Movimento MeToo
Il movimento #MeToo (noto anche semplicemente come #MeToo o Me Too, con varie versioni in diverse lingue) è un movimento femminista contro le molestie sessuali e la violenza sulle donne diffuso in modo virale a partire dall'ottobre 2017 come hashtag usato sui social media per dimostrare la diffusione di violenza sessuale e molestia soprattutto sul posto di lavoro[1] subita dalle donne. Ebbe molta risonanza dopo le rivelazioni pubbliche di accuse di violenza sessuale contro il produttore cinematografico Harvey Weinstein.[2]

Storia
L'espressione Me Too, che in inglese significa "anche io", è stata usata per la prima volta in questo contesto da Tarana Burke nel 2006.[3] La donna, che aveva subito violenze sia nell'infanzia che all'adolescenza, desiderava creare una catena di soliderietà attraverso la presa di parole delle vittime. Più persone denunciavano, più si sarebbe preso coscienza dell'ampiezza del problema, da lì il titolo dell'Hashtag.[4] È stata resa popolare dall'attrice Alyssa Milano, che ha incoraggiato le donne ad usarla su Twitter per "dare alle persone un'idea della grandezza del problema", in pratica invitando gli utenti dei social network a raccontare le proprie esperienze di molestia o violenza sessuale, accompagnando il racconto con l'hashtag #metoo.
Alyssa Milano twittò per la prima volta l'espressione il 15 ottobre 2017; e alla fine della giornata l'espressione era stata già usata 200.000 volte[5] (500.000 dopo due giorni[6]).
Su Facebook l'hashtag è stato usato in 12 milioni di post da 4,7 milioni di persone nelle prime 24 ore e Facebook riportò che solo negli Stati Uniti, il 45% degli utenti aveva almeno un contatto che avesse scritto un post contenente l'hashtag.[7]
L'hashtag è stato tradotto in diverse lingue: per esempio in francese l'hashtag equivalente a #metoo fu #moiaussi.
Altre iniziative simili a #metoo erano avvenute già in passato precisamente nel 2016 in America latina e in Spagna, quando un collettivo femminista brasiliano "Think Olga" aveva invitato le donne a parlare sui social della loro esperienza di molestia sessuale, contrassegnandola con l'hashtag #PrimeiroAssédio ("primo assalto"): l'hashtag aveva raccolto circa 80 milioni di tweet.[8]
Diverse celebrità hanno utilizzato l'onda del movimento per dichiarare molte storie di violenza sessuale, come Asia Argento, Gwyneth Paltrow[9], Ashley Judd[10], Jennifer Lawrence[11], Uma Thurman[12] e Gina Lollobrigida.[13] Negli Stati Uniti, il fenomeno si è esteso dallo spettacolo al mondo della ginnastica: Simone Biles e diverse altre atlete olimpiche hanno denunciato in massa il medico sportivo della nazionale Larry Nassar.
Nel 2017 il movimento è stato premiato dal settimanale americano Time come "persona dell'anno".[14][15]
Sull'onda del movimento, in occasione della Giornata internazionale dei diritti delle donne dell'8 marzo 2018 è stata organizzata una giornata di sciopero e di manifestazioni che ha coinvolto più di 70 paesi nel mondo.[16]
Critiche
Il movimento ha ricevuto i giudizi negativi di alcuni personaggi dello spettacolo, come Terry Gilliam, che lo ha definito "un movimento sciocco e semplicistico"[17], Liam Neeson, che ha invece parlato di "caccia alle streghe"[18], Sean Penn, per il quale "lo spirito del movimento è rappresentato dalla volontà di dividere donne e uomini"[19], e Marco Giallini, che ha aggiunto "abbiamo avvelenato i pozzi dei rapporti tra uomini e donne".[20] Contro il movimento si sono schierate anche diverse donne, tra le quali Catherine Deneuve[21], Brigitte Bardot[22], Angela Lansbury[23], Whoopi Goldberg[24], Megan Fox[25], oltre che una femminista attiva come Margaret Atwood, secondo la quale non bisognerebbe considerare colpevoli a priori gli accusati di molestie.[26]
Note
- ^ (EN) Nicole Smartt, Sexual Harassment In The Workplace In A #MeToo World, in Forbes, 20 dicembre 2017. URL consultato il 21 agosto 2018.
- ^ (EN) Elizabeth Chuck, #MeToo: Alyssa Milano promotes hashtag that becomes anti-harassment rallying cry, in NBC News, 16 ottobre 2017. URL consultato il 21 agosto 2018.
- ^ (EN) Christen A. Johnson e KT Hawbaker, #MeToo: A timeline of events, in Chicago Tribune, 20 agosto 2018 (archiviato il 20 agosto 2018).
