende da gonghia (collare di ferro) il quale deriva dal greco goggylos (rotondo); dall'arabo gollon (grosso anello di ferro) dal quale gli spagnoli derivarono ar-golla e gli italiani goglia e poi gogna. Un'altra interpretazione, meno sostenuta, fa derivare il termine da ver-gogna. La gogna, è uno strumento punitivo, di contenzione, di controllo, di tortura, utilizzato prettamente nel periodo medievale, costruito come un collare in ferro, fissato ad una colonna per mezzo di una catena, che veniva stretto attorno al collo dei condannati esposti alla berlina. Successivamente la gogna si modifica in tavole di legno provviste di cerniera che formano fori attraverso i quali la testa e/o vari arti sono inseriti; le tavole sono poi bloccate insieme per trattenere il prigioniero. Le gogne erano allestite nelle piazze di mercato e negli incroci per detenere criminali di poca importanza. Spesso un cartello era appeso al collo del malfattore, o nelle vicinanze, sul quale erano scritti il delitto e la pena. Queste punizioni generalmente finivano passate poche ore o qualche giorno. Il più lontano cenno documentato fa apparire la gogna in Europa, nell'Utrecht Psalter, datandolo intorno all' 820 d.C. Nonostante l'uso della gogna sia stato abolito nel XIX secolo, in alcuni casi se ne è registrato ancora l'utilizzo, sino all'ultimo avvenuto nel 1995 a Panamá. Tra gli illustri personaggi del passato condannati all'umiliazione della gogna ritroviamo, nel 1703, Daniel Defoe che compose per l'occasione l'ode "Inno alla gogna".

Senso figurato
In senso figurato il termine "mettere alla gogna", indica attualmente un'umiliazione resa pubblica.
Curiosità
La gogna viene adoperata nella rievocazione storica dell'assedio della città piemontese di Canelli (1613), in provincia di Asti.