Bozza:Telespettatore

Versione del 6 ott 2025 alle 12:49 di Aggrucar (discussione | contributi) (Psicologia: proposta di spostamento dalla voce "Televisione")
Coppia di telespettatori

Il telespettatore, talvolta anche indicato anche con il desueto teleascoltatore,[1] è la persona che guarda i programmi televisivi. Oltre al consumo legato all'informazione giornalistica,[2][3] la visione televisiva abituale è spesso guidata da una ricerca di piacere, evasione o distrazione.[4] L'eccessivo coinvolgimento televisivo è stato paragonato alle dipendenze comportamentali compulsive.

Parecchi indicatori sintetici consentono di descrivere e di analizzare il comportamento e, in particolare, le diverse modalità di consumo del telespettatore. Tra questi si possono segnalare il tasso medio di audience e la sua durata, così come le sue caratteristiche socio-demografiche quali l'età, il grado di autonomia nella scelta dei programmi o l'evoluzione dei suoi interessi prevalenti[5]. Nell'analisi e nella modellizzazione è importante disporre, oltre che dei dati istantanei relativi alle scelte dei telespettatori, anche di una cronologia dei loro comportamenti.[6] Tali analisi delle scelte dei telespettatori rivestono un'importanza fondamentale per gli autori dei palinsesti televisivi[7][8] e per i pubblicitari.[9]

Storia

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L'aumento delle piattaforme di streaming e della televisione on-line ha portato a un cambiamento significativo verso i servizi mediatici over-the-top (OTT), interrompendo i tradizionali mercati televisivi via cavo. Entro il 2013, il 63% delle famiglie statunitensi aveva adottato servizi di streaming video, con il 22% che accedeva a Netflix settimanalmente. Nel Canada di lingua inglese, il 25% delle famiglie ha utilizzato Netflix, una cifra che è salita al 33% tra le famiglie con bambini adolescenti. L'enfasi della piattaforma sui contenuti on-demand e senza pubblicità su tutti i dispositivi ha ridefinito le abitudini degli spettatori, accelerando la transizione al consumo digitale.[14]

La pandemia di Covid-19 ha ulteriormente amplificato le attività ricreative legate alla televisione, poiché i lockdown hanno limitato i viaggi, gli spostamenti di lavoro e le attività all'aperto. [15] La pandemia di Covid-19 ha aumentato drasticamente il consumo televisivo in tutto il mondo. In Europa, gli spettatori dei telegiornali sono raddoppiati, con la crescita maggiore (20%) tra il pubblico più giovane. I dati statunitensi dell'inizio del 2020 hanno mostrato un'impennata del 60% del consumo complessivo di TV, un aumento del 42% degli spettatori delle notizie serali e un aumento del 92% del pubblico di notizie via cavo rispetto ai livelli pre-pandemia.[16]

Psicologia

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Aspetti sociali ed effetti sui bambini

  Lo stesso argomento in dettaglio: Mezzi di comunicazione di massa.

La televisione ha contribuito alle interazioni sociali dalla seconda parte del XX secolo. Diversi studi di psicologia hanno dimostrato che l'atteggiamento dello spettatore di cinema o televisivo rispetto al documento che sta guardando è di maggiore "passività" rispetto al lettore di un libro, in quanto nota di meno le contraddizioni all'interno del documento stesso.[21]

I bambini imitano quello che fanno i genitori, se i genitori guardano molta televisione lo fanno anche i figli; inoltre in presenza di un livello di istruzione o di una condizione economica svantaggiata, aumenta il consumo di televisione.[22] Se negli anni settanta l'età media in cui un bambino iniziava un consumo regolare di televisione era di quattro anni, nel 2011 è scesa a quattro mesi.[23] Studi scientifici hanno evidenziato come la televisione,[24] anche solo in forma passiva, influisca negativamente sullo sviluppo cognitivo dei bebè da 0 a 3 anni.[25] L'Associazione dei pediatri americani sconsiglia l'uso della televisione in qualsiasi sua forma ai bambini sotto i due anni. Emblematico il caso del DVD Baby Einstein commercializzato dalla Disney come altamente educativo per i bebè, in seguito smentito da studi scientifici tanto che la Disney ha cominciato nel 2009 a rimborsare le famiglie in possesso del video.[26]

Esposizione alla violenza

  Lo stesso argomento in dettaglio: Esperimento della bambola Bobo.

Secondo la teoria dell'apprendimento sociale elaborata da Albert Bandura, la visione di programmi a contenuto violento aumenta la probabilità di innescare comportamenti aggressivi.

Effetti del consumo televisivo

Il consumo televisivo eccessivo, in particolare attraverso la visione prolungata o il binge-watching, è stato collegato a esiti fisici, psicologici e sociali negativi.

