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Lo Yakumo (八雲, Otto Nuvole) fu un incrociatore corazzato (Sōkō jun'yōkan) costruito per la marina imperiale giapponese negli ultimi anni '90 del XIX secolo. Dato che il Giappone non aveva la capacità industriale per costruire questo tipo di unità, la nave fu costruita in Germania. La nave partecipò nella maggioranza delle battaglie navali della guerra russo-giapponese e fu leggermente danneggiata durante la Battaglia del Mar Giallo e la Battaglia di Tsushima. Lo Yakumo non vide l'azione durante la prima guerra mondiale e svolse la prima delle molte corciere d'addestramento nel 1917, anche se non fu ufficialmente riclassificato come nave d'addestramento fino al 1931. L'ultima crociera d'addestramento fu nel 1939 ma la nave continuò a servire come nave scuola in acque nazionali per tutta la guerra del Pacifico. LoYakumo divenne un trasporto per il rimpatrio delle truppe alleate alla fine della guerra e fu demolito tra il 1946 e il 1947.

Storia e progetto

Il piano di espansione navale del 1896 fu stilato dopo la prima guerra sino-giapponese e includeva quattro incrociatori corazzati, in aggiunta a quattro corazzate, tutte da ordinarsi a cantieri d'oltremare dato che il Giappone non aveva le capacità per costruire domesticamente. Ulteriori considerazioni sul programma navale russo portarono la marina imperiale a pensare che navi ordinate non sarebbero state abbastanza. Limitazioni budgettarie bloccavano l'ordine di ulteriori corazzate e quindi si decise di aumentare il numero dei più convenienti incrociatori corazzati da quattro a sei, con l'idea che l'introduzione della superiore corazzatura Krupp gli avrebbe permesso di prendere parte ad una linea di battaglia. Il piano revisionato è comunemente conosciuto come Flotta Sei-Sei. Le prime quattro navi furono costruite da Armstrong Whitworth nel Regno Unito, ma le ultime due furono costruite in Germania e Francia. Per assicurare la compatibilità delle munizioni la marina imperiale giapponese richiese ai costruttori di usare gli stessi cannoni britannici delle prime quattro navi.[1] In generale la marina giapponese fornì solo un disegno di massima ed alcune specifiche ai costruttori, per il resto ogni cantiere fu libero di costruire le navi come preferì. A differenza della maggior parte degli incrociatori del tempo, progettati per interdire il commercio nemico o difendere le colonie e i trasporti, lo Yakumo e la sue mezze sorelle furono progettate per fungere da esploratori della flotta e per poter combattere nella linea di battaglia.[2]

Descrizione

La nave era lunga fuori tutto 132,3 m e 124,64 m tra le perpendicolari. Aveva un baglio massimo di 19,57 m e un'immersione media di 7,21 m. LoYakumo dislocava 9'646 t a carico normale e 10'288 t a carico massimo. La nave aveva un'altezza metacentrica di 0,95 m. L'unità aveva un doppio fondo e il suo scafo era suddiviso in 247 compartimenti stagni.[2] L'equipaggio consisteva in 670 tra ufficiali e marinai.[3]

Lo Yakumo aveva due motori a vapore a triplice espansione a 4 cilindri, ognuno collegato ad un elica.[2] Il vapore per i motori era generato da 24 caldaie a tubi d'acqua tipo Belleville con una potenza indicata di 11600 kW. La nave aveva una velocità di progetto di 20 nodi e raggiunse i 21,5 nodi durante le prove in mare, ad una potenza di 12650 kW. Poteva trasportare fino a 1300 t di carbone e quindi navigare a 10 nodi per 7000 miglia nautiche.[3]

