Duelli nell'Iliade
Nella società guerriera aristocratica rappresentata nell'Iliade il duello tra gli eroi antagonisti rappresenta un nucleo fondamentale.
Duelli in terra e in cielo
Tutta la storia dell'assedio alla città di Troia ruota attorno ad una serie di duelli [1] ed anzi nel poema epico il poeta rappresenta lo scontro tra i due eserciti opposti risolvibile una volta per tutte "in una singolar tenzone" [2]
Il duello sulla terra rispecchia il conflitto stesso fra gli Dei che partecipano alla contesa. In cielo e in terra si combatte il duello.
Nell'Iliade il primo duello importante è quello tra Alessandro e Menelao (libro III). Nel libro V ci sono una serie di duelli minori: Pàndaro contro Diomede; Enea e Pandaro contro Diomede; Diomede con Atena contro il dio Ares.
Vi è poi il primo grande duello: Ettore contro Aiace. Nel libro XI ci sono i duelli di Agamennone. Nel XII libro i duelli sotto le mura di Troia. Nel XIII libro i duelli presso le navi. Nel XVI altri duelli presso le navi. Nel XVI libro i duelli di Enea e la morte di Patroclo. Nel XVII i duelli intorno al corpo di Patroclo. Nel XXI Achille massacra i Troiani in una serie di scontri individuali. Nel XXII il duello conclusivo di Achille e Ettore.
Il motivo dello scontro cruento personale tra i due eroi protagonisti, capi dei campi avversi, diverrà elemento centrale in tutta la letteratura epica cavalleresca seguente, dai poemi della Canzone di gesta a quelli dei paladini dell'Ariosto e del Tasso.
La stessa pittura dedicata all'Iliade ha sentito come la rappresentazione simbolica dell'intero poema poteva essere raffigurata nei celebri duelli tra gli eroi che ne punteggiano l'intero racconto epico. Per es. Jacopo Amigoni (1724-26), ne il Combattimento tra Ettore e Achille, oppure Felice Giani (1802-1805), Il corpo di Ettore lungo le mura di Troia, ecc.
Il duello come onore
Nell'antico eroe greco convivevano il sentimento dell'ordine stabilito dalla ragione e quello dell'hýbris, di quella violenza e potenza dell'uomo che alterando l'ordine scatena l'ira e la vendetta degli dei. I duelli dell'Iliade sono il risultato di un'armonia raggiunta in nome dell'onore guerriero tra questi due sentimenti che fa sì che il combattimento acre e violento tra gli eroi si mantenga nel limite, non assuma il senso di un volgare e cruento assassinio del nemico.[3]
Nell'Iliade il duello quindi esprime la suprema virtù aristocratica quella dell'onore (aristia) ed è espresso secondo una procedura fissata:
- la vestizione delle armi
- uno o più duelli
- il ferimento dell’eroe
- il compimento di altre gesta che culminano con lo scontro con l’avversario più potente.
- l'uccisione dell'eroe nemico comporta poi una contesa per conquistare le armi e l’armatura dell’eroe sconfitto.
A sua volta il duello viene descritto attraverso degli elementi anch'essi predeterminati che si ripetono nel corso del racconto epico:
- L’avversario rivolge talvolta all’antagonista una allocuzione offensiva. Es. stolto (gr. áfron), pazzo, misero (gr. deilós), cane (gr. kúon).
- Spesso i colpi vanno a vuoto.
In genere è usata sempre una stessa formula:
Es. Alessandro «chinandosi, sfuggì alla nera Moira» [4]. Anche Ettore nello stesso modo schiva il colpo di Menelao: «chinandosi, sfuggì alla nera Moira» [5], oppure vengono descritti i colpi che non raggiungono l'eroe antagonista e che colpiscono invece gli scudi. Es.nel duello tra Paride e Menelao «e per primo Alessandro scagliò l'asta ... e colpì lo scudo dell'Atride» [6].
- Vi può essere la presenza di un Dio che aiuta l’eroe (dirige o para il colpo o lo salva il suo protetto portandolo via). Es. «Ma lo (Alessandro) sottrasse Afrodite ... e lo nascose in una fitta nebbia» [7].
- Spesso viene invocato il Dio da uno dei duellanti. Es. Menelao: «Zeus signore ... uccidilo per mano mia» [8].
- Descrizione dettagliata del colpo inferto.
- Entra in campo il Dio intervenendo in maniera risolutivo ma può anche non esserci.
- L’eroe colpito rivolge talvolta una preghiera all’altro eroe (salvare qualcuno o onorare il suo corpo dopo la morte), oppure predice il futuro della prossima morte dell’eroe che lo ha sconfitto.
Es. «Anche tu non andrai molto lontano, ma ecco ti si avvicina la morte». [9].
Ettore ad Achille: «Ti prego ... non lasciare che vicino alle navi i cani degli Achei mi sbranino, ma accetta ... i doni che ti daranno» [10].
Ettore ad Achille: «quel giorno che Paride e Febo Apollo insieme a lui ti uccideranno» [11].
- Colui il quale sta avendo la meglio nel duello schernisce l’avversario.
Es. Ettore a Patroclo «Qui gli avvoltoi ti mangeranno» [12].
- La vita (gr. psyké), che è soffio, respiro, esce dalla ferita. L’ombra del vinto va nell’Ade:
«La morte lo (= Patroclo) lo avvolse, la vita volò via dalle membra e scese nell'Ade» [13].
«La morte lo (= Ettore) lo avvolse, la vita volò via dalle membra e scese nell'Ade» [14].
- Lo scontro ha come conclusione la morte di uno degli eroi.
