Quaestio

esercitazioni scolastiche
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Le quaestiones erano esercitazioni scolastiche con le quali i professori testavano la preparazione degli studenti su problemi teologici o riguardanti le categorie del diritto romano.

Metodo pedagogico

Strumento scolastico-dialettico, la quaestio veniva articolata in maniera tale da stimolare la discussione tra gli studenti che prendevano posizioni differenti. La quaestio poteva infatti essere definita come la dimostrazione per mezzo della ragione, in cui si risolvevano i contrasti relativi a testi di studio. Essa era inizialmente breve, ma successivamente le quaestiones crearono un vero e proprio genere letterario che si elaborava nelle questioni raccolte nelle Summae, composta da quattro parti essenziali che possono essere paragonate agli alunni che oggi chiedono dei chiarimenti ai professori.

Essa si avvaleva dell'uso della dialettica e divenne un metodo d'indagine e insegnamento nel campo della Teologia e della Filosofia, la parte più importante dell'insegnamento insieme alla lectio dei brani, in cui il maestro trasmetteva il sapere appreso.

Svolgimento

Il professore presentava un casus (lectio), molto spesso preso direttamente dalla realtà, con il quale la classe si doveva cimentare dando fondo alle proprie conoscenze sul diritto romano. La quaestio si apriva con la presentazione della controversia, poi seguita dalle argomentazioni (disputatio) a favore dell'una o dell'altra parte.

Qui iniziava la fase dialettica, in cui gli studenti facevano le loro osservazioni basate sul diritto romano sotto la supervisione del professore. Quest'ultimo presentava la solutio, ovvero la soluzione più giusta del caso, o almeno quella che riteneva tale.

Uso

Queste quaestiones, di frequente, venivano raccolte in manuali che venivano usati da altri professori, ma anche da avvocati che, in questi, ricercavano soluzioni per i loro casi. Ne sono un esempio le Questiones disputatae de veritate.

San Tommaso d'Aquino, mostrando un pieno rispetto per i propri allievi, svolgeva il ruolo di maestro dirimente (magister determinans). Al magister era riconosciuta l'autorità della cultura e la sua superiore autorevolezza; questi non si limitava a dare ragione o torto ad uno dei due gruppi di studenti che partecipavano alla disputa, bensì procedeva a una delimitatio magistralis nella quale sosteneva che una parte di verità risiedeva in entrambi i contendenti, delimitando l'ambito di validità delle tesi che i gruppi tendevano a ritenere invece valide in senso generale. Gli allievi erano guidati, secondo la maieutica, verso l'espressione piena della propria sensibilità rispetto alla verità.[1]

Note

  1. ^ (EN) Mosè Cometta, Educazione: tra Peitó e Bía (PDF), in Alia, vol. 1, n. 2, febbraio 2018, pp. 31–40, ISSN 2014-203X (WC · ACNP), OCLC 9523846923. URL consultato il 14 novembre 2024. (ivi: pp. 37-38)

Voci correlate

Collegamenti esterni