Armamento

L'armamento principale degli incrociatori della Flotta Sei-Sei erano 4 cannoni Armstrong Whitworth 203/45 in torrette binate a prora e poppa della sovrastruttura. Le torrette, operate elettricamente, erano capaci di rotazione di 130° verso dritta o sinistra e i cannoni potevano essere elevati a +30° o abbassati a −5°. La torretta ospitava 65 proietti, ma poteva essere ricaricata solo attraverso portelli nel ponte della torretta che permettevano ad un argano elettrico di sollevare i proietti dalla polveriera sottostante.[2] La nave trasprotava un totale di 320 proietti da 203 mm.[4] I cannoni erano caricatimanualmente con una velocità di circa 1.2 colpi al minuto. I cannoni da 203 mm sparavano proietti da 113.5 kg ad una velocità alla volata di 760 m/s con una gittata fino a 18000 metri.[2]

L'armamento secondario consisteva in una dozzina di cannoni a tiro rapido Elswick "Pattern Z" 152/40. Solo quattro di questi non erano montati in casematte sul ponte principale e i lor affusti erano sul ponte superiore, protetti da scudi. I proietti ad alta penetrazione da 45.4 kg erano sparati ad una velocita alla volata di 700 m/s.[5] I cannoni avevano ognuno 150 proietti.[4] Lo Yakumo aveva anche una dozzina di cannoni a tiro rapido da 12 lb 12 cwt e otto cannoni a tiro rapido Yamanouchi da 47 mm per la difesa a distanza limitata da torpediniere.[2] I primi cannoni sparavano proietti da 76 mm pesanti 5.7 kg con una velocità alla volata di 719 m/s.[5]

Lo Yakumo fu equipaggiato con cinque tubi lanciasiluri da 457 mm, uno sopra il galleggiamento a prua e quattro sommersi, due per ogni lato. I siluri Type 30 avevano una testata da 100 kg e tre settaggi di distanza/velocità: 800 m a 27 kn, 1000 m a 23,6 kn o 3000 m a 14,2 kn.[2]

Corazzatura

Tutta la flotta Sei-sei di incrociatori corazzati utilizzava los tesso schema di corazzatura con differenze minime, una delle quali fu che le ultime quattro unità utilizzarono corazzatura Krupp cementata. La cintura al galleggiamento correva per tutta la lunghezza della nave e lo spessore variava dai 178 mm a mezza nave agli 89 mm alle estremità. Aveva un'altezza di 2.13 m, dei quali 1,49 m normalmente sommersi. Il fasciame superiore della cintura era di 127 mm e si estendeva dal margine della cintura corazzata al ponte principale e tra le barbette prodiere e poppiere per una lunghezza di 61,49 m. Lo Yakumo aveva una singola paratia trasversale corazzata da 127 mm che chiudeva l'estremità prodiera della citadella corazzata centrale.[2]

Le barbette, le torrette e le pareti frontali delle casematte erano spesse tutte 152 mm, mentre i lati e il retro delle casematte erano spessi 51 mm. Il ponte corazzato era da 63 mm e la corazzatura della torre di comando era spessa 356 mm.[4]

Costruzione e carriera

Lo Yakumo, chiamato così da una strofa del waka di Susanoo nella mitologia giapponese,[6][7] fu ordinato il 1 settembre 1897 e impostato un anno dopo nel cantiere AG Vulcan a Stettino, allora in Germania. La nave fu varata l'8 luglio 1899 e completata il 20 giugno 1900. Lasciò Stettino due giorni dopo ed arrivò a Yokosuka, in Giappone, il 30 agosto.[2]