Obesità

La visione televisiva è correlata con il comportamento sedentario e l'obesità infantile in più culture. Negli Stati Uniti, gli adolescenti che passano un lungo lasso di tempo davanti allo schermo mentre consumano bevande zuccherate mostrano un aumento dell'apporto energetico e un conseguente aumento di peso.[27][28] I bambini e i ragazzi sotto i 15 anni sono particolarmente vulnerabili, poiché quelli che guardano oltre due ore al giorno la TV hanno il doppio delle probabilità di sviluppare obesità rispetto ai coetanei con un tempo limitato di esposizione allo schermo.[29]

Attitudini di immagine corporea

La televisione promuove spesso standard di bellezza limitati, enfatizzando la snellezza per le donne e la muscolosità per gli uomini. Il pubblico sottorappresentato può interiorizzare questi ideali, portando a una diminuita autostima tra gli adolescenti che percepiscono il loro corpo come socialmente inadeguato. Mentre l'intrattenimento rimane un motivo primario per la visione, l'evasione e l'apprendimento sociale attraverso la TV sono più fortemente correlati con i risultati negativi dell'immagine corporea.[30]

I personaggi conformi all'attrattività convenzionale sono spesso ritratti come persone di successo o eroi, mentre quelli che si discostano dallo standard sono spesso relegati a ruoli comici o marginali. Tali rappresentazioni rafforzano un ideale, perpetuando la nozione che l'aspetto fisico dia valore sociale e accesso alle opportunità.[31]

Spettacoli di criminalità e atteggiamenti nei confronti del crimine

Tendenze globali del consumo televisivo

Le abitudini di visione televisiva globale sono variate in modo significativo per regione e anno. Nel 2015, gli Stati Uniti hanno guidato il tempo di visione della TV quotidiana, seguiti da Polonia, Giappone, Italia e Russia.[32] Le precedenti statistiche del 2014 avevano posto il Regno Unito al primo posto, davanti a Stati Uniti, Francia, Indonesia, Kenya e Nigeria.[33] Nel 2002, gli Stati Uniti e il Regno Unito avevano pareggiato con 28 ore di visione settimanale a persona, mentre Italia, Germania, Francia e Irlanda seguivano da vicino.[34]

In tutto il mondo, l'uso di internet ha ridotto l’utilizzo degli altri media, soprattutto con la diffusione dei telefoni cellulari. Anche la televisione mostra un calo nell'utilizzo del mezzo tradizionale, compensato, però, da un aumento della fruizione on-line.[35][36]

A partire dal 2023, il consumo dei media globali è in media di circa 455 minuti al giorno, anche se gli spettatori televisivi tradizionali tra gli adulti di età compresa tra 18 e 34 anni sono diminuiti del 14% tra il 2015 e il 2020. Questo cambiamento riflette l'aumento dello streaming mobile, dei social media e dei giochi. Nonostante queste tendenze, le trasmissioni televisive rimangono ampiamente utilizzate per le notizie e l'intrattenimento; il Giappone, ad esempio, ha riportato una visione televisiva giornaliera di 3 ore e 42 minuti nel 2019. Si prevede che gli abbonamenti a pagamento video-on-demand (VOD) raggiungeranno 1,79 miliardi a livello globale nel 2023, guidati dall'accessibilità dello streaming e dalle diverse offerte di contenuti.[37]

In Francia

Il termine télé-spectateur è attestato a partire dal 1947, quando venne utilizzato nell'opera La vie commence demain di André Labarthe.[38] [39] [40]

In Italia

 
Audience dei principali programmi televisivi italiani dal 1987 in poi (dati Auditel).

In Italia nel 2023 il numero medio di persone che giornalmente hanno guardato la televisione è stata di 8,8 milioni; sempre nel 2024 ogni utente televisivo la guardava in media 3,24 ore al giorno.[41] L'audience televisiva è misurata dal 1986 con un nuovo sistema più preciso da una società privata, Auditel, la quale opera "a campione" (alcune famiglie sono fornite di un particolare strumento sensibile ad ogni cambio di canale chiamato meter). Tale campione, secondo quanto dichiarato da Auditel, risulta composto da 16.100 famiglie, equivalenti a circa 40.000 individui.[42] Dal 2022, inoltre, è possibile quantificare e analizzare pienamente la performance dei contenuti editoriali e pubblicitari non solo relativamente ai 45 milioni di apparecchi televisivi presenti nelle case degli italiani, ma anche ai circa 75 milioni di nuovi schermi connessi alla rete internet. Infatti la fruizione da familiare è diventata individuale, da fissa è diventata mobile, da lineare a on-demand grazie a circa 60 diverse tipologie di dispositivi attraverso i quali si può accedere a contenuti audiovisivi.[43]

