Vincenzo Scamozzi

architetto e scenografo italiano
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Vincenzo Scamozzi (1548-1616) fu un architetto rinascimentale, operante nel tardo Cinquecento e nel primo Seicento a Vicenza e nell'area veneziana, dove fu la figura più importante tra Andrea Palladio e il suo allievo Baldassarre Longhena.

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Vincenzo Scamozzi ritratto dal Veronese

Secondo Scamozzi, l'architettura - disciplina a cui egli dedicò tutta la vita - doveva essere una scienza esatta, complessa, con proprie regole da studiare attentamente e con pazienza: "Architettura è scienza".

Cenni biografici

Nato nel 1548 a Vicenza, dove ricevette una prima educazione dal padre Giandomenico, imprenditore edile benestante e culturalmente legato a Sebastiano Serlio, nel 1572 si stabilì a Venezia, studiando il trattato De architectura di Vitruvio nell'interpretazione di Daniele Barbaro e di Andrea Palladio.

Tornato a Vicenza, in collaborazione con il padre realizzò una serie di palazzi e ville nella città natale e nella provincia, completando inoltre alcune opere di Palladio.

La sua tarda attività si svolse ancora a Venezia, dove si stabilì nuovamente nel 1580, a Castelfranco Veneto e a Bergamo.

L'architettura come scienza

 
Progetto del teatro di Sabbioneta

La figura di Scamozzi è relativamente poco conosciuta, anche se l'architetto può vantare una serie di primati: realizzò con lo Statuario della Repubblica di Venezia (dal 1591 al 1593) il primo museo pubblico in Europa. Progettò e realizzò inoltre il primo edificio dell'età moderna studiato appositamente per un teatro a Sabbioneta (Mantova) e fece importanti progetti per la Serenissima, tra cui le Procuratie Nuove in Piazza San Marco a Venezia.

Dopo aver lasciato una notevole quantità di opere - soprattutto ville nel vicentino - scrisse infine uno dei più importanti trattati dell'epoca La Idea dell'Architettura Universale (1615), che fu per lungo tempo adottato come testo basilare dagli architetti del tempo ed ebbe particolare diffusione nel nord Europa.

Scamozzi rappresentò, per molti aspetti, una figura assai moderna come architetto, studioso ed intellettuale del suo tempo. Fu tra i pochi a capire la necessità di raccogliere una notevole biblioteca personale, collezionando libri (all'epoca assai preziosi) delle più diverse discipline, dalla matematica alla fisica. Fu il primo a progettare l'allestimento di un museo, curando attentamente non solo la disposizione dei pezzi ma anche lo studio dell'illuminazione sia naturale che artificiale, aspetto assai moderno che del resto si riscontra in molti dei suoi progetti.

Non va infine dimenticata la realizzazione dell'insostituibile scena lignea a prospettiva accelerata, allestimento temporaneo nell'intento originario, che è tuttora possibile ammirare all'interno del Teatro Olimpico di Vicenza, scena che fu da lui progettata e intelligentemente illuminata. Fu rigoroso ma anche innovatore: per primo osa rompere la corrispondenza tra distribuzione interna e di facciata, nel progetto per una delle sue ville. Riconosceva all'arte dei giardini una piena dignità all'interno dell'architettura e disegnò scientificamente rigorosi giardini all'italiana.

Il capolavoro di Scamozzi è però considerata l'incantevole Villa Pisani a Lonigo (Vicenza), detta La Rocca, a pianta centrale, da lui progettato a soli 26 anni, nella quale non si limitò ad imitare la celeberrima Villa Capra detta La Rotonda del grande Palladio (all'epoca ancora in costruzione, che successivamente completò egli stesso), ma anzi ne fa una critica puntuale dal punto di vista architettonico, utilizzando una tipologia fino ad allora inedita, traendo ispirazioen dal Pantheon.

Il rapporto con Palladio

Scamozzi, contemporaneo di Palladio ma di quarant'anni più giovane, dovette sviluppare un rapporto complesso (e in parte ancora da esplorare) con il più grande architetto del tempo. Sembra esserne assieme discepolo e avversario, ammiratore e critico.

Oscurata dalla fama di uno dei più celebri architetti di tutti i tempi, a lungo la figura di Vincenzo Scamozzi è stata trattata dalla critica in modo non molto dissimile da quella del musicista Salieri nei confronti di Mozart (in Amadeus): un elemento di secondo piano, che non riuscì a brillare di luce propria.

Scamozzi fu al contrario un vero protagonista dell'architettura del suo tempo ed un architetto eccezionalmente erudito. Interpretando senza dubbio la lezione del Palladio, sviluppò un proprio linguaggio, meno scenografico ed improntato ad un maggiore rigore (es. con lo schiacciamento delle lesene in facciata) ma assai apprezzato nel suo tempo.

Scamozzi si trasferì a Venezia proprio nel 1580, poco prima della morte del Palladio, senza però riuscire a sostituirlo nel ruolo di architetto della Serenissima: i suoi lavoriper i Veneziani, pur numerosi, sarebbero stati infatti contrassegnati da numerose difficoltà e incomprensioni. Un'epoca stava tramontando e Venezia si avviava ormai alla propria fulgida decadenza.

L'eredità scamozziana

Vincenzo Scamozzi, che non si era mai sposato e non lasciava figli viventi, nel suo testamento istituì un lascito per permettere agli studenti privi di mezzi di studiare l'architettura, all'unica condizione che essi prendessero il suo cognome, quali eredi ideali. Quasi due secoli dopo, Ottavio Bertotti Scamozzi poté divenire anche grazie a questa illuminata eredità un importante studioso e architetto del suo tempo.

Cronologia delle opere

File:Villa Molin a Mandria (Padova).jpg
Villa Molin a Mandria, Padova

Opere di attribuzione incerta

  • Villa Morosini Mantovani detta Ca' Morosini, Polesella ( Rovigo)
  • Palazzo Grimani, Polesella (Rovigo) (distrutto nel 1892)

Bibliografia

  • Vincenzo Scamozzi, La Idea dell'Architettura Universale, Venezia 1615
  • F. Barbieri e G. Beltramini (a cura di), Vincenzo Scamozzi. 1548-1616
  • Fernando Rigon, L’Idea in figura. Iconografie tipografiche del Trattato scamozziano documento pdf in Annali di architettura n° 16, Vicenza 2004
  • Lionello Puppi, La solitudine di Vincenzo Scamozzi, nostro contemporaneo documento pdf, in Annali di architettura n° 15, Vicenza 2003

Collegamenti esterni