Guerra russo-giapponese

All'inizio della guerra russo-giapponese, lo Yakumo fu assegnato alla Seconda Divisione della Seconda Flotta.[8] Partecipò alla Battaglia di Port Arthur il 9 febbraio 1904, quando il viceammiraglio Tōgō Heihachirō guidò la Flotta Combinata in un attacco alle navi russe della Squadra del Pacifico ancorate poco fuori Port Arthur. Tōgō si aspettava un successo maggiore dall'attacco notturno a sorpresa dei suoi cacciatorpedinere, anticipando che i Russi sarebbero stati disorganizzati e indeboliti dall'attacco, ma in realtà si erano riorganizzati ed erano pronti per il suo attacco. I Giapponesi furono avvistati dall'incrociatore protetto Bojarin, che stava pattugliando davanti alla costa e allertò i Russi. Tōgō decise di attaccare le difese costiere russe con le sue armi principali e ingaggiare le navi nemiche con l'armamento secondario. Dividere il fuoco si rivelò una decisione sbagliata dato che i cannoni da 203 mm e quelli da 152 mm provocarono pochi danni alle navi russe, che concentrarono invece l'intero fuoco sulle navi giapponesi con qualche risultato. Anche se molte navi di entrambi gli schieramenti furono colpite, le perdite russe furono di circa 150 uomini, mentre i Giapponesi soffrirono circa 90 vittime prima che Tōgō disingaggiasse il combattimento. Lo Yakumo non fu colpito durante il combattimento ma riuscì a colpire l'incrociatore protetto Novik una volta con un proietto da 203 mm.

All'inizio di marzo, il viceammiraglio Kamimura Hikonojō ricevette il compito di portare la Seconda Divisione Rinforzata verso nord e portarsi davanti a Vladivostok. Mentre cercavano navi russe nell'area, gli incrociatori russi bombardarono il porto e le difese di Vladivostok il 6 marzo, con poco effetto. Al loro ritorno in Giappone, pochi giorni dopo, la Seconda Divisione ricevette l'ordine di scortare i trasporti truppe della divisione della guardia imperiale in Corea e poi di unirsi alle navi che stavano bloccando Port Arthur. Lo Yakumo fu poi trasferito alla Terza Divisione dell'contrammiraglio Dewa Shigetō. Il 23 giugno la nave ricevette la bandiera di Dewa, quando la Squadra del Pacifico uscì in vano per cercare di raggiungere Vladivostok, ma il comandante della nuova squadra, il contrammiraglio Wilgelm Vitgeft, ordinò alla squadra di tornare a Port Arthur appena incontrò la linea di battaglia giapponese poco prima del tramonto, dato che non voleva ingaggiare ila forza nemica numericamente superiore in una battaglia notturna.

Battaglia del Mar Giallo

Articolo principale: Battaglia del Mar Giallo

La mattina del 10 agosto 1904 gli incrociatori di Dewa erano oltre 15 miglia nautiche a sud della Prima Divisione di Tōgō quando i Russi uscirono da Port Arthur per tentare nuovamente di raggiungere Vladivostok. All'inizio della battaglia, Dewa cercò di ingaggiare gli incrociatori russi che seguivano le corazzate, seguendo gli ordini di Tōgō, ma fu respinto dal fuoco delle corazzate nemiche. Mentre Dewa si avvicinava ai Russi per tentare nuovamente di colpirne gli incrociatoi, alle 15:40 un proietto da 305 mm colpì lo Yakumo a mezza nave, uccidendo 12 e ferendo 11 persone. A questo punto la distanza d'ingaggio era di oltre 8 miglia nautiche, oltre la gittata di qualsiasi cannone della squadra, quindi Dewa ordinò il disingaggio. Per le 17:45 lo Yakumo era arrivato a 8000 o 9000 metri dalla danneggiata corazzata russa Poltava e aprì il fuoco. Lo Yakumo continuò ad avvicinarsi fino a che la squadra russa non entrò in confusione per la morte di Vitgeft verso le 18:40.