Note

  1. ^ teleascoltatóre - Treccani, su Treccani. URL consultato il 7 maggio 2024.
  2. ^ Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni, L'utilizzo dei mezzi di comunicazione per informarsi (PDF), su agcom.it.
  3. ^ TELENORD, Rapporto Censis 2024, i media: tutti gli italiani guardano la Tv. Vanno forti i social mentre i giornali sono quasi spariti, su Telenord, 6 dicembre 2024. URL consultato il 5 ottobre 2025.
  4. ^ Dolf Zillmann e Peter Vorderer, prefazione, in Media entertainment : the psychology of its appeal, Mahwah, N.J. : Lawrence Erlbaum Associates Publishers, 2000, ISBN 978-0-8058-3324-9. URL consultato il 6 ottobre 2025.
  5. ^ (FR) Antoine Audit, Nicolas Danard e Philippe Tassi, Âge et diversité des comportements des téléspectateurs, in Association française du marketing, aprile 2000, pp. 61-74. URL consultato il 29 dicembre 2014.
  6. ^ (EN) Agus Syawal Yudhistira et. al., An Automatic Personal TV Scheduler Based on HMM for Intelligent Broadcasting Services, in Advances in Image and Video Technology - First Pacific Rim Symposium, PSIVT 2006, Hsinchu, Taiwan, December 10-13, 2006, Proceedings, Long-Wen = Chang (a cura di), Springer, 2006, pp. 1123-1124, ISBN 9783540682974. URL consultato il 19 settembre 2'25.
  7. ^ Paola Abbiezzi, Mediazioni televisive - Tra memoria e contemporaneità, Lampi di Stampa, 2013, p. 10, ISBN 9788848815659. URL consultato il 23 settembre 2025.
  8. ^ Elisabetta Corvi, La comunicazione integrata di marketing: Teorie, strategie e politiche operative, EGEA spa, 16 febbraio 2012, ISBN 978-88-238-1207-9. URL consultato il 5 ottobre 2025.
  9. ^ Mauro Trotta, La pubblicità, Simone SpA, 2002, ISBN 978-88-244-9370-3. URL consultato il 5 ottobre 2025.
  10. ^ Damiano Garofalo, Storia sociale della televisione in Italia: 1954-1969, Marsilio, 30 agosto 2018, ISBN 978-88-317-4448-5. URL consultato il 5 ottobre 2025.
  11. ^ Federico Boni, Sociologia della comunicazione interpersonale, Gius.Laterza & Figli Spa, 13 giugno 2014, ISBN 978-88-581-1422-3. URL consultato il 5 ottobre 2025.
  12. ^ James Lull, In famiglia, davanti alla Tv, Meltemi, 2003, ISBN 978-88-8353-231-3. URL consultato il 5 ottobre 2025.
  13. ^ Franco Brigida, Paolo Baudi Di Vesme e Laura Francia, Media e pubblicità in Italia, FrancoAngeli, 2004, ISBN 978-88-464-6024-0. URL consultato il 5 ottobre 2025.
  14. ^ Sidneyeve Matrix, The Netflix Effect: Teens, Binge Watching, and On-Demand Digital Media Trends, in Jeunesse: Young People, Texts, Cultures, vol. 6, n. 1, 2014, pp. 119–138. URL consultato il 5 ottobre 2025.
  15. ^ (EN) Kaia Hubbard, Outside of Sleeping, Americans Spend Most of Their Time Watching Television, in U.S.News, 22 luglio 2021.
  16. ^ (EN) Miguel Túñez-López, Martí-n Vaz-Álvarez e César Fieiras-Ceide, Covid-19 and public service media: Impact of the pandemic on public television in Europe, in Profesional de la información, vol. 29, n. 5, 29 ottobre 2020, DOI:10.3145/epi.2020.sep.18. URL consultato il 5 ottobre 2025.
  17. ^ Franco Brigida, Paolo Baudi Di Vesme e Laura Francia, Media e pubblicità in Italia, FrancoAngeli, 2004, ISBN 978-88-464-6024-0. URL consultato il 5 ottobre 2025.
  18. ^ Alex Voglino e Sergio Pomati, L'Informazione: tramite media, Editoriale Jaca Book, 1994, ISBN 978-88-16-43909-2. URL consultato il 5 ottobre 2025.
  19. ^ Gian Paolo Caprettini, Tutta colpa della tivù: i vizi (e le virtù) della nostra, quotidiana "piazza universale", Donzelli Editore, 2004, ISBN 978-88-7989-867-6. URL consultato il 5 ottobre 2025.
  20. ^ Joël de Rosnay, L'uomo, Gaia e il cibionte. Viaggio nel terzo millennio, EDIZIONI DEDALO, 1997, ISBN 978-88-220-0208-2. URL consultato il 5 ottobre 2025.
  21. ^ Lucia Lumbelli, "In che senso esiste una passività dello spettatore cinematografico?", IKON, suppl. al n. 63, ottobre-dicembre 1967, Milano : IKON, 1967, pp. 37-52