L'onore si può avere in entrambi i casi: vincere e morire. É il duello stesso, che condotto secondo lealtà e coraggio, conferisce l'onore ai duellanti. L’importante è che il guerriero non venga meno all’onore. «Non senza lottare, non senza gloria morirò» [15]. Nel combattimento si è valorosi o perdenti.
Ma talvolta essere stati sconfitti può essere considerato di per sè un disonore, una vigliaccheria. Non basta essere coraggiosi, ma bisogna che gli altri siano consapevoli della potenza dell’eroe e la riconoscano come tale anche nella distribuzione del bottino di guerra. L’avidità e l'aggressività sono simboli dell'onore guerriero.
L’onore è una caratteristica essenziale a cui l'eroe non può rinunciare neppure in minima parte. Qualunque sia il motivo, se un eroe viene offeso nell’onore, le sue ragioni o azioni sono considerate di per sè giuste.
- Infine al di sopra di tutti, eroi e dei, vi è la moira, il destino a cui tutti si devono piegare. Il destino è la parte assegnata di vita che spetta ad ogni individuo. Niente, nè valore, nè lealtà, potrà mutare il corso degli eventi. Esso interverrà a colpire i giusti e i malvagi indifferentemente.
Gli elementi costitutivi e ripetitivi succitati del duello nell'Iliade trovano riscontro nelle descrizioni ad esempio del combattimento tra Ettore e Patroclo: «Febo gli (= Patroclo) mosse incontro nella mischia selvaggia...dietro gli si fermò, colpì la schiena [...] Allora Zeus lo (= Patroclo) donò a Ettore» che gli dice «vantandosi»: «qui gli avvoltoi ti mangeranno». E Patroclo: «Sì, Ettore, adesso vantati» ma «anche tu non andrai molto lontano, ecco ti si avvicina la morte e il destino invincibile...E la morte lo (= Ettore) avvolse, la vita volò via dalle membra e scese nell'Ade».[16]:
Lo stesso schema è seguito nel duello centrale del poema, quello tra Achille ed Ettore:
Ettore: «Non fuggo più davanti a te ... adesso il cuore mi spinge a starti di fronte, debba io vincere o essere vinto. ora invochiamo gli dèi ... testimoni saranno e custodi dei patti [...] se Zeus mi darà la forza di strapparti la vita, dopo averti spogliato delle armi, renderò il corpo agli Achei; e anche tu fai in questo modo»
Achille: «Non mi parlare di patti, maledetto ... fra di noi non ci saranno patti, se prima uno, crollato in terra, non sazierà con il suo sangue Ares».
Achille scaglia l'asta ma Ettore la riesce a evitare.
Ettore: «Hai fallito» e scaglia a sua volta l'asta che coglie «nel mezzo lo scudo di Achille».
Intervengono gli dei:
Ettore: «Atena mi ha teso un inganno [...] ma ormai mi ha raggiunto la Moira ... non senza lottare, non senza gloria morirò».
Achille lo colpisce nel collo e mentre Ettore stramazza nella polvere lo deride: «Credesti forse, mentre ti impadronivi delle spoglie di Patroclo, di rimanere impunito?» Ed Ettore: «Ti prego ... non lasciare che vicino alle navi i cani degli Achei mi sbranino, ma accetta ... i doni che ti daranno» i miei genitori. Achille irridendolo, e non riconoscendo il valore e l'onore dell'eroe sconfitto gli dice: «i cani e gli uccelli ti sbraneranno»[17]
Note
- ^ «Poi il poeta dà inizio a una fitta successione di duelli individuali, costruendo uno sfondo che durerà per l'intero poema» «Ed ecco il duello: esso racchiude fasi e dettagli che riconosceremo come ricorrenti in questi scontri individuali...Il colpo mortale è descritto con precisione... Riprende subito dopo la cadenza degli scontri individuali». «L'Iliade è un tetragono inno alla lotta eroica» cfr.Letteratura greca, Mondadori, 1989, vol. I, pag. 104-107)
- ^ «il tentativo di risolvere tutto il conflitto in una singolar tenzone» in Albin Lesky, Storia della letteratura greca, vol. I, pag.59-60
- ^ cfr. Massimo Cacciari,Geo-filosofia dell’Europa,(cap.Il duello) Adelphi 2003
- ^ Iliade III, 360
- ^ Iliade VII, 254
- ^ Iliade III, 345-6
- ^ Iliade III,380-1
- ^ Iliade III, 351-23
- ^ Iliade XVI, 852-3
- ^ Iliade,XXII, v.338-341
- ^ Iliade, XXII, 359-60
- ^ Iliade, XVI, 836
- ^ Iliade XVI, 855-6
- ^ Iliade XXII, 361-2
- ^ Iliade XXII, 304
- ^ Iliade, XVI vv.788-856
- ^ Iliade, XXII, vv.252-354
Bibliografia
- Victor G.Kiernan, Il duello. Onore e. aristocrazia. nella storia. europea, Marsilio 1991.
- Jean Paul Vernant, La morte negli occhi, Bologna, 1987.
- L. Storoni Mazzolani, Profili omerici, Pavia, Editoriale Viscontea, 1988.
- F. Codino, La nascita del sentimento privato,in Introduzione a Omero ,Torino, Einaudi, 1965.
- F. Ferrucci, L’assedio e il ritorno. Omero e gli archetipi della narrazione, Milano, Bompiani, 1974.
- Letteratura greca, Mondadori, 1989
- Massimo Cacciari,Geo-filosofia dell’Europa,(cap.Il duello) Adelphi 2003
Voci correlate
Altri progetti
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Collegamenti esterni
- Testo integrale del libro I recitato in greco in formato Real Player