La Terza Divisione allora seguì le navi di Tōgō nella manovra di accerchiamento delle navi russe, che cercavano di organizzarsi, iniziando a sparare sugli incrociatori russi con poco effetto. Questo fino a che Tōgō non ordinò a Dewa di attaccare i cacciatorpedinere russi, verso le 19:44. Dewa cancellò l'ultimo ordine e virò verso sud alle 20:00 per inseguire diversi incrociatori russi che stavano scappando in quella direzione, cercando di evitare che questi potessero raggiungere le flottiglie isolate di caccia e torpediniere. Le navi russe furono ingaggiate da altri incrociatori giapponesi, prima che potessero raggiungere le unità minori, e Dewa smise la caccia verso le 20:25 dato che la luce stava svanendo. Continuò durante la notte sulla rotta verso sud-est e scoprì un incrociatore e due cacciatorpedinere, ma non riuscì a prenderne nessuno. Il 14 agosto loYakumo e la Terza Divisione ricevettero ordine di fare rotta su Qingdao per confermare che i Tedeschi avessero effettivamente internato la corazzata Cesarevi e tre caccia, che si erano riparati lì dopo la battaglia. Dopo il loro ritorno le navi furono riassegnate al blocco di Port Arthur.

A metà settembre loYakumo fu trasferito di nuovo alla Seconda Divisione di Kamimura, che era indifesa dello stretto di Tsushima,anche se la nave iniziò un raddobbo alla fine del mese. Il 15 novembre la nave tronò all'unità di Dewa, che vi trasferì nuovamente la sua bandiera. Il 13 dicembre la nave cercò di salvare i sopravvissuti del Takasago dopo che questo colpì una mina, ma non fu trovato nessuno ancora vivo. Cinque giorni dopo lo Yakumo fu mandato all'arsenale di Sasebo per un ulteriore raddobbo. Il 1 febbraio 1905 la nave ricevette l'ordine di unirsi alla Seconda Divisione del retroammiraglio Shimamura Hayao nel blocco di Vladivostok, anche se questo ruolo durò solo poche settimane e a metà febbraio la nave fu poi inviata all'arsenale di Kure per un raddobbo finale, prima della battaglia che si prevedeva ci sarebbe stata con le navi russe mandate dalla Flotta del Baltico.

Battaglia di Tsushima

Articolo principale: Battaglia di Tsushima

Mentre la Seconda e Terza Squadra del Pacifico della flotta russa si avvicinavano al Giappone il 27 maggio, doppo essere partite dal Mar Baltico, lo Yakumo fu assegnato alla Seconda Divisione della Seconda Flotta. I Russi furono avvistati da alcune navi giapponesi di pattuglia di prima mattina, ma la visibilità era limitata e la ricezione radio scarsa. I report preliminari furono abbastanza per far ordinare a Tōgō di far salpare tutte le navi e la Seconda Divisione avvistò le navi russe, al comando del viceammiraglio Zinovij Rozhestvenskij, verso le 11:30. Kamimura si avvicinò fino a circa 8000 m prima di accostrare per evitare il fuoco nemico ed unirsi alla corazzate di Tōgō. Lo Yakumo era la quarta unità di sei quando Tōgō aprì il fuoco sulla Seconda Squadra del Pacifico alle 14:10 e, come la maggioranza delle navi nella divisione, ingaggiò la corazzata Osljabja, che fu forzata a uscire dalla formazione alle 14:50 e affondò venti minuti dopo. Per questo momento la formazione russa era nel disordine e la corazzata Knyaz Suvorov apparì di colpo dalla nebbia alle 15:35, ad una distanza di circa 2000 m. Tutte le navi di Kamimura la ingaggiarono per cinque minuti, con lo Yakumo e l'Azuma che lanciarono anche siluri alla nave nemica, senza sortire alcun effetto.