  22. ^ Rideout V,Hamel E|The media family:Electronic media in the live of infants, toddlers, preschoolers and their parents|Kaiser Family Foundation|Menlo Park |CA|2006
  23. ^ Bub C |Glotzen,bis die Synapsen qualmen|Spiegel on-line|14 febbraio 2011
  24. ^ (EN) Television and Aggression: A Panel Study. | Request PDF, su ResearchGate. URL consultato il 6 ottobre 2025 (archiviato dall'url originale il 10 ottobre 2023).
  25. ^ Gli effetti cognitivi e psicologici della televisione: la revisione di Desmurget della letteratura esistente | Studio di Psicologia e Logopedia, su www.psicologopedia.it. URL consultato il 6 ottobre 2025 (archiviato dall'url originale il 16 settembre 2017).
  26. ^ (EN) Steven Kurutz, Baby Einstein, Refunds and The Real Einstein, in Wall Street Journal, 28 ottobre 2009. URL consultato il 6 ottobre 2025.
  27. ^ (EN) Richard Lowry, Howell Wechsler e Deborah A. Galuska, Television Viewing and its Associations with Overweight, Sedentary Lifestyle, and Insufficient Consumption of Fruits and Vegetables, in Journal of School Health, vol. 72, n. 10, 2002, pp. 413–421, DOI:10.1111/j.1746-1561.2002.tb03551.x. URL consultato il 6 ottobre 2025.
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  29. ^ Gert-Jan de Bruijn, Adolescent soft drink consumption, television viewing and habit strength., in Appetite, vol. 53, n. 1, 1º agosto 2009, pp. 66–75, DOI:10.1016/j.appet.2009.05.008. URL consultato il 6 ottobre 2025.
  30. ^ Marika Tiggemann, Television and Adolescent Body Image: The Role of Program Content and Viewing Motivation, in Journal of Social and Clinical Psychology, vol. 24, n. 3, 2005-05, pp. 361–381, DOI:10.1521/jscp.24.3.361.65623. URL consultato il 6 ottobre 2025.
  31. ^ (EN) William Kinnally e Kristen E. Van Vonderen, Body Image and the Role of Television: Clarifying and Modelling the Effect of Television on Body Dissatisfaction, in Journal of Creative Communications, vol. 9, n. 3, 1º novembre 2014, pp. 215–233, DOI:10.1177/0973258614545016. URL consultato il 6 ottobre 2025.
  32. ^ (EN) Amount of on-demand TV watched in selected countries worldwide by age 2018, su Statista. URL consultato il 5 ottobre 2025.
  33. ^ (EN) Derek Thompson, How the World Consumes Media—in Charts and Maps, su The Atlantic, 28 maggio 2014. URL consultato il 5 ottobre 2025.
  34. ^ Countries Compared by Media > Television viewing. International Statistics at NationMaster.com, su www.nationmaster.com. URL consultato il 5 ottobre 2025.
  35. ^ Zenith: il mobile nel 2020 varrà il 28% del consumo media globale, su www.engage.it, 29 maggio 2018. URL consultato il 5 ottobre 2025.
  36. ^ Video online e social trainano la penetrazione del digitale in Italia, su www.engage.it, 10 giugno 2019. URL consultato il 5 ottobre 2025.
  37. ^ (EN) Media Consumption Statistics Statistics: Market Data Report 2024, su gitnux.org. URL consultato il 5 ottobre 2025 (archiviato dall'url originale il 17 settembre 2024).
  38. ^ (FR) TÉLÉSPECTATEUR : Étymologie de TÉLÉSPECTATEUR, su cnrtl.fr, Centre national de ressources textuelles et lexicales. URL consultato il 29 dicembre 2014..
  39. ^ (FR) DG Communication, Téléspectateur – Publictionnaire, su publictionnaire.huma-num.fr. URL consultato il 5 ottobre 2025.
  40. ^ (FR) Danielle Bahu-Leyser, Le téléspectateur nouveau est arrivé, su archive.wikiwix.com. URL consultato il 5 ottobre 2025.
  41. ^ Flavio Fabbri, L'annuario 2024 - Televisione italiana sempre più multipiattaforma, 20,7 milioni le tv connesse in rete, in Key4Biz, 26 marzo 2025. URL consultato il 18 settembre 2025.
  42. ^ Metodologia, su auditel.it, Auditel. URL consultato il 18 settembre 2025.
  43. ^ Cosa Facciamo, su Auditel. URL consultato il 5 ottobre 2025.


Bibliografia

Voci correlate

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