- ^ Carlo Mia, Sempre Dalla Parte Delle Donne, Youcanprint, 2024, p. 1884, ISBN 9791222750651.
- ^ Rozina Sini, 'MeToo' and the scale of sexual abuse, in BBC News, 16 ottobre 2017 (archiviato il 7 novembre 2017).
- ^ #MeToo: Social media flooded with personal stories of assault, su edition.cnn.com.
- ^ More than 12M 'Me Too' Facebook posts, comments, reactions in 24 hours, su cbsnews.com, CBS News, 17 ottobre 2017. URL consultato il 23 ottobre 2017 (archiviato il 24 ottobre 2017).
- ^ Campanha Primeiro Assedio, su thinkolga.com. URL consultato il 20 marzo 2019 (archiviato dall'url originale il 26 dicembre 2018).
- ^ (EN) Vogue, Celebrities Share Stories of Sexual Assault for #MeToo Campaign, su Vogue, 16 ottobre 2017. URL consultato il 13 luglio 2025.
- ^ Not everyone with a #metoo is posting their story. Here's why some are refraining/, su washingtonpost.com.
- ^ (EN) Matt Fernandez, Jennifer Lawrence Says Producer Put Her in ‘Naked Lineup,’ Told Her to Lose Weight, su Variety, 17 ottobre 2017. URL consultato il 13 luglio 2025.
- ^ (EN) Edward Helmore, Uma Thurman breaks silence over Harvey Weinstein, su the Guardian, 4 febbraio 2018. URL consultato il 21 agosto 2018.
- ^ Gina Lollobrigida choc: 'Ho subito due violenze' - Cinema, su Agenzia ANSA, 8 novembre 2017. URL consultato il 12 luglio 2025.
- ^ (EN) Alix Langone, What's the Difference Between the #MeToo and Time's Up Movements?, su Time, 8 marzo 2018. URL consultato il 9 marzo 2018.
- ^ Il movimento #metoo è la Persona dell’anno del 2017 di Time, su ilpost.it.
- ^ Asia Argento, l'8 marzo in corteo a Roma con 'Non una di meno'. E lancia #WeToo, su la Repubblica, 6 marzo 2018. URL consultato il 12 luglio 2025.
- ^ Terry Gilliam contro #MeToo: "Un movimento sciocco e semplicistico", su la Repubblica, 18 marzo 2018. URL consultato il 12 luglio 2025.
- ^ #MeToo, Liam Neeson: "Sta diventando una caccia alle streghe", su Movieplayer.it. URL consultato il 12 luglio 2025.
- ^ Sean Penn critica il movimento del #Metoo, su ilgiornale.it.
- ^ "Dopo il #Metoo non si può più parlare di donne", su HuffPost Italia, 20 settembre 2018. URL consultato il 12 luglio 2025.
- ^ Catherine Deneuve contro #MeToo: "Difendiamo la libertà di importunarci, indispensabile alla libertà sessuale", su Il Fatto Quotidiano, 9 gennaio 2018. URL consultato il 12 luglio 2025.
- ^ Barbara Massaro, Brigitte Bardot contro l'ipocrisia di #MeToo, su Panorama, 18 gennaio 2018. URL consultato il 12 luglio 2025.
- ^ Angela Lansbury choc sulle molestie: È anche colpa delle donne", su www.ilmessaggero.it, 29 novembre 2017. URL consultato il 12 luglio 2025.
- ^ Copia archiviata, su foxlife.it. URL consultato il 4 aprile 2019 (archiviato il 4 aprile 2019).
- ^ Megan Fox contro le femministe: "Ecco perché ho taciuto sul #MeToo", su ilgiornale.it.
- ^ Stefania Saltalamacchia, Se Margaret Atwood fa notare i limiti del #MeToo, su Vanity Fair Italia, 17 gennaio 2018. URL consultato il 12 luglio 2025.
Bibliografia
- Emanuele Corn, Daniela Drago, Valentina Chizzola (a cura di), Le molestie sul lavoro: da #MeToo alla Convenzione ILO, Milano, Angeli, 2020, ISBN 9788835106197.
- Maria Chiara Risoldi, #MeToo: il patriarcato dalle mimose all'hashtag, Loreto, Antonio Tombolini, 2018, ISBN 9788893372404.
- (EN) Karen Boyle, #MeToo, Weinstein and Feminism, Palgrave Macmillan, 2019, ISBN 9783030282424.
- (EN) Laurie Collier Hillstrom, The #MeToo movement, Santa Barbara, ABC-CLIO, 2019, ISBN 9781440867491.
Voci correlate
Altri progetti
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- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su movimento #MeToo
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