Dopo le 17:30 Kamimura condusse la sua divisione ad un'infruttuosa caccia ad alcuni incrociatori russi, lasciando le corazzate di Tōgō da sole. La caccia fu abbandonata verso le 18:03 e la rotta fu ordinata verso nord, per riunirsi a Tōgō. Gli incrociatori avvistarono il retro della linea di battaglia russa verso le 18:30 e aprirono il fuoco quando arrivarono ad una distanza di 8000–9000 metri. Non si conoscono eventuali danni subiti dalle unità russe in questa fase della battaglia e il fuoco fu cessato verso le 19:30 e le navi si ricongiunsero con quelle di Tōgō alle 20:08, mentre scendeva la notte. Le navi russe sopravvissute furono avvistate la mattina dopo e le navi giapponesi aprirono il fuoco verso le 10:30, rimanendo oltre la gittata dei cannoni nemici. Il contrammiraglio Nikolaj Nebogatov decise quindi di arrendersi, deto che non poteva nè rispondere al fuoco nemico nè ridurre la distanza.

Nel mentre, la nave da difesa costiera Admiral Ushakov era rimasta indietro rispetto alle navi di Nebogatov e fu avvistata dall'incrociatore protetto Chiyoda al mattino presto, ma i Giapponesi furono più interessati a cercare il grosso della flotta russa che ad attaccare una singola nave isolata. L'Admiral Ushakov fu poi avvistata di nuovo alle 14:10, molto dopo la resa di Nebogatov, da Shimamura, che aveva ricevuto il permesso di inseguirla con la sua nave ammiraglia, l'incrociatore corazzato Iwate, e lo Yakumo. Raggiunsero la nave russa alle 17:00 e ne chiesero la resa. La Admiral Ushakov cercò di avvicinarsi agli'incrociatori giapponesi per poter aprire il fuoco ma questi furono abbastanza veloci da rimanere ad una distanza di sicurezza e non furono mai colpiti. Dopo circa mezz'ora, la Admiral Ushakov stava sbandando fortemente, così tanto da compromettere la capacità di alzo dei cannoni, e il comandante ordinò quindi di abbandonare la nave e autoaffondarla. La nave affondò in tre minuti e 12 ufficiali e 327 uomini dell'equipaggio furono salvati dai Giapponesi. Tra di loro, lo Yakumo e l'Iwate spararono 89 colpi da 203 mm e 278 colpi da 152 mm. Durante l'intera battaglia lo Yakumo fu colpito una volta da un colpo da 305 mm e poi altre sei volte, tra cui tre o quattro da proietti da 152 mm. Questi inflissero solo danni minori.

Il 14 luglio lo Yakumo fu assegnato come nave ammiragli al viceammiraglio Kataoka Shichirō, comandante della Terza Flotta, come parte dell'operazione per catturare l'isola di Sakhalin.

Prima guerra mondiale

Nel novembre 1914 lo Yakumo fu dislocato a Singapore in preparazione alla ricerca del incrociatore corsaro tedesco Emden, ma la nave nemica fu affondata ancora prima che la missione iniziasse. Lo Yakumo servì come ammiraglia della Squadra di Cacciatorpediniere (Suiraisentai) 2 dal 13 dicembre 1915 al 1 dicembre 1916 e poi del Suiraisentai 1 dal 1 al 12 December. Nel febbraio 1917 la nave iniziò un pattugliamento nel Pacifico del sud e nell'Oceano Indiano, in cerca di navi corsare tedesche. Il 5 aprile iniziò una delle molte crociere d'istruzione verso il nord America e le Hawaii, prima di tornare in Giappone il 17 agosto. Nell'ottobre 1918 Kichisaburō Nomura fu nominato comandante dello Yakumo per due mesi, di cui solo uno passato a bordo per per mettere a Nomura di prendere il grado di ammiraglio.

Periodo tra le guerre

Il 1 settembre 1921 lo Yakumo fu riassegnato come nave per la difesa costiera di primo rango e usato principalmente per l'addestramento in navigazioni oceaniche di lungo raggio e per l'addestramento di ufficiali e cadetti dell'Accademia Imperiale della Marina Giapponese. In questa veste fece più di 13 viaggi negli anni 20 e 30 verso l'Europa, il Nord e Sud America, il Pacifico del sud e una circumnavigazione del globo dall'agosto 1921 all'aprile 1922, in compagnia dell'incrociatore corazzato Izumo. Due dei cadetti che parteciparono alla crociera furono i principi Kuni Asaakira e Kachō Hirotada.

Nel 1924 quattro cannoni da 12 lb dello Yakumo furono rimossi, come anche tutti i cannoni a fuoco rapido da 2.5 lb, e fu aggiunto un singolo cannone antiaereo 76/40 Type 3. Inoltre, furono rimossi anche tre dei tubi lanciasiluri. Tre anni dopo le caldaie furono rimpiazzate da sei caldaie tipo Yarrow che erano state dell'incrociatore da battaglia Haruna, che ridussero la potenza a 5200 kW e a la velocità massima a 16 nodi. Queste caldaie utilizzavano un misto di carbone e nafta e la nave poteva portare un totale di 1210 t di carbone e 306 t di nafta.

Nel 1932, durante una visita a Qingdao, il 13 gennaio lo Yakumo e l'Izumo dovettero sbarcare fanti di marina per placare una rivolta di Giapponesi che abitavano nella zona. L'anno seguente la nave fu riclassificata come nave scuola. Il 6 novembre 1936, tra le isole di Saipan e Truk, un'esplosione accidentale della santabarbara di prora uccise quattro marinai e allagò il vano prodiero per la cambusa. Alcune riparazioni furono fatte durante la navigazione di ritorno e lo Yakumo torno a casa due settimane dopo. Un mese dopo il ritorno, nel discembre 1936, il capitano Matome Ugaki assunse il comando dello Yakumo fino a quando non fu passato al comando della corazzata Hyūga l'anno seguente. L'ultima corciera d'istruzione fu il 20 novembre 1939.

Seconda guerra mondiale

All'inizio della guerra del Pacifico, lo Yakumo fu riclassificato come incrociatore di prima classe il 1 luglio 1942 e i cannoni da 8 pollici furono sostituiti da quattro cannoni da 127 mm Type 89 in due postazioni binati. Inoltre fu aumentato anche l'armamento leggero antiareo. Comunque lo Yakumo rimase dentro i confini del mare interno di Seto per tutta la guerra per compiti di addestramento e non fu utilizzata in nessuna azione di combattimento. Il 24 luglio 1945 la US Task Force 38 lanciò un imponente attacco contro Kure per distruggere tutte le navi giapponesi lì rimaste. Lo Yakumo fu danneggiato e ridesignato come una nave trasporto speciale. Lo Yakumo iniziò il servizio come nave trasporto per il rimpatrio il 7 dicembre. La sua missione era di rimpatriare truppe e civili in Giappone dai possedimenti d'oltremare, principalmente da Formosa e dalla Cina. Completò l'ultimo viaggio nel giugno 1946, rimpatriando un totale di 9010 persone. Lo Yakumo arrivò al cantiere di Maizuru di Hitachi Shipbuilding & Engineering il 20 luglio 1946 per la demolizione, che durò fino al 1 aprile 1947.

Note

  1. ^ "Cwt" è l'abbreviazione di hundredweight, 12 cwt si riferisce al peso del cannone.

Citazioni

  1. ^ David C. Evans e Mark R. Peattie, Kaigun: strategy, tactics, and technology in the Imperial Japanese Navy, 1887-1941, Naval institute press, 1997, pp. 57-62, ISBN 978-0-87021-192-8.
  2. ^ a b c d e f g h i Milanovich, Kathrin, Armored Cruisers of the Imperial Japanese Navy, in Warship 2014, Londra, Conway, 2014, pp. 72-74, 76-78, 80-81.
  3. ^ a b Hansgeorg Jentschura, Dieter Jung e PeterMickel, Warships of the Imperial Japanese Navy, 1869–1945, Annapolis, Maryland, United States Naval Institute, 1977, pp. 73